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Franco Roberti è il nuovo Procuratore Nazionale Antimafia. Auguri da Il Parlamentare.it

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Fabiohttp://www.fabiogallo.info
Classe 60, esperto di gestione della conoscenza e media digitali. Ha fondato la Città della Pace. Cura i Rapporti Istituzionali della Fondazione Culturale "Paolo di Tarso". Esperto dell'ITS IOTA Istituto di Alta Formazione per il Turismo e l'Ospitalità allargata della Puglia. Fondatore del Digital Cultural Heritage Museum dedicato al Patrimonio culturale italiano in chiave visuale. Fondatore e Direttore Editoriale delle Testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA. Portavoce del Movimento Sturziano NOI. Dispone di elevate competenze tecniche multidisciplinari, pensiero organizzativo ed innovativo, coniugato a forte pragmatismo logico, a spiccate doti comunicative, alla gestione di progetti e compiti complessi, con elevata capacità d’analisi e di ascolto. Forte propensione al lavoro in gruppo, in cui nel ruolo di teamleader presta attenzione allo stato motivazionale ed alla sua compattezza. Visita il Blog: www.fabiogallo.info

Franco Roberti - Procuratore Nazionale ANtimafia
Franco Roberti – Procuratore Nazionale ANtimafia

a cura di Goleminformazione.it

Il plenum del Consiglio superiore della Magistratura ha eletto la guida della Procura nazionale antimafia. Franco Roberti, 65 anni, a capo della Procura di Salerno dal 16 aprile 2009, ha ottenuto la meglio sul procuratore di Bologna, Roberto Alfonso. In tutti i candidati erano quattro, oltre a lui e ad Alfonso c’erano anche Luigi De Ficchy e Guido lo Forte.

A Roberti sono andati i voti dei togati di Area, di Unicost, di Corder e Nappi, dei laici di centrosinistra, di Alessandro Pepe (Mi) e del laico del Pdl Bartolomeo Romano. 
Sei i voti per Alfonso, da parte dei laici di centrodestra Marini, Zanon, Palumbo e Albertoni e dei togati di Magistratura indipendente Racanelli e Virga.
Di seguito la relazione di presentazione al Plenum del Csm da parte del consigliere Francesco Cassano

In virtù dei curricula professionali sopra riportati e delle norme giuridiche indicate, ritiene il Consiglio che il magistrato meritevole del conferimento del ruolo di Procuratore Nazionale Antimafia sia il dott. Franco ROBERTI, attualmente Procuratore della Repubblica a Salerno.

Il predetto magistrato è, infatti, tra i candidati, l’unico a vantare un curriculum che può leggersi come un avvicinamento progressivo, graduale e, si direbbe, naturale allo svolgimento delle ulteriori funzioni cui egli aspira.
Funzioni per le quali, si ripete, è la stessa legge a descrivere analiticamente i requisiti professionali, allorchè afferma che alla DNA è preposto un magistrato che abbia conseguito la quinta valutazione di professionalità, che possieda esperienza almeno decennale – negli specifici ruoli di pubblico ministero o giudice istruttore – nella trattazione di procedimenti relativi alla criminalità organizzata, che possieda anche specifiche attitudini e capacità organizzative.
Da tale descrizione, inoltre, è assolutamente ragionevole desumere, anche in forza degli specifici requisiti attitudinali previsti nella vigente circolare consiliare in materia di incarichi direttivi che, in considerazione della funzione e dei peculiari obiettivi della DNA, la specifica esperienza in materia di criminalità organizzata, meritevole del massimo apprezzamento, nella presente procedura, debba essere individuata specialmente in capo ai magistrati che abbiano svolto, per il periodo richiesto, le funzioni inquirenti in senso proprio (e cioè quelle di sostituto procuratore) e che, per giunta, abbiano esercitato tale ruolo in contesti fortemente interessati da criminalità di tipo mafioso.
Le considerazioni svolte, raffrontate con il percorso professionale del dott. ROBERTI, portano a ravvisarne la netta prevalenza rispetto a tutti gli altri concorrenti.

I parametri del “merito” e delle “attitudini”.

Il parere attitudinale specifico del Consiglio Giudiziario di Salerno, reso in data 21/3/2013, si esprime in termini particolarmente favorevoli. In primo luogo evidenzia il percorso
professionale svolto e l’alto profilo del magistrato che si è sempre distinto per diligenza, laboriosità e capacità.Già la ricostruzione delle sole funzioni svolte dal magistrato mette bene in luce la perfetta aderenza delle stesse rispetto ai requisiti professionali prefigurati dalla legge per la figura del Procuratore Nazionale Antimafia.

Il dr. Roberti, infatti, dopo una breve esperienza giudicante (anni 1976- 1982), ha prestato servizio quale sostituto procuratore presso il Tribunale di Napoli per oltre un decennio (anni 1982-1993), per poi assumere le funzioni di sostituto presso la DNA negli anni compresi tra il gennaio 1993 e l’agosto 2001, tornando poi presso la Procura partenopea per assumere un ruolo semidirettivo sino all’aprile 2009, epoca in cui è divenuto Procuratore a Salerno.

