Un altro fedelissimo di Silvio Berlusconi, l’onorevole Maurizio Paniz, prende le distanze dal premier – accusandolo d’aver sbagliato ”a portare una commistione fra pubblico e privato” – e in un’intervista al sito ‘Ilnordest.eu’ candida alla guida di un governo del centrodestra che traghetti il Paese alle elezioni del 2013. Paniz esclude peraltro che Berlusconi possa essere nuovamente candidabile nel 2013. A questo punto se dovesse rifiutare Gianni Letta l’attuale formazione di governo vedrebbe il suo declino in caduta perpendicolare anche a causa della spinta logica e razionale che il mondo delle Imprese italiane daranno verso una svolta di cambiamento, qualunque essa sia. L’estrema difficoltà del momento che non è certo frutto solo dell’attuale legislatura sta, però, gravando tutta sul governo Berlusconi che deve farsi oggi carico di una soluzione efficace e credibile in ambito internazionale.
Gianni Letta potrebbe a sua volta uscire con le ossa rotte nonostante la sua indubbia capacità relazionale tra mondo della politica e mondo cattolico aderente all’esigenza di una nuova classe politica. Bisogna dire che su Silvio Berlusconi e su Gianni Letta stanno franando anche le mura che rendevano saldi settori strategici italiani capaci di produrre economia quali la Cultura e il Turismo, oggi senza redini. Non che la sinistra abbia fatto meglio. Basta ricordare l’epoca Rutelli per comprendere come questi due settori abbiano ricevuto un colpo di grazia definitivo, consegnando all’attuale Governo un’Italia ridicolizzata in ambito internazionale.
Ma con il ministro Urbani ai Beni Culturali prima e Brambilla poi nel settore Turismo, Berlusconi e Letta hanno legittimato una politica bidimensionale dell’immagine e dei protocolli d’intesa che di fatto hanno inginocchiato la produttività italiana inducendo la Chiesa a rendersi attiva e portavoce di una nuova mission etica della politica.
Risulta altrettanto ovvio che i problemi attuali sono riconducibili a tutta la classe politica italiana che nel gioco dell’alternanza democratica hanno perso la dignità di una nazione che grazie al lavoro e ai sacrifici dei singoli cittadini, ha saputo coniare il Brand più ricercato e imitato nel mondo: il Made in Italy.