Dopo diversi rinvii, il videomessaggio di Silvio Berlusconi è stato consegnato alle ore 18 del 18 settembre. Durata: 17 minuti. Una sintesi di vecchi e nuovi propositi, di vecchie e nuove accuse. Rilancio di Forza Italia, come previsto e annunciato, ma in chiave più movimentista, quasi para-grillina, che l’establishment del partito, tuttavia, finirà probabilmente per smorzare.
Qui, oggi, non interessa fare un bilancio del berlusconismo. Sarebbe prematuro. Né è opportuno fare previsioni di lungo termine. Solo una valutazione tattica sulla notizia vera contenuta nel messaggio: l’appoggio al governo Letta continua. Quanto alle proposte che faranno i ministri del Pdl per fare uscire l’Italia dalla crisi, si vedrà.
Berlusconi non ha staccato la spina al Governo né ha usato minacce o toni tali da provocare una qualsiasi rottura dell’alleanza. Proprio questo ha fatto infuriare il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, le cui dichiarazioni al termine del videomessaggio sono state sopra le righe. Ha detto: “Ho trovato le dichiarazioni fatte da Silvio Berlusconi sconcertanti per i toni da guerra fredda usati, offensivi nei confronti del centrosinistra”.
Così restano aperti tutti i problemi di Epifani, il primo dei quali è contenere Matteo Renzi. Adesso, senza crisi di governo, dovrà convocare il Congresso tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre e, probabilmente, cedere la sedia al sindaco di Firenze che, nei confronti di Enrico Letta, dovrà parlare chiaro, con riferimento a singoli contenuti della politica governativa.Spetterà quindi al nuovo segretario del Pd decidere quando la collaborazione con il Pdl dovrà finire.
Se Berlusconi avesse rotto l’alleanza, il Congresso del Pd sarebbe saltato ed Epifani sarebbe rimasto a gestire l’eventuale formazione di un Letta-bis o, come qualcuno già sostiene, un Amato-ter. Il presidente Napolitano, infatti, dopo il fallimento di Monti e quello eventuale di Letta, dovrebbe cercare un cavallo del tutto nuovo (si fa per dire), e l’avere nominato Giuliano Amato giudice della Corte costituzionale equivale, in prospettiva, alla nomina di Monti a senatore a vita e relative conseguenze.
Il discorso di Berlusconi non è stato entusiasmante, ma ha messo il Pd con le spalle al muro, e ha anche ridotto i margini di manovra di Napolitano senza però entrare in polemica con il Quirinale. La mossa è stata quindi tatticamente valida. La palla è stata rilanciata da Berlusconi nell’altra metà del campo. La partita sarà ancora lunga.