Il parere riferisce che il giudizio di “assolutamente eccezionali”, riferito alle qualità professionali del dottor ROBERTI, ha accompagnato tutta la carriera del magistrato; segnala l’equilibrio e l’imparzialità con le quali ha svolto le sue delicate funzioni, e, in particolare, quelle di coordinamento della DDA di Napoli (dal 1.11.05; fino al 31.10.05 ha svolto le funzioni di coordinatore delle sezione competenti per i delitti contro la personalità dello Stato e per i delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordinamento costituzionale e per le misure di prevenzione).
Il parere evidenzia che la “straordinaria dedizione al lavoro e le eccezionali capacità organizzative” del dottor ROBERTI ebbero già a manifestarsi “in maniera eclatante” nel corso del periodo di servizio al Tribunale presso San’Angelo dei Lombardi, coinciso con l’evento sismico del 1980, essendo egli riuscito a garantire continuità nel lavoro nonostante le condizioni ambientali difficilissime; entrato in servizio alla Procura di Napoli, si trovava subito ad affrontare complessi procedimenti di criminalità organizzata (in particolare quello alla “Nuova Famiglia”) e reati contro la P.A. e l’economia (in particolare quello del Banco di Napoli); nello stesso periodo si occupava della gestione dei collaboratori di giustizia, offrendo un valido contributo anche allo studio delle relative problematiche processuali.
Nel periodo di servizio presso la D.N.A., il dottor ROBERTI ha avuto modo di dimostrare appieno le sue capacità professionali, diventando un “punto di riferimento nel settore delle indagini sulla criminalità organizzata, in forza delle descritte eccezionali doti di cultura giuridica e di costante impegno professionale” (così il C.G. nel parere del 28.4.03). Si è occupato di importanti e complessi procedimenti di mafia ai quali il magistrato è stato applicato presso le D.D.A di Napoli, Potenza e Palermo, applicazioni tutte elogiate in termini di qualificata collaborazione anche in campo internazionale dai vari Procuratori Distrettuali, specie nel delicato settore dei collaboratori di giustizia.
A proposito del ruolo di Procuratore Aggiunto a Napoli, il capo dell’ufficio, descrivendo analiticamente il lodevole lavoro svolto dal magistrato, ne ha evidenziato le qualità di studioso con specifico riferimento al settore della criminalità economica e finanziaria ed ai rapporti internazionali, tanto da essere definito, nel successivo parere reso dal Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Napoli, come “punto di riferimento nel settore delle indagini sulla criminalità organizzata”. Al riguardo, si richiamano tutti i prospetti statistici in atti che evidenziano una “imponente e incessante attività” svolta dal magistrato nell’ambito delle funzioni di impulso investigativo e coordinamento della DDA.
Quanto alle attività organizzative concretamente svolte, il parere segnala che: ha curato la redazione della proposta dei criteri organizzativi per il biennio 2004-2005, approvata dal CSM; ha curato la redazione dei turni di servizio e di udienza dei Sostituti; ha redatto il protocollo organizzativo fra le Procure del distretto per la soluzione dei problemi interpretativi e organizzativi posti della “distrettualizzazione” delle indagini sui reati di terrorismo o eversione ex art. 51 c. 3 quater c.p.p.; ha partecipato anche a numerosi incontri di coordinamento fra magistrati europei e a varie delegazioni.
Nel parere reso dal Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Salerno in data 14.11.11, per la idoneità del dott. Franco Roberti al conferimento dell’ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, si esprime una valutazione di eccellenza rispetto a tutti i parametri oggetto di valutazione, in considerazione dell’incondizionato credito ed alta reputazione, non soltanto a livello locale e nell’ambiente giudiziario, ma nell’intera opinione pubblica nazionale.
Infine, nel rapporto informativo redatto dal Procuratore Generale di Salerno in data 15 marzo 2013, il dott. Roberti è definito “magistrato di eccezionale caratura professionale, alla luce delle valutazioni di assoluta laboriosità, alta preparazione e fattivo impegno, di correttezza e di libertà da condizionamenti, che fanno del dott. Roberti un magistrato serio, equilibrato ed apprezzato dai colleghi, dal ceto forense e dal personale giudiziario”.
Trattasi di magistrato di cui vengono rimarcate l’assoluta eccezionalità del profilo professionale nel corso di tutta la carriera, la straordinaria dedizione al lavoro e le pure eccezionali capacità organizzative, doti tutte manifestatesi anche in importantissimi uffici quali la Direzione Nazionale Antimafia ove ha svolto le funzioni di sostituto per oltre otto anni, e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, ove ha svolto funzioni di Procuratore aggiunto dal 2001, con delega per il coordinamento della D.D.A. – il cui territorio comprende zone ad altissima infiltrazione criminale, come il circondario della Procura di Santa Maria Capua Vetere – dall’ottobre del 2005, dopo aver coordinato i gruppi di lavoro competenti in materia di reati assai gravi, come quelli commessi con finalità di terrorismo, di eversione dell’ordinamento costituzionale, oltre che nel settore delle misure di prevenzione personali e patrimoniali.
Si richiamano poi i positivi elementi di valutazione, e si rimarca l’importanza del protocollo organizzativo stipulato fra le Procure del distretto di Napoli per la soluzione dei problemi interpretativi e organizzativi posti della “distrettualizzazione” delle indagini sui reati di terrorismo o eversione ex art. 51 c. 3 quater c.p.p..
Sotto il profilo del requisito di merito pure eccezionale è il profilo del dott. Roberti, cui viene riconosciuta una imponente e incessante attività, tenuto anche conto della massima rilevanza degli affari trattati, con particolare riguardo ai procedimenti di criminalità organizzata, nell’arco di una lunga carriera votata alle funzioni requirenti sempre ai massimi livelli. Il dott. Roberti risulta dunque dotato di una spiccata professionalità, acquisita ormai in oltre trenta anni di attività requirente di contrasto alla criminalità organizzata, in Italia ed all’estero (è stato delegato per i rapporti di cooperazione internazionale con gli Stati uniti di America, Canada, Francia, Irlanda e Giappone per conto della Direzione Nazionale Antimafia).

