10.8 C
Rome
venerdì, Aprile 18, 2025

Corte Costituzionale da ragione a Giorgio Napolitano: il conflitto c’è

Must read

Eleonora Cafiero si candida a Rende a sostegno di Sandro Principe che incarna la grande politica

Eleonora Cafiero, 49 anni, umanista, cittadina di Rende, impegnata per oltre dieci anni come capo segreteria dell'Ufficio Cultura...

Tribunale di Cosenza: Repsol Italia al banco degli imputati per il reato di tentata estorsione

Si è svolta oggi dinanzi al tribunale di Cosenza la prima udienza nei confronti di Giuseppe MARRAZZO e Sanjuan Sanchez SARACHAGA, rispettivamente...

Angelo Gangi: lasciate la statua di Giacomo Mancini dov’è

La Redazione/ Sono certo che il Sindaco di Cosenza saprà rivedere la propria posizione assunta, sull'allocazione della statua raffigurante...

Si è tenuta ieri a Rende un’Assemblea congiunta dei 42 delegati rendesi, dei movimenti civici “Noi” e “Servire l’Italia”

Si è tenuta ieri a Rende un'Assemblea congiunta dei 42 delegati rendesi, dei movimenti civici "Noi" e "Servire l'Italia". L'assemblea, sia pur...

Il Presidente della repubblica Italiana Giorgio Napolitano
Il Presidente della repubblica Italiana Giorgio Napolitano

ROMA – Il conflitto di attribuzione tra il Capo dello Stato e la Procura di Palermo c’è. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, dichiarando ammissibile il ricorso di Giorgio Napolitano contro la Procura di Palermo sulla vicenda delle intercettazioni delle telefonate con Nicola Mancino.

Il Quirinale aveva presentato il ricorso dopo le intercettazioni indirette di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato fatte nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.

I giudici della Consulta hanno ritenuto fondato il ricorso perché Capo dello Stato e Procura di Palermo sono entrambi poteri dello Stato.

Il Quirinale sostiene che il Presidente non poteva essere intercettato e che le registrazioni dovevano essere distrutte. Secondo i pm palermitani, invece, la distruzione può essere disposta solo dal giudice per le indagini preliminari.

Le telefonate al Presidente Napolitano erano state registrate intercettando le conversazioni telefoniche dell’ex ministro Mancino, la cui utenza era stata messa sotto controllo su mandato dei magistrati palermitani. Quelle registrazioni non sono state distrutte.

Il Presidente della Repubblica, ritenendo lese le proprie prerogative garantite dall’articolo 90 della Costituzione, ha fatto ricorso alla Consulta.

La Procura di Palermo sostiene invece che per procedere alla distruzione delle intercettazioni è necessaria, in base al codice di procedura penale, un’apposita udienza, in contraddittorio, davanti al gip.

- Advertisement -

More articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -

Latest article

Eleonora Cafiero si candida a Rende a sostegno di Sandro Principe che incarna la grande politica

Eleonora Cafiero, 49 anni, umanista, cittadina di Rende, impegnata per oltre dieci anni come capo segreteria dell'Ufficio Cultura...

Tribunale di Cosenza: Repsol Italia al banco degli imputati per il reato di tentata estorsione

Si è svolta oggi dinanzi al tribunale di Cosenza la prima udienza nei confronti di Giuseppe MARRAZZO e Sanjuan Sanchez SARACHAGA, rispettivamente...

Angelo Gangi: lasciate la statua di Giacomo Mancini dov’è

La Redazione/ Sono certo che il Sindaco di Cosenza saprà rivedere la propria posizione assunta, sull'allocazione della statua raffigurante...

Si è tenuta ieri a Rende un’Assemblea congiunta dei 42 delegati rendesi, dei movimenti civici “Noi” e “Servire l’Italia”

Si è tenuta ieri a Rende un'Assemblea congiunta dei 42 delegati rendesi, dei movimenti civici "Noi" e "Servire l'Italia". L'assemblea, sia pur...

Harris ammette, Trump si prepara a prendere il potere

la vicepresidente degli Stati Uniti ha reso noto di avere perso contro Trump ma comunica al suo elettorato che la battaglia continuerà....