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giovedì, Novembre 21, 2024

Mario Oliverio: siamo in campo per una battaglia di libertà, di dignità

Mario Oliverio: siamo in campo per una battaglia di libertà, di dignità. Per liberare la Calabria dalla cappa che ne impedisce la crescita, ne comprime e mortifica ogni energia positiva

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Siamo in campo per una battaglia di libertà, di dignità. Per liberare la Calabria dalla cappa che ne impedisce la crescita, ne comprime e mortifica ogni energia positiva”.

Gerardo Mario Oliverio

Così, il comunicato agli organi della stampa di Gerardo Mario Oliverio, già Presidente della Regione Calabria tradito dal PD. Lo stesso PD che ha più volte tradito i suoi stessi ideali e che oggi è altro. Mario Oliverio non si arrende perché sa tutto e sa anche che questo è il tempo nel quale bisogna parlare chiaro, fuori dalla diplomazia dei vertici dei partiti che molto spesso hanno tradito i cittadini. L’ex Presidente della regione Calabria lo sta facendo impegnandosi a portare all’interno della Cittadella Regionale la sua lista che vede a capo Maria Francesca Corigliano, molto amata e in maniera assolutamente trasversale, da molti per la sua onestà e per come ha svolto il suo compito istituzionale in passato.

I commissariamenti romani – afferma Gerardo Mario Oliverio – hanno prodotto e continuano a produrre seri danni alla comunità calabrese. Primo fra tutti quello della Sanità, dove oltre 10 anni di gestione commissariale romana hanno impoverito i servizi sul territorio, chiuso 18 ospedali, indebolito e smantellato le strutture ospedaliere, favorito l’emigrazione verso strutture sanitarie di altre regioni, moltiplicando il debito. Da presidente di Regione mi sono battuto strenuamente per liberare la Sanità dal commissariamento ma interessi potenti, alleati con i poteri romani, hanno prevalso sugli interessi della popolazione calabrese. La nostra è stata una lotta condotta in solitudine, contro i Governi romani di ogni connotazione politica.

L’altra cappa da cui bisogna liberare la Calabria è quella del commissariamento romano della politica, che ha cancellato ogni forma di partecipazione dei cittadini calabresi alle scelte di interesse collettivo. Il commissariamento, da circa 3 anni, del PD ha dato un colpo mortale alla vita democratica. Il centro sinistra è stato portato ad una sconfitta pesante alle ultime elezioni regionali e non si è avvertita neanche la necessità di fare una riflessione critica sulle ragioni di quel disastro. Realtà e forze fondamentali della sinistra e del centro sinistra sono rimaste inascoltate da una gestione burocratica, arrogante, indifferente e chiusa ad ogni domanda di partecipazione democratica. Si è ancora una volta impedito il ricorso alle primarie per la scelta del candidato presidente, praticate nel resto d’Italia e la scelta dei candidati e delle liste nel PD è stata fatta con la sola preoccupazione di preservare l’elezione di soggetti che rispondono al sistema correntizio romano, volgarmente preoccupati della conservazione di un posto in Consiglio Regionale. La mia candidatura è a Presidente, sono in campo non per un posto di Consigliere Regionale, lo sono stato a 26 anni dietro input di Enrico Berlinguer, ma per servire ancora una volta la Calabria, le donne, gli uomini, i giovani e le ragazze.

È ai candidati della nostra lista che affidiamo la rappresentanza in Consiglio Regionale del nostro progetto di rigenerazione della sinistra calabrese. Io dal mio partito ho ricevuto e ho anche dato molto. Sarebbe inopportuno ritirarmi, come se l’obiettivo della mia vita politica fosse stato quello di avere una pensione da parlamentare. Io devo ancora restituire quello che mi è stato dato innanzitutto dalla Calabria che mi ha eletto a rappresentarla nelle sedi istituzionali perché ha creduto nella mia lealtà. E per lealtà il mio impegno va avanti con questa nuova sfida. Una sfida anomala, perché caratterizzata dall’incubo della pandemia. Ma è soprattutto perché questo è un momento particolarmente difficile e la Calabria ha bisogno di uomini e donne che sappiano agire alla luce dei valori che hanno guidato la nostra intera esistenza. Sollevare dal bisogno, recuperare il mancato sviluppo, proteggere la Calabria dal saccheggio messo in atto verso le risorse ad essa destinate, combattere contro il pregiudizio che ne blocca la crescita economica e sociale. È quello che ho sempre fatto e che bisogna continuare a fare per affermare anche in Calabria i diritti costituzionali che al momento vedo negati. La Calabria deve avere coraggio di reagire alle paure. Il coraggio di liberarsi dai gioghi di stampo feudale e affermare la propria dignità”.

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