A proposito del ruolo di Procuratore della Repubblica di Salerno, si ricorda che il dr. Roberti è coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia (competente, oltre che per i delitti di cui all’art. 51, comma 3-bis, c.p.p., per quelli di cui all’art. 51, comma 3-quater, c.p.p., e per i rapporti col Tribunale di Sorveglianza di cui all’art.4- bis, comma 5, ord. pen.) e della Prima Sezione della Procura Ordinaria (competente, tra l’altro, per i delitti contro la personalità dello Stato, ad eccezione di quelli attribuiti alla DDA, per i delitti contro la Pubblica Amministrazione e per quelli in materia di appalti di opere e forniture pubbliche).
E’ stato coordinatore della Sezione Sesta-Misure di Prevenzione fino al 30 giugno 2011, quando ha delegato tale funzione al nuovo procuratore aggiunto. E’ attualmente coassegnatario di alcuni procedimenti penali di particolare complessità e delicatezza, in materia di criminalità organizzata e relativi alla competenza ex art. 11 c.p.p. , come previsto dal programma organizzativo ai sensi dell’art. 2 co. 2 D. L.vo 106/06.
Tra le direttive a fini di coordinamento più significative dal medesimo emanate, si segnalano quelle in materia di: criteri di gestione dei collaboratori di giustizia; criteri per la conservazione, gestione informatica e utilizzazione ai fini delle deleghe di indagini dei verbali delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia; collegamento permanente con Banca d’Italia e UIF per le indagini in materia di riciclaggio.
Particolare attenzione è stata rivolta al tema delle indagini patrimoniali finalizzate alla confisca obbligatoria ex artt. 416-bis, comma 7, c.p. e 12 sexies D.L. 306/1992, attraverso la fissazione di direttive volte a ricondurle nell’ambito delle indagini preliminari, in modo da presentare al giudice le richieste di sequestro ex art. 321 c.p.p. contestualmente alle richieste cautelari personali, ovvero alle richieste di rinvio a giudizio.
D’intesa con la Procura Generale, in data 16.9.2009, è stata inoltre rilanciata e promossa l’attualizzazione del Protocolli di intesa con le Procure del Distretto di Salerno per indagini collegate in materia di criminalità di tipo mafioso e terroristico-eversivo.
Sempre d’intesa con la Procura Generale, con note del 13.4.2010 e del 5.7.2010. è stata promossa la adozione del Protocollo Organizzativo tra le Procure del Distretto di Salerno in materia di misure di prevenzione antimafia.
I dati statistici allegati attestano l’instancabile impegno lavorativo del dr. Roberti, che, fra l’altro, quale coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, ha collaborato ad avanzare, nell’ambito di 46 procedimenti penali, 546 richieste di custodia cautelare e ad emettere 9 provvedimenti di fermo di indiziati di delitto nei confronti di 28 indagati.
Particolarmente significativi appaiono gli ulteriori dati statistici relativi alla attività svolta quale Procuratore della Repubblica di Salerno nell’ambito: dell’impulso all’attività e al coordinamento interno (riunioni di coordinamento per la DDA, riunioni di coordinamento per la Prima sezione, riunioni di coordinamento alla DNA, riunioni di coordinamento Interforze e del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Prefettura di Salerno); della predisposizione dei turni di “servizio esterno” e “detenuti” per i magistrati della DDA; dei turni mensili di servizio esterno e detenuti per la procura ordinaria e per la “distrettuale”; delle richieste alla Procura Generale della Repubblica, ex art 51 comma 3 ter, c.p.p. per la designazione del pubblico ministero per il dibattimento presso il Giudice compente; delle richieste alla Procura Generale della Repubblica ex art. 51, c. 3 ter, c.p.p. n. 45; delle designazioni ex art. 70 Ord. Giud..
II dr. Roberti ha, infine, curato la redazione di n. 160 ordini di servizio e circolari interne e n. 23 pareri per cambio funzioni e progressione in carriera per i magistrati.

