Fabio Gallo si rivolge al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano all’alba delle dimissioni di Silvio Berlusconi perché la questione della Società SGR sia tra le prime ad essere affrontate e risolte dall’amministrazione Monti. Si tratta delle quattro società Vertis, Atlante (Intesa), Quantica e Vegagest che ormai sono al centro di un vero scandalo che rischiava di fagocitare anche il Ministro Brunetta. Queste società, in pratica, gestiscono 153,1 milioni di Euro di cui 76,5 milioni di Euro pubblici, da investire su progetti nel settore Innovazione a vantaggio del Sud.
Proprio alcuni giorni prima che Silvio Berlusconi rassegnasse le sue dimissioni anche il Corriere della Sera a firma di Massimo Sideri ha trattato la questione dalla quale dipende il decollo di progetti strategici, e vediamo perché. Intanto vi forniamo un link sul quale potrete approfondire: http://www.ilparlamentare.it/2011/11/renato-brunetta-e-le-societa-sgr-ecco-i-fondi-non-spesi-nel-sud-2-0/.
Fabio Gallo esperto di gestione della conoscenza spiega al Presidente Giorgio Napolitano che la perversa modalità di gestione dei Fondi dei contribuenti da parte delle Società SGR deve essere fermata fino a quando esse dimostrano palesemente, innanzi a specifica commissione, di essere ciò che dicono di essere e dimostralo con i fatti. Sussistono, afferma Fabio Gallo – elementi chiari che testimoniano la dichiarata incapacità di un loro valutatore, di valutare elementi strategici per la scelta dei progetti e la relativa assegnazione dei fondi.
“Signor Presidente – scrive Fabio Gallo a Giorgio Napolitano per il tramite de IL PARLAMENTARE.IT – è doveroso ringraziare la Presidenza del Consiglio dei Ministri per avere reso disponibili alla Società SGR 76,5 milioni di Euro da finalizzare a progetti innovativi capaci di sviluppare nuove economie e dunque lavoro. Ancor di più perché la Presidenza del Consiglio del Ministri lo ha fatto in previsione di una durissima crisi che Lei, Signor Presidente, sta personalmente cercando di risolvere per il miglior bene del nostro Paese.
Occorre, però, che in questo momento ci si determini a cucire un abito nuovo all’economia italiana e non apporre sugli strappi di quello vecchio delle toppe, se pur , a differenza di prima, vellutate o damascate.
Quando accadono questioni così significative in ambito di finanziario – continua Fabio Gallo – è anche perché l’economia italiana ha creato un mostro dalla facciata barocca che in pochi anni, nel disfarsi per colpa o merito di un preciso disegno della politica finanziaria oltr’Alpi, ha mostrato il suo vero aspetto verminoso. Vermi che hanno almeno 20 anni di politica di ogni colore ma soprattutto di ignoranza e di incapacità letale di non sapere utilizzare la ricerca e l’intelligenza per creare valore. Ad esempio, l’ignoranza della politica nel settore della Gestione della Conoscenza che oggi determina il bello e cattivo tempo nel mondo delle economie di Rete, è senza fondo. A questa indispensabile premessa, sinteticamente, mi pregio offrirle alcuni elementi perché Lei possa intervenire anche nella direzione di queste Società SGR con lo stesso vigore che ha mostrato prendendo per i capelli la situazione nazionale. Se rimetterà in acqua la grande barca e tutti ci metteremo a remare, appare chiaro che ogni piccola falla, sarà nuovamente mortale per il Paese che verrà. Dunque, l’intervento che le chiedo è motivato dall’alta componente etica che ha portato la sua Persona a dovere intervenire per il bene comune.
I progetti innovativi – spiega a Giorgio Napolitano l’esperto Fabio Gallo – sono strategici perché la Rete (Internet) è, tra le altre sue fondamentali funzioni, la sorgente delle nuove economie italiane. La Rete genera annualmente decine di Miliardi di Euro che finiscono esclusivamente nelle tasche di società estere. Ciò significa che per ogni servizio che l’Italia vende e movimenta tramite la Rete, una significativa royalty finisce nelle tasche di società non italiane che vivono e operano all’estero. Questo dato è stato completamente trascurato perché nessun politico ha mai affrontato la questione e nessuno, tranne la Fondazione “Paolo di Tarso” , ha mai sollevato il problema. Negli ultimi 10 anni ciò ha prodotto un disvalore finanziario che ha indebolito al punto tale l’Italia da non renderla più capace di reagire e fronteggiare la questione delle nuove economie di rete, in determinati settori. Le Società SGR hanno percepito il business ma capita spesso che alle buone intenzioni seguano meno buone azioni, specialmente quando a mediare sono degli incapaci. I Fondi gestiti dalle Società SGR potrebbero e devono colmare questo vuoto strategico. Se questi fondi dei contribuenti affidati alle SGR venissero spesi nella direzione per cui gli stessi fondi dello Stato sono stati ad esse affidati, in soli tre anni l’Italia potrebbe riprendere il suo potere “connettivo” e generare economia. Capitali finanziari che sarebbero interamente “ITALIA”, degli italiani, per gli italiani e capaci di rappresentare un notevole peso sulle trattative, ad esempio, nel settore Turismo, Food & Beverage, Tessile, etc. in ambito mondiale. Sono personalmente testimone e lo posso dimostrare con le carte ai suoi Uffici, di una di queste Società SGR di riconoscere e stimare il successo di un progetto Innovativo. E su questa capacità di valutare che si gioca il tutto. E’ come dire che se in un supermercato si “regalasse l’Intelligenza, essa rischierebbe di rimanere tutta poichè per riconoscere l’Intelligenza occorrono persone Intelligenti. Ecco, semplificando al massimo, spero di avere detto tutto. Se il soggetto che deve valutare il progetto ammette di non avere gli strumenti per farlo, come è possibile che esso possa rappresentare una Società SGR che chiede i Fondi dello Stato? Per concludere, Signor Presidente, non le farò mancare un dato: 76,5 miloni di Euro non sono poi chissà quanti se li poniamo sul piatto della bilancia dei numeri spaventosi del nostro debito. Ma è mio dovere di Italiano, e per questo ho deciso oggi per la prima volta di metterci la mia stessa faccia, dirle quanto possono fruttare 76,5 milioni se investiti come si deve su progetti strategici: essi possono essere l’avvio concreto della riappropriazione di oltre 50 Miliardi di Euro annui a favore dell’economia italiana con un indice moltiplicatore elevatissimo, per ogni anno che verrà. E’ poco? E’ trascurabile? Non penso. Questo è il primo compito che affiderei nel settore IT (Innovation Tecnology) al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti”
Qual è il potenziale dell’economia digitale in Italia? Quali ostacoli ne frenano lo sviluppo? Quali iniziative possono favorire lo sviluppo digitale del paese? Tutte domande alla quali
Ecco anche il punto di vista del DAG (Digital Advisory Group) che afferma oggi quanto Fabio Gallo ha sostenuto ben due anni addietro nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Certo, c’è da chiedersi come facesse a sapere tutto questo in così largo anticipo.