Adesso il timore della recessione è concreto. Adesso il segno meno è comparso davanti ai dati sulla crescita. Con un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, l’Istat ha registrato per il periodo luglio-settembre 2011 il primo dato negativo del prodotto interno lordo dal quarto trimestre 2009, quando aveva registrato un calo dello 0,1%.
“La crescita acquisita per il 2011 è pari allo 0,5%”, ha spiegato l’Istat aggiungendo che è il risultato che si otterrebbe se nel quarto trimestre la variazione congiunturale fosse nulla. Nello stesso periodo, però, il pil è aumentato in termini congiunturali dell’1,5% in Giappone, dello 0,5% negli Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito, dello 0,4% in Francia. “La produzione di beni e servizi in Germania – ha avvertito Simon Juncker, esperto dell’Istituto tedesco per la ricerca economica Diw – potrebbe arretrare fino ad assumere un valore negativo e non si esclude nemmeno più una possibile recessione”.
“Il prodotto interno lordo nel terzo trimestre 2011 è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente – ha spiegato l’istituto di statistica – nei confronti del terzo trimestre 2010 si rileva invece un aumento dello 0,2%”. L’Istat ha spiegato che nel terzo trimestre 2011 “tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione”. Le importazioni si sono ridotte dell’1,1%, le esportazioni sono cresciute dell’1,6%. “Il terzo trimestre 2011 – informa ancora l’istituto di statistica – ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno del terzo trimestre 2010”. Anche l’Abi conferma i dati dell’Istat e prevede per il 2012 un “quadro recessivo” e una situazione di sostanziale stagnazione per il 2013. “La crescita del pil italiano non supererà lo 0,6% nel 2011, perderà lo 0,7% nel 2013 e recupererà allo 0,2% nel 2013 – ha spiegato l’Abi – il decreto ‘salva Italia’ influirà con una riduzione della crescita di quattro decimi tra 2012 e 2013”. Ad ogni modo, secondo il rapporto Afo dell’Abi, il Belpaese dovrebbe raggiungere il pareggio di bilancio già nel 2013.
Nel terzo trimestre del 2011 la spesa delle famiglie è diminuita dello 0,2%. In calo dello 0,6% quella della pubblica amministrazione e delle istituzioni sociali private dello 0,6%. “Rispetto al trimestre precedente si registra una contrazione anche degli investimenti (-0,8%), determinata da una flessione dell’1,2% di quelli in costruzioni e del 4,9% degli investimenti in mezzi di trasporto, mentre la spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti è aumentata dello 0,5%”, ha sottolineato l’Istat facendo notare che, per quanto riguarda la spesa delle famiglie sul territorio nazionale, “dal terzo trimestre 2010 al terzo trimestre 2011, si è registrato, complessivamente, un aumento dello 0,3%: gli acquisti di servizi sono cresciuti dell’1,6%, quelli di beni durevoli dello 0,4%, mentre i consumi di beni non durevoli hanno mostrato un forte calo (-0,8%)”. Gli investimenti fissi lordi hanno segnato una diminuzione del 2,0%. “In particolare – ha spiegato l’Istat – si registra una flessione degli investimenti in mezzi di trasporto (-9,6%) e in costruzioni (-3,2%), mentre è aumentata la spesa in macchinari e altri prodotti (+1,4%)”.
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