Conclusione obbligata è dunque quella secondo cui la laboriosità del magistrato in valutazione è stata elevatissima anche nel periodo in cui ha svolto le funzioni di Procuratore della Repubblica di Salerno.
Va segnalato che il programma organizzativo redatto dal dr. Roberti, entrato in vigore 4 maggio 2010, ha determinato una progressiva diminuzione della pendenza, presso la Procura della Repubblica da lui diretta, in particolare per i Registri Noti e Ignoti. Dopo un iniziale periodo di assestamento dei dati nel secondo semestre del 2010, dovuto anche alla redistribuzione dei ruoli dei magistrati passati ad altre sezioni o ad altro ufficio (circa 5.000 fascicoli) le statistiche evidenziano una progressiva riduzione dei carichi. Tale riduzione ha assunto carattere di stabilità nonostante un significativo aumento dei fascicoli sopravvenuti nel registro Noti.
L’assoluta dedizione profusa dal dr. Roberti nella direzione della Procura di Salerno può essere tratta dalle iniziative che egli ha intrapreso a far tempo dall’assunzione dell’incarico; in particolare la Procura di Salerno ha avviato la informatizzazione dei procedimenti penali attraverso la digitalizzazione degli atti con il sistema ministeriale “Digit”, al fine di renderne più efficace e celere la gestione. I1 progetto, limitato, per ora, ai procedimenti di competenza della DDA, si propone I’obiettivo di rendere gli atti processuali disponibili in formato digitale fin dalle richieste avanzate dal PM al GIP nel corso delle indagini preliminari e, quindi, rendere i fascicoli navigabili e attingibili nel contenuto con modalità di word processing avanzato anche prima della fase di deposito degli atti ex art. 415 bis c.p.p. . Sono evidenti i vantaggi, in termini di tempestività degli interventi di contrasto giudiziario al crimine e più in generale di recupero di efficienza ed efficacia dell’intero sistema, che l’innovazione potrà comportare, ove si consideri che la digitalizzazione dei procedimenti nel passaggio dagli uffici requirenti a quelli giudicanti è stata classificata nella prima area delle prassi virtuose (best practices) degli uffici giudiziari, definite dalla Struttura Tecnica per l’Organizzazione istituita presso il CSM (cfr. delibera CSM 27 luglio 2010);
E’ stata intrapresa l’interlocuzione con la Regione Campania diretta a realizzare un Protocollo per l’avvio di lavoratori socialmente utili presso gli Uffici Giudiziari del Distretto della Corte di Appello di Salerno (già attuato per la Corte di Appello di Napoli), ai fini della informatizzazione del servizio archivio, obiettivo assolutamente essenziale e prioritario per il recupero di efficienza dell’ufficio.
Si segnala inoltre che in pieno spirito di collaborazione con il Tribunale, è stata segnalata la necessità e l’urgenza di adottare soluzioni organizzative che consentano l’effettiva celebrazione e una più spedita definizione dei processi presso le Sezioni Distaccate, che presentano percentuali di incidenza della prescrizione decisamente incompatibili con un livello pur minimo di efficienza del servizio giustizia.
Per altro verso, il dr. Roberti ha rilanciato e promosso l’attualizzazione del Protocollo di intesa con le Procure del Distretto di Salerno per indagini collegate in materia di criminalità di tipo mafioso e terroristico-eversivo ed ha promosso la adozione del Protocollo Organizzativo tra le Procure del Distretto di Salerno in materia di misure di prevenzione antimafia.
Eloquente il rapporto informativo del Procuratore Generale di Salerno, in cui l’impegno del magistrato in valutazione nell’espletamento del suo incarico viene definito come instancabile. Ulteriori elementi di conferma delle attitudini organizzative e programmatiche del dott. Roberti sono desumibili dall’ordine di servizio in data 20 settembre 2011, con il quale, nell’ottica di una efficace risposta giudiziaria alla fenomenologia criminale ed ai reati di competenza distrettuale, il territorio è stato suddiviso in cinque aree geocriminali che non coincidono con i circondari di riferimento, iniziativa quest’ultima assunta all’esito di consultazione con i magistrati addetti all’ufficio nell’ottica della dirigenza partecipata.
Degna di nota ê infine la prospettata riorganizzazione dell’ufficio di Direzione Nazionale Antimafia, come proposta nel “Progetto di massima in ordine alle linee organizzative generali della Direzione Nazionale Antimafia”, redatto dall’interessato in data 4 marzo 2013, che appare il frutto della profonda e completa conoscenza da parte del dott. Roberti del fenomeno della criminalità organizzata, delle dinamiche proprie dell’ufficio cui aspira e delle competenze del medesimo alla stregua della vigente legislazione.
Sul piano delle indicazioni da tradurre in modifiche normative, il dott. Roberti prospetta di attribuire al Procuratore nazionale antimafia la titolarità della proposta di misura di prevenzione patrimoniale, con modifica dell’art. 17 del codice antimafia, coerentemente con le funzioni di coordinamento e impulso in materia di misure di prevenzione e nell’ottica di una maggiore coerenza del sistema con raccordo ed armonizzazione di detto potere con le funzioni tipiche del procuratore nazionale antimafia di cui all’art. 371 bis commi 2 e 3, c.p.p. .
Altro obiettivo programmatico è quello di attribuire alla D.N.A. il coordinamento delle indagini in materia di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico e l’aumento dell’organico da 20 a 25-30 unità.
Sul versante strettamente organizzativo, si prospetta di rendere maggiormente efficace la funzione di impulso del PNA nei confronti dei procuratori distrettuali, al fine di un effettivo coordinamento delle attività di indagine, di un razionale impiego della polizia giudiziaria e nell’ottica della completezza e tempestività delle investigazioni.
