di ASCA /
Di nuovo si riunisce la Giunta per il regolamento del Senato che deve decidere le modalita’ di voto dell’Aula sulla proposta di decadenza di Silvio Berlusconi. La decisione e’ stata presa dopo la seduta di ieri sera in cui si sono confermate inconciliabili le posizioni di Pd e Pdl. Francesco Nitto Palma, Pdl, presidente della commissione Giustizia, propone di riconvocare la Giunta per il 4 novembre. Luigi Zanda, capogruppo del Pd a palazzo Madama, contropropone una seduta a oltranza. Nitto Palma basa la sua richiesta sulle motivazioni della sentenza della Corte d’appello di Milano, rese pubbliche proprio ieri, nelle quali si ribadisce come quella della decadenza sia un effetto amministrativo della sentenza penale: ”Il fatto che si sia precisato come la decadenza sia una sanzione amministrativa va a vantaggio della nostra tesi sull’irretroattivita’ della legge Severino. Una sanzione amministrativa, infatti, non puo’ avere effetti retroattivi. Pertanto chiediamo che i lavori della Giunta vengano sospesi e si rimandino tutti gli atti alla Giunta per le immunita”’. Per il Pd, quanto scritto dai giudici di Milano sulle motivazioni conferma che la sentenza e’ passata in giudicato e che questo fa fede ai fini della retroattivita’ piuttosto della data in cui e’ stato commesso il reato Secondo il Pdl, il Pd starebbe cercando di modificare il regolamento che nei casi come quello di Berlusconi prevede il voto segreto e non palese. Il Pd ribatte sostenendo che il Pdl punta ad allungare i tempi della decisione. M5S e Sel chiedono che il Senato si pronunci quanto prima, ma proprio l’Aula di palazzo Madama ha bocciato ieri la loro proposta di calendarizzare il voto sulla decadenza al 5 novembre. In Giunta non ci sarebbero i numeri per procedere alla riforma del regolamento, da qui l’ipotesi che prevalga la proposta del voto segreto in continuita’ con la prassi del Senato seguita in altre occasioni simili che hanno riguardato un singolo senatore. Sul tema interviene Matteo Renzi, in corsa per la segreteria del Pd: ”Io sono per il voto palese, se questo puo’ servire a fare in modo che ogni senatore si assuma la sua responsabilita”’. Dichiara Beppe Grillo, che ieri ha fatto la spola tra Camera e Senato: ”Voto palese, il voto segreto e’ una vergogna. Noi siamo per il voto assolutamente palese. Noi facciamo quello che diciamo. Non siamo come loro, basta con questa pantomima”. Renato Schifani, capogruppo del Pdl al Senato, e’ convinto che non si riuscira’ ”a trasformare l’Aula in un plotone di esecuzione contro Berlusconi” e invita Piero Grasso, presidente di palazzo Madama, a sospendere i lavori della Giunta del regolamento da lui stesso presieduta ”per evitare che il regolamento del Senato venga cambiato con un colpo di mano”. Oggi, concluse le relazioni, si procedera’ al dibattito e a seguire al voto che pero’ potrebbe slittare a domani. La Giunta ha anche la possibilita’ di scegliere di non esprimersi, lasciando la decisione finale sulle modalita’ di voto all’Aula. Secondo alcune indiscrezioni, lo stesso Berlusconi potrebbe chiedere il voto palese per evitare imboscate da parte dell’ala governativa del Pdl e per sfidare coloro che ne chiedono la decadenza. Si e’ intanto appreso che il calendario dei lavori dell’Aula del Senato non prevede fino al 22 novembre il voto sulla decadenza. Da qui gli attacchi del M5S che accusa Pd e Pdl di voler fissare il voto a dicembre, dopo che il Senato avra’ approvato la legge di stabilita’ in modo da non creare problemi al governo prima di quella scadenza. Ma il presidente Grasso replica sostenendo che dopo il pronunciamento della Giunta su voto palese o segreto verra’ convocata una nuova conferenza dei capigruppo per stabilire la data della votazione dell’Aula che non sara’ necessariamente dopo la legge di stabilita’. Berlusconi si appella al premier Enrico Letta chiedendo che sia il governo a prendere posizione sulla non retroattivita’ della legge Severino che prevede decadenza e incandidabilita’ per chi e’ stato condannato per reati gravi come la frode fiscale: ”La delega della legge e’ ancora aperta. Basta aggiungere una riga per dire che non e’ retroattiva. Letta dica si’ o no”. Aggiunge l’ex premier: ”Il voto sulla mia decadenza sarebbe una macchia sulla democrazia italiana destinata a restare nei libri di storia: il leader di centrodestra escluso cosi’, con una sentenza politica che e’ il contrario della realta’, perche’ non si riesce a batterlo nelle urne”. Le parole di Berlusconi confermano che sono imprevedibili gli effetti sull’esecutivo del voto del Pd a favore della decadenza