Via libera della Camera al ddl bilancio di previsione dello Stato e alla nota di variazione collegata alla legge di stabilità. La manovra passa ora al Senato per l’ok definitivo. La Camera ha approvato la legge di stabilità. A favore della legge di stabilità hanno votato 258 deputati, contro 103, 3 si sono astenuti. Prove di dialogo tra governo ed Enti locali e Comuni sulla legge di Stabilità. I Comuni da giorni minacciano infatti ritorsioni: non ce la fanno a chiudere i bilanci e sono ‘investiti’ da una vera e propria valanga di novità normative (dalla mini-Imu alla Tasi, passando per le società partecipate). Ma il governo tenta ancora la via del dialogo. Ad esempio il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, annuncia un’importante novità: è infatti in arrivo un decreto legge per rimpinguare i soldi previsti dalla Legge di Stabilità per le detrazioni Tasi che passerebbero dai 500 milioni attuali a 1,2-1,3 miliardi. E anche il premier, Enrico Letta, tende la mano e tenta di riattivare il dialogo: ”questa – dice da Bruxelles – è la prima legge di stabilità che dà ai Comuni e non taglia”. Il governo farà ”attenzione” alle questioni poste ma – aggiunge – ”invito i Comuni ad avere un atteggiamento dialogante, perché con il dialogo i problemi si risolvono”. Il premier spera di riannodare una situazione che ieri sembrava prossima allo strappo con l’appello dei sindaci direttamente a Giorgio Napolitano (lamentavano un taglio da 1,5 miliardi) e l’accusa dritta al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, reo di avere – diceva il presidente Anci, Piero Fassino – ”un atteggiamento pregiudiziale verso i Comuni”. Se quindi in parte sul tema ‘casa’ si profila una soluzione, molte sono le novità che riguardano le amministrazioni locali. Ad esempio, secondo Anci e Cgil ”la necessaria riforma del sistema delle società partecipate dalle Pubbliche amministrazioni non può avvenire con interventi contraddittori e frammentari, come è avvenuto con la legge di Stabilità, le cui misure in materia, in particolare su istituzione e aziende speciali hanno l’effetto di colpire i servizi alla persona ( nidi, scuole dell’infanzia e servizi di assistenza) gestiti dai Comuni, e la preziosa risorsa lavoro impiegata”. E malumore diffuso si respira anche tra le Regioni per quanto riguarda trasporti, sanità e tagli vari. ”La spesa pubblica regionale ammonta al 22% di quella nazionale – dice ad esempio la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini – ma con i loro tagli gli enti pubblici locali hanno contribuito a una diminuzione globale della spesa del 34% in tre anni. Si stanno chiedendo dallo Stato centrale sacrifici soprattutto a Regione e Comuni, proprio quegli enti che sono poi chiamati a garantire ai cittadini i servizi essenziali, come la sanità e il trasporto pubblico”. ANSA