In tale prospettiva si propone il ricorso alla attività di applicazione dei Sostituti ai procedimenti strategici, sia in materia penale che di prevenzione patrimoniale, in corso presso le singole Procure distrettuali, ciò anche al fine di garantire partecipazione attiva alle scelte investigative e processuali nel contrasto dei patrimoni illeciti e, più in generale, di restituire efficacia alla funzione di impulso e coordinamento.
Infine, a parere del dott. Roberti, deve perseguirsi il potenziamento della Direzione Nazionale Antimafia nel settore delle misure di prevenzione, in vista di una auspicabile attribuzione al PNA del potere di proposta di applicazione anche delle misure di prevenzione patrimoniali. Profondamente consapevole dell’importanza dell’innovazione tecnologica, il dott. Roberti ha imposto all’Ufficio una svolta innovativa che si è estrinsecata anche con l’avvio della informatizzazione dei procedimenti penali attraverso la digitalizzazione degli atti attraverso l’adozione del sistema ministeriale Digit.
Al fine di garantirne la celere ed efficace attuazione è stato disposto che i servizi di polizia giudiziaria, relativamente a tutti i procedimenti afferenti alla DDA, provvedano alla consegna di supporto informatico relativo alle informative depositate in formato cartaceo, comprensivo degli atti e documenti ad esse allegati.
Di assoluto rilievo appare altresì la predisposizione di organico progetto di gestione informatica del Servizio Archivio, onde rendere più celeri le verifiche preliminari al prelievo dei singoli fascicoli. Anche in tale settore, il dott. Roberti ha, pertanto, espresso capacità e doti di assoluta eccellenza e si è dimostrato capace di rendere disponibili per l’ufficio le più moderne innovazioni tecnologiche, conseguendo risultati tangibili sotto il profilo della gestione dei carichi di lavoro e, più in genere, della efficacia ed efficienza delle indagini. Particolare attenzione è stata rivolta dal dott. Roberti ai vice procuratori onorari, tenuto conto delle profonde innovazioni che vi sono state introdotte dal legislatore.
Peraltro, in forza di deleghe organizzative ricevute dal dirigente dell’ufficio, il dr. Roberti, già quale Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Napoli, ha svolto il ruolo di coordinatore delle sezioni oltre che a carattere organizzativo, in particolare: -ha curato per l’intero Ufficio di Procura -notoriamente il più grande d’Italia – la redazione dei turni di servizio e di udienza dei sostituti e dei vice procuratori onorari, nonchè l’applicazione della legge n.626/94 in materia di sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro; -ha partecipato alla riunioni trimestrali presso il Tribunale ex art. 15 D.Lvo. 273/89, -ha curato le indicazione per le nomine dei consulenti tecnici e l’aggiornamento del relativo elenco, anche at fine di garantire trasparenza ed equilibrio qualitativo e quantitativo nell’affidamento degli incarichi; – ha curato in prima persona i rapporti con l’ordine degli avvocati, la Camera Penale e con le altre categorie professionali; -ha predisposto gli elementi informativi ed i dati valutativi per le relazioni di inaugurazione dell’anno giudiziario; -ha redatto il protocollo organizzativo tra le Procure della Repubblica presso i Tribunali del distretto di Napoli, per la soluzione delle problematiche interpretative e attuative poste dalla “distrettualizzazione” delle indagini relative a delitti commessi con finalità di terrorismo o di eversione, di cui all’art. 51, comma 3-quater, c.p.p.; -ha promosso e partecipato all’incontro tripartito misto tra magistrati ed esperti in servizi di sicurezza spagnoli, italiani ed algerini, organizzato da Eurojust e svoltosi in Algeri il 19 febbraio 2004 per il contrasto alla organizzazione terroristica internazionale denominata Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento – G.S.P.C.; -ha organizzato la gestione del sistema informatico Re.Ge. – Inf. Atti per quanto concerne l’alimentazione e l’utilizzazione dei dati attinenti alla materia di competenza distrettuale della sezione terrorismo; – ha partecipato a numerose riunioni di coordinamento tra magistrati europei incaricati di indagini per fatti di terrorismo, organizzate presso Eurojust in Bruxelles e in Den Haag, in particolare: all’incontro tra i Paesi dell’U.E., svoltosi 1’8-9 aprile 2003 a Bruxelles, sullo stato delle indagini contro il terrorismo internazionale di matrice fondamentalista islamica; alla riunione di coordinamento svoltasi il 23-24 giugno 2004 in Den Haag – tra Italia, Regno Unito, Norvegia, Svezia, Belgio e Francia – relativa alle indagini collegate contro l’organizzazione terroristica internazionale G.S.P.C.; al meeting di coordinamento tra le Autorità giudiziarie di Italia, Belgio, Svizzera, Spagna e UK, svoltosi il 12 aprile 2005 in Den Haag in tema di indagini collegate contro il terrorismo internazionale di matrice fondamentalista islamica algerina col legata ad Al Quaeda (gruppo Lounici); all’incontro, promosso per il tramite di Eurojust, tenutosi il 29 aprile 2005 in Madrid presso l’Audiencia National ai fini del coordinamento delle indagini spagnole contro il Gruppo Combattente Marocchino-G.C.MA., responsabile degli attentati di Madrid dell’11.3.2004, e quelle italiane in materia di terrorismo di matrice islamica finanziato con i traffici di stupefacenti tra Spagna, Olanda e Italia (procedimento Al Foual Abdelilah); al meeting di coordinamento tra i Paesi dell’U.E., svoltosi 11 1-12 maggio 2005 in