A cura di Fabio Gallo /IL PARLAMENTARE.IT/
Roma – Se proprio vogliamo parlare della gestione dell’immenso Patrimonio Culturale Italiano e dell’incapacità di strutturarlo perché esso diventi la vera mecca dell’economia italiana, dobbiamo analizzare almeno due fattori: il primo, relativo all’incapacità della politica italiana di comprendere per tempo il potere della rete; il Secondo, la perdita di memoria da parte dei cittadini italiani, dovuta allo spopolamento delle migliori intelligenze, in modo particolare dal Mezzogiorno d’Italia ove si concentra una imponente quantità di storia plurimillenaria che costituisce il vero grande valore del Territorio se speso con intelligenza moderna e connettiva.
Entrambe le questioni sono gravi, anzi, gravissime, poiché costituiscono il motivo per cui l’Italia sta perdendo quotidianamente enormi flussi di economia che potrebbero arrivare nelle tasche degli Italiani e in quelle dello Stato se solo, con umiltà, la politica riuscisse ad applicare l’intelligenza degli esperti di gestione della conoscenza, disciplina, quest’ultima, amplificatasi nel suo utilizzo con l’avvento della Rete (Internet). Di fatto la gestione di massa dei flussi turistici, così come di tutti i servizi legati alla gestione informatica, anche nel settore FOOD e non solo, non entrano nelle casse italiane.
L’ITALIA E L’INCAPACITA’ DI GESTIRE IL MADE IN ITALY
Un solo esempio pratico per aiutare il lettore: ogni giorno in Italia rinunciamo alle royalty provenineti dalle prenotazioni alberghiere che vengono effettuate tramite i motori di ricerca per lo più esteri. E così per tutto quanto viene veicolato dalla rete gestita, come ben sappiamo, da Google, Yahoo, Bing e altri motori di ricerca che altro non sono che società che gestiscono dati a pagamento. Se paghi sei primo in prima pagina altrimenti rischi di non esistere. Siamo dunque gestiti da un mostro che manipola ogni cosa che ci appartiene e ne trae un vantaggio in termini di economia pura.
NE HO PARLATO AGLI ALUMNI BOCCONI: LA SOLUZIONE C’E’
Ma la soluzione c’è e prima che in altre conferenze, ne ho parlato facendo carico sulla mia esperienza nel settore della gestione della conoscenza, nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali insieme a Derrick de Kerckhove, direttore del McLuhan Program in Culture & Technology dell’Università di Toronto, insieme al quale abbiamo tenuto banco annunciando ciò che sarebbe accaduto, esattamente come poi è accaduto.
Già in questa sede ho dimostrato come il magnetismo generato dall’aggregazione di interessi comuni gestiti da un “collo di bottiglia” intelligente in grado di gestire il Made in Italy sarebbe stato in grado di dialogare con l’esterno e generare nuove economie. E ciò fu detto nel corso della stessa relazione in cui annunciai che Google sarebbe stato superato da Facebook (all’epoca impensabile).
LA POLITICA NON ASCOLTA LE INTELLIGENZE ITALIANE
La domanda è: ma se abbiamo queste menti da veri visionari, come mai non le ascoltiamo? Dunque il terzo problema in Italia è l’incapacità di ascoltare le intelligenze che hanno soluzioni. Si parla di decine e decine di miliardi di euro cui l’Italia rinuncia annualmente solo perché non riesce a rinunciare alla tentazione di appropriarsi di idee, programmi e progetti di Giovani competenti e capaci, saccheggiarli e realizzarli male. Il paradosso? E’ che a fare la fortuna delle multinazionali estere sono proprio quelle intelligenze italiane costrette a migrare.
OGGI NEL CIBO SANO IL FUTURO DELLE NAZIONI LEADER
Oggi, dopo anni che ne parlo con dati alle mani è “LA REPUBBLICA” a titolare “I PREDATORI DEL TURISMO ITALIANO” e a dare vita ad un Reportage che merita di essere letto più volte dagli esperti. Vedrete come l’Italia e il suo grande Patrimonio Culturale che produce economia è ceduto alle multinazionali dall’ignoranza della politica italiana incapace di avere una visione olistica del suo futuro perchè esso possa essere più grande di quanto siamo capaci di immaginare oggi. Ecco il link: INCHIESTA LA REPUBBLICA.
Giusto per offrire al lettore che voglia determinare un miglior futuro (capita che i Ministri abbiano tempo per leggere ILPARLAMENTARE.IT), concludo suggerendo la lettura del rendiconto di una storica giornata che ho vissuto grazie all’invito delle Associazioni Scuola di Atene e Alumni Bocconi il 4 Luglio del 2013. Il tema che mi è stato chiesto di affrontare quale relatore della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” era quello affrontato da “La Repubblica” dopo 2 anni. Ciò significa che nulla è cambiato, anzi, le cose peggiorano e perdiamo economie quotidianamente. Economia che la politica ricerca frugando ancora nei diritti acquisiti della povera gente.