Parigi – Sarà possibile fiutare lo scompenso di cuore con un naso elettronico. L’idea è forse un po’ pazza, ma qualcuno ci sta provando. E con risultati degni di essere presentati al congresso annuale della European Society of Cardiology in corso a Parigi. «Cogliere i primi segni dell’affaticamento del cuore – ha commentato l’ideatore dell’originale tecnica, Vasileios Kechagias, ricercatore dell’University Hospital di Jena, in Germania – in modo semplice e riproducibile, senza provocare fastidio al paziente, può aiutare a curare la malattia, da subito prima che peggiori».
QUALITÀ DELLA VITA – Lo scompenso, cioè l’incapacità del cuore a pompare con efficienza il sangue, è, infatti, una condizione comune, che interferisce con la qualità della vita e, nei casi peggiori, può essere mortale. Nei Paesi sviluppati, circa il 2 per cento degli adulti soffrono di questa patologia che, oltre i 65 anni, finisce per interessare almeno il 6-10 per cento della popolazione. È una malattia che spesso richiede il ricovero in ospedale e ha costi elevati per il sistema sanitario. «Così – spiega Kechagias – abbiamo pensato di sottoporre tre gruppi di persone, e cioè: individui sani e pazienti con lieve o moderato scompenso cardiaco, a un test capace di rilevare gli “odori” della pelle».
Il dispositivo è una specie di scatoletta, tipo un pacchetto di fiammiferi, che viene applicato sulla cute dell’avambraccio dopo avere pulito con accuratezza la pelle. Contiene un chip capace di catturare diversi tipi di molecole gassose che possono essere analizzate e identificate da uno strumento, chiamato gascromatografo.
GAMMA DI MOLECOLE – «Abbiamo effettuato dieci rilevamenti della durata di tre minuti l’uno – continua Kechagias – e abbiamo analizzato la composizione delle molecole (che sono correlate agli odori), scoprendo che alle diverse categorie di persone, sani e pazienti, corrispondevano mix molecolari diversi.” In altre parole: il naso elettronico può identificare una particolare gamma di molecole, tipica per ogni stadio di gravità dello scompenso, compreso quello iniziale e suggerire, in quest’ultimo caso, un approfondimento delle indagini.
RENE E FEGATO – Naturalmente l’idea del naso elettronico è ancora tutta da verificare, a partire dall’identificazione precisa dei diversi componenti. «Ipotizziamo – dice il ricercatore tedesco – che queste molecole siano correlate a disfunzioni del rene e del fegato (organi che servono per metabolizzare ed eliminare molte sostanze prodotte dall’organismo)». Non sarà che stiamo ritornando, pur con nuove tecnologie, alla nostra vecchia medicina che suggeriva di considerare, nella diagnosi di malattia, anche l’odore di un malato? (cosa che del resto fanno abitualmente le medicine non convenzionali, soprattutto orientali).
Adriana Bazzi
abazzi@corriere.it