Den Haag, relativo alle indagini contro il terrorismo internazionale di matrice fondamentalista islamica; alla commissione rogatoria svoltasi in Madrid presso 1’Audiencia National il 7 luglio 2005 (procedimento Al Foual Abdelilah); alla riunione Eurojust in Italia sul terrorismo internazionale (gruppi algerini e marocchini), svoltasi a Stresa il 10-11 ottobre 2005, con incontro di coordinamento tra i rappresentanti di Italia, Spagna, Olanda, Francia e Marocco; ha partecipato, quale componente della delegazione italiana, ai lavori del Comitato Italia – USA 2002, the hanno avuto luogo in Washington D.C. dal 14 al 16 maggio 2002, presso l’F.B.I, sui temi del contrasto al terrorismo internazionale, al narcotraffico, all’immigrazione clandestina e alla criminalità informatica; – al Seminario organizzato dal C.S.M. in Roma, nei giorni 11-12 febbraio 2004, con i colleghi britannici del Crown Prosecution Service sulla riforma delle procedure di estradizione adottata nel Regno Unito (Extradition Act 2003); -ha effettuato, su invito personale del Governo Britannico, una serie di incontri con le Autorità britanniche preposte al contrasto del terrorismo e della criminalità organizzata transnazionale e del riciclaggio, per uno scambio di informazioni e di esperienze (Londra, 14-20 marzo 2004); ha contribuito, proponendo ricorso integralmente accolto dalla Corte di Cassazione- Sezione Seconda con sentenza in data 16 marzo 2005 (la prima dopo le modifiche normative dell’ottobre 2001), nel procedimento contro 28 indagati di nazionalità algerina che fornivano in Italia supporto logistico al G.S.P.C., alla formazione di un nuovo orientamento giurisprudenziale in materia di associazione con finalità di terrorismo internazionale, in particolare con riguardo alla valutazione degli elementi di prova e alla definizione di “fatto notorio” in un contesto criminale transnazionale. Il dr. Roberti ha inoltre partecipato, su invito personale, all’ Expert Working Group Meeting on Penal Model Law, organizzato dall’United Nations International Drug Control Programme (UNDCP) per la revisione del modello legislativo antidroga (Vienna, settembre 1996); – ha collaborato al Progetto di Ricerca in materia di appalti e di misure per prevenire l’infiltrazione della criminalità nelle commesse pubbliche, condotto dal T.M.C. Asser Instituut di Den Haag per incarico del Governo Olandese, tradottosi in un rapporto consegnato ai Ministeri degli Interni e di Grazia e Giustizia olandesi nell’aprile 1997; ha partecipato, su invito personale della Presidenza della Repubblica di Colombia, al Seminario Internazionale sul tema La libertad personal y colectiva en Colombia, svolgendo una relazione dal titolo “La negacion de la libertad coma consecuencia de las Maras” (Santafe de Bogota, luglio 1998); ha partecipato, su invito personale e quale componente ufficiale della delegazione italiana, all’Incontro fra magistrati dell’Europa del Sud sul tema del Contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, svolgendo una relazione sulle “filiere” del narcotraffico (Lione, Interpol, novembre 1998); – su richiesta dell’ Institut des Hautes Etudes de la Securite, ha tenuto una conferenza per magistrati e funzionari di polizia francesi sul sistema normativo italiano di contrasto alla mafia (Napoli, giugno 1999); – ha partecipato al Corso di preparazione alla carriera di Procuratore organizzato dalla Procura Generale dello Stato Spagnolo, avente per oggetto “I delitti contro la salute pubblica in materia di droghe”, con una relazione sul tema del “Trattamento giuridico in Italia della criminalità organizzata nel traffico illegale di stupefacenti” (Madrid, 25 – 27 ottobre 1999); – ha partecipato, quale componente della delegazione italiana, al Corso di formazione per i Pubblici Ministeri rumeni, nell’ambito del Programma UE “Tempus – Romania”, con una relazione sul tema “La cooperazione giudiziaria contro la criminalità organizzata e la criminalità economica ” (Bucarest 22 – 26 luglio 2000); – ha partecipato, su invito dell’United Nations Asia and Far East Institute for the Prevention of Crime and the Treatment of Offenders – UNAFEI, e del Ministero della Giustizia giapponese, apportando il contributo dell’esperienza italiana al 116° Corso Internazionale sul tema “Metodi efficaci per combattere il crimine organizzato trasnazionale nei procedimenti penali” (Tokio, 15 ottobre – 3 novembre 2000); – ha partecipato all’Incontro di Studio sul tema “Amministrazione centrale della Banca d’Italia”tenutosi a Roma il 4 e 5 aprile 2001, organizzato dal CSM in collaborazione con la Banca d’Italia; – ha curato dal 1984, per finalità di scambio di dati ed informazioni, nonchè per l’individuazione e la cattura dei latitanti, frequenti rapporti di cooperazione con 1′ U.S. Department of Justice e con organismi di polizia e giudiziari degli Stati Uniti d’America, tra cui la Organized Crime Task Force dello Stato di New York, nonchè con l’ IACC; – ha visitato gli Stati Uniti d’America, su invito del Governo U.S.A., nell’ambito del programma Internazionale di scambi culturali amministrato dalla United States Information Agency – USIA, incontrando numerosi esponenti istituzionali, approfondendo la conoscenza della realtà americana (ottobre 1993); – ha partecipato, quale componente della delegazione italiana, al Northern Africa Counterterrorism Seminar, organizzato dall’African Centre for the Study and Research on Terrorismi (ACSRT), svolgendo una relazione in lingua inglese sul tema Fighting islamist terrorism at a judicial level through the experience of the Office of the Prosecutor of the Tribunal of Naples – Algeri (Algeria), 2-4 aprile 2008.

