A cura di Gianni Borrelli/
Al famoso paradosso dilemma o dictum di E.W. Bockenforde , riportato nel titolo, col quale denunciava la crisi dello Stato liberale nell’occidente secolarizzato, si può accostare il recente fatto sportivo disputatosi all’Olimpico in occasione di un evento che doveva essere solo una festa per lo sport.
Abbiamo invece assistito, attoniti, ad uno spettacolo indegno che ha esposto il nostro Paese a critiche invereconde, ma tutte meritate , che hanno evidenziato , con acredine, la deprecabile esistenza di un subdolo intreccio tra tifoserie e club di calcio che nulla hanno di vero sport.
E’ inaccettabile che di fronte a migliaia di persone ed a milioni di utenti, un cosiddetto capo tifoso che ha l’ardire di indossare una maglietta con la scritta inneggiante allo assassino di un onesto servitore dello stato, si permetta con un solo gesto perentorio di farsi ubbidire da una intera curva di migliaia di tifosi ed uno stato di diritto con alti rappresentanti in tribuna, autorizzi trattative con tale personaggio e sopporti l’oltraggio dei fischi all’inno nazionale.
É evidente il processo dissolutivo della nostra comunità nazionale, la debolezza delle istituzioni corrose da anni di delegittimazione dei fondamentali principi di autorità la cui credibilità é stata posta in evidenza proprio dai beceri oltraggiosi fischi, che hanno rafforzato, si badi bene, proprio chi alzando solo il pollice, riesce a farsi ubbidire.
E questo dovrebbe preoccuparci tutti.