Di Fabio Gallo/direttore editoriale/
Le condizioni in cui versa l’Ospedale Civile di Cosenza sono note da tempo come i casi di malasanità, i tempi di attesa cui sono sottoposti i pazienti che ad esso ricorrono e, come dimostra questo sequestro, le condizioni igienico sanitarie. Lo sforzo tanti medici impegnati con serietà professionale tale da fare eccellere, ad esempio e solo per citarne uno, il reparto di Cardiologia, è vanificato da una struttura fatiscente che richiederebbe un impegno politico e istituzionale serio, per la risoluzione definitiva del problema. L’Annunziata, ricordiamo, è riferimento sanitario di un bacino di cittadini provenienti dalla provincia davvero importante e sembra, nonostante le reiterate denunce di esponenti politici locali e regionali, non riuscire a emergere da una crisi che ormai sa di grottesco.
Oggi i Carabinieri – comunica ANSA – hanno sequestrato 7 sale operatorie dell’ospedale civile “Annunziata” di Cosenza dopo avere accertato una serie di carenze sotto il profilo igienico-sanitario. Il provvedimento é stato emesso dal pm della Procura della Repubblica, Donatella Donato, sotto le direttive del Procuratore, Mario Spagnuolo, e del procuratore aggiunto Marisa Manzini. Il sequestro é stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Cosenza assieme ai militari del Nas.
Le sale operatorie sequestrate sono quelle dei reparti di Chirurgia generale e di Ortopedia, ove è presente anche una sala di day surgery per oculistica. Il sequestro é stato disposto con facoltà d’uso condizionato e segue a controlli che hanno evidenziato rischi di contaminazione derivanti dalla promiscuità nel ciclo sporco-pulito, dalla presenza di locali adibiti a stoccaggio di rifiuti speciali in aree non previste, nonché dal mancato rispetto dei parametri microclimatici e microbiologici previsti con la pressurizzazione delle sale operatorie.
Di certo l’intervento della Procura della Repubblica di Cosenza ha finalmente acceso i riflettori su una vicenda che, a questo punto, non può che fare i conti con la realtà e prenderne atto innanzi alla Magistratura che sembra l’unica istituzione atta al ripristino dell’ordine e della legalità. La Sanità pubblica, servizio primario per la salute e la tutela dei diritti del cittadino alla cura, in Calabria è un dramma.
L’immagine pubblicata è prelevata dalla rete e non rappresenta una delle sale sequestrate.