Non può poi omettersi di segnalare che il dott. Roberti è dotato di non comune bagaglio di esperienza nella organizzazione e direzione degli Uffici requirenti di dimensioni grandi e medio — grandi. Quale Procuratore della Repubblica di Salerno egli ha adottato il programma organizzativo, nel quale sono state assunte scelte volte alla razionalizzazione e recupero delle risorse. In tale ottica meritano rilievo: l’adozione di scelte di priorità nella trattazione dei procedimenti, volte a creare una sorta di corsia preferenziale per alcune notizie di reato concernenti fattispecie particolarmente allarmanti o tali da arrecare effetti gravemente pregiudizievoli per le parti offese, con l’obiettivo di razionalizzare al meglio le risorse esistenti; la costituzione della sezione Misure di Prevenzione, la cui azione a strettamente collegata con quella della DDA per i reati di cui all’art. 51, comma 3 bis-quater c.p.p., nell’ottica di un efficace contrasto alla criminalità organizzata sotto il profilo dei patrimoni illeciti; la costituzione della nuova sezione Quinta, competente per i reati urbanistici, ambientali ed in materia di farmaci ed alimenti e per quelli, connessi ai primi, contro l’industria ed commercio; la costituzione di un gruppo di lavoro composto da personale della Sezione di polizia giudiziaria per I’affiancamento ai magistrati nelle indagini in materia ambientale ed rafforzamento del già esistente gruppo di lavoro per i “reati seriali” contro il patrimonio; l’attribuzione alla Sezione che si occupa della esecuzione penale di tre sostituti, di cui uno per la DDA per l’esecuzione delle sentenze di condanna di cui all’art. 51, comma 3 bis-quater c.p.p.„ la valorizzazione del ruolo dei VPO, provvedendo a dotarli delle necessarie strumentazioni informatiche e con la previsione del collegamento at servizio archivio digitale della trascrizione dei verbali di udienza da attuare per l’intero Ufficio ove prima possibile; I’adozione di criteri uniformi nella gestione delle annotazioni Re.Ge., fissati con ordine di servizio n. 21 del 16.6.2009, per far fronte ai segnalati difetti di coordinamento con le cancellerie del GIP e del Dibattimento, che in numerosi procedimenti non riflettevano correttamente il contenuto dei provvedimenti adottati dal PM.; la validità dei criteri adottati è stata pienamente confermata nella direttiva emanata dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione n.10565/UAI del 28/5/10 avente ad oggetto “Relazioni di cui all’art. 6 D.Lvo 20.2.2006 n. 106”; il controllo sull’esito processuale dei procedimenti e determinazioni in materia di impugnazioni, prevedendo una maggiore responsabilità del PM (togato o onorario) nel curare l’informazione sulla definizione dell’udienza stessa, nonchè l’esame ed il visto del Procuratore della Repubblica o dei procuratori Aggiunti, in relazione alle materie assegnate alle sezioni dagli stessi coordinate, sugli statini dei singoli processi definiti alla udienza preliminare o dibattimentale; la costituzione di un quadro, costantemente aggiornato, degli incarichi conferiti ai consulenti nei procedimenti in carico alla Procura della Repubblica, aggiornato con i provvedimenti di nomina via via adottati, at fine di garantire trasparenza e perequazione nella gestione degli incarichi, curando che gli stessi vengano affidati a professionisti di comprovata esperienza ed affidabilità; l’istituzione dell’ Ufficio Centrale intercettazioni al fine, da un lato. di razionalizzare le spese e l’impiego delle risorse umane e, dall’altro, di assicurare la circolazione dei flussi documentali relativi alle attività medesime, con l’obiettivo di conseguire lo snellimento delle procedure, maggiore efficienza e funzionalità del servizio ed un costante monitoraggio sia di spesa che dell’equa distribuzione delle attività tecniche tra le società affidatarie delle medesime; l’adozione di direttive a fini di coordinamento, assunte quale coordinatore della DDA e della prima Sezione della procura Ordinaria, particolarmente in materia di gestione dei collaboratori di giustizia, conservazione, gestione informatica e utilizzazione ai fini delle deleghe di indagini dei verbali di dichiarazioni dei collaboratori di giustizia; collegamento permanente con la banca D’Italia e UIF per le indagini in materia di riciclaggio; le direttive in materia di indagini patrimoniali finalizzate alla confisca obbligatoria ex art. 416 bis c.p., comma 7, e 12 sexies D.L. 306/92, nel senso che esse debbano essere svolte necessariamente nel corso delle indagini preliminari, in modo da presentare al giudice le richieste di sequestro ex art. 321 c.p.p. contestualmente alle richieste cautelari personali ovvero alle richieste di rinvio a giudizio.

