Corre anche sulla frontiera del web la guerra contro il terrorismo jihadista dell’Isis, e quindi “ogni cittadino che usa internet deve diventare un hacker patriottico“. E’ l’appello del vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, lanciato in un’intervista al settimanale Panorama.
“Serve – ha detto Esposito – una risposta asimmetrica con l’hashtag #noncybercrisis: non mandare più in onda né rilanciare video o tweet dei terroristi.
Si può diventare hacker patriottici non cliccando ‘mi piace’ su una foto o un video dell’Isis, non rilanciare un loro tweet perchè significa rilanciare anche le paure ancestrali che i terroristi vorrebbero suscitare in noi. Loro vogliono utilizzare le nostre paure per portare l’Occidente a scatenare una guerra santa”. “I giovani – ha riferito Esposito – sono i più a rischio. Le tre adolescenti scomparse per andare con l’Isis sono state attratte perché non conoscono la Siria o l’Iraq. Dalla Slovenia sono partiti una ventina di ragazzini dai 12 ai 17 anni. Ecco perché – ha concluso il vicepresidente del Copasir – lancio un altro hashtag: babyterroristi. Va integrato lo statuto della Corte penale internazionale che protegge i bambini-soldato, ma non quelli arruolati come terroristi”. askanews