Va poi precisato, per illustrare adeguatamente la vastità dell’esperienza acquisita rispetto alle varie forme di criminalità mafiosa, che, quale sostituto della Procura Nazionale Antimafia, il dott. Roberti ha svolto incarichi di: Coordinatore del Dipartimento “Camorra”; Componente del Dipartimento “Cosa Nostra”; Componente del Servizio “Appalti Pubblici”; Componente del Servizio ” Studi e Documentazione”; Delegato per i rapporti di cooperazione internazionale con gli Sati Uniti D’America, Canada, Francia, Irlanda e Giappone.

Egli ha inoltre partecipato a numerose riunioni di coordinamento tra magistrati europei incaricati di indagini di terrorismo, organizzate presso Eurojust in Bruxelles e in Den Haag. Quanto ai rapporti con i magistrati senza funzioni direttive o semidirettive, riferisce il Consiglio Giudiziario che, per conoscenza personale del relatore e dello stesso CG, che il dott. Roberti abbia coordinato e diretto l’ufficio secondo un modello largamente partecipato, costituendo un punto di riferimento per ogni singolo sostituto, dimostrandosi quotidianamente disponibile non solo alla discussione e risoluzione di problemi a carattere organizzativo, ma a qualunque esigenza manifestatagli nel corso dello svolgimento della attività giudiziaria. Sicuramente ampia è pure la competenza ordinamentale, sia per il duplice incarico organizzativo rivestito, sia per essere stato componente del Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Napoli per il biennio 1985-87.
E’ stato consulente della Commissione Parlamentare Antimafia nella XI Legislatura. E’ stato componente della Commissione Ministeriale per la riforma del codice penale presieduta dall’on. G. Pisapia.
Degne di specifica menzione, inoltre, sono le 30 pubblicazioni del dr. Roberti in materia penale, meglio descritte nell’autorelazione e nel parere.
Nell’anno 2009 gli sono stati conferiti il premio nazionale “Marcello Torre” per l’impegno civile, ed il premio internazionale “Joe Petrosino” per i risultati conseguiti net contrasto giudiziario alla criminalità organizzata di tipo mafioso in Campania.

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