Dopo il sì dell’Europa a Silvio Berlusconi le acque restano agitate nella maggioranza. Alcuni parlamentari del Pdl stanno lavorando ad una lettera-appello al premier, nella quale si chiede ancora a Berlusconi di allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue.
Gli ‘scontenti’ del Pdl nella lettera appello – che inizia con un “Caro presidente Berlusconi” – rinnovano ancora la fedeltà al premier, ne sottolineano i “grandi meriti politici” e chiedono di poter continuare a sostenerlo, ma avvertono che senza un un cambio di passo no potranno più garantire il loro sostegno. Per non finire “su un binario morto” – scrivono – è tempo di “rilanciare l’azione politica, allargare la maggioranza parlamentare alle forze che tradizionalmente hanno fatto parte della nostra coalizione e dare una svolta all’azione di Governo”. Dell’appello, che ancora non si sa quante firme avrà in calce – si è a lungo discusso nella riunione di ieri di una quindicina di senatori con Beppe Pisanu, ma anche nelle riunioni degli scajoliani e tra diversi altri esponenti del Pdl. “Ci sentiamo in dovere – si legge nella bozza del documento – con la lealtà e la sincerità che ti abbiamo sempre dimostrato, di rappresentarti il nostro critico convincimento sulla situazione politica dell’attuale maggioranza parlamentare che sostiene il tuo Governo. Dobbiamo oggettivamente registrare che l’esIguità dei numeri, in particolare alla Camera, non consente a questo Governo di poter affrontare neanche l’ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, e tanto meno quindi, di dare quelle risposte, anche molto impegnative sul piano del consenso sociale, che la drammatica situazione economico finanziaria richiede”, soprattutto dopo la lettera discussa ieri a Bruxelles dal premier. La coalizione di maggioranza – si legge ancora – “non ha alcuna realistica possibilità di vittoria nei prossimi appuntamenti elettorali”. “Da parte nostra – si conclude la bozza della lettera-appello -, la lealtà, il senso di disciplina e responsabilità che abbiamo finora dimostrato, sostenendo l’iniziative del Governo anche quando i provvedimenti non erano in sintonia con i nostri principi e i nostri programmi, non potrà da oggi essere più garantita in assenza di una forte discontinuità politica e di Governo”.
NAPOLITANO: FASE COMPLESSA, GARANTIRE STABILITA’ – “Per chi abbia la missione di garantire la stabilità monetaria e finanziaria in Italia e in Europa, anche al fine di sostenere nuove prospettive di crescita economica e sociale” è una “fase di particolare complessità e difficoltà”. Lo ha detto Napolitano ricevendo al Quirinale Mario Draghi e Ignazio Visco.
Il Capo dello Stato sottolinea che la stabilità monetaria e finanziaria è necessaria “anche al fine di sostenere nuove prospettive di crescita economica e sociale”. “Su invito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – rende noto un comunicato della presidenza della Repubblica – si è tenuta in Quirinale una breve cerimonia augurale per il professor Mario Draghi, che si accinge ad assumere la funzione di Presidente della Banca Centrale Europea, e per il dottor Ignazio Visco, nominato Governatore della Banca d’Italia”. “Il Capo dello Stato – prosegue la nota – ha espresso al prof. Draghi il più convinto riconoscimento per l’alto servizio reso al paese, e ha formulato fervidi voti per l’opera che attende entrambi in una fase di particolare complessità e difficoltà per chi abbia la missione di garantire la stabilità monetaria e finanziaria in Italia e in Europa, anche al fine di sostenere nuove prospettive di crescita economica e sociale”.
LETTERA UE: I SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA – Noi non siamo d’accordo a mettere mano sui licenziamenti, ci sembra una provocazione mentre il Paese ha bisogno di coesione”. Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che al Tg2 preannuncia: se verrà modificato “l’assetto dei licenziamenti senza il consenso delle parti sociali la Cisl andrà allo sciopero”. Per la Cgil sono “misure da incubo” quelle contenute nella lettera presentata ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al vertice di Bruxelles. E preannuncia: “il sindacato reagirà con la forza necessaria”.
In particolare, secondo la Cgil, le misure su cui si è impegnato il Governo sono “norme a senso unico contro il lavoro e il modello sociale italiano. Sono all’interno di una lettera da libro dei sogni, incubi per la verità”. Se l’obiettivo è assumere e non licenziare, commenta il segretario confederale, Fulvio Fammoni, “il governo mandi subito una raccomandata urgente a Bruxelles dicendo che si è sbagliato”. L’Europa, aggiunge, “accetta per non far sprofondare le borse e soprattutto per commissariare, non più solo politicamente ma di fatto, il nostro paese. Ecco il risultato di un governo non più credibile per nessuno e dannoso per l’Italia. Come nel paese dei balocchi si scrive che ‘il governo trasformera’ le aree di crisi in aree di sviluppò, siamo al ridicolo”.
Nel merito delle proposte contenute nella lettera “oltre alla propaganda, poiché la lettera è chiaramente non un programma di governo ma il futuro manifesto elettorale del partito di Berlusconi, lo sviluppo è inteso solo come: libertà di licenziare con una disoccupazione reale ben oltre il 10%; il termine efficienza dell’impresa significa libertà di licenziare per ogni evenienza, una specie di istigazione a delinquere verso un sistema produttivo in cui gli ammortizzatori sono a fine corsa; punire ancora i lavoratori pubblici, con un governo che ha già programmato il licenziamento di altri 200 mila precari nei prossimi 3 anni con in più mobilità obbligatoria e cassa integrazione, cioè meno lavoro e ulteriore drastico taglio dei servizi; intervenire sulle pensioni, in particolare contro le donne il mezzogiorno”. Non c’è traccia invece, rileva ancora il sindacalista, di lotta al sommerso o dell’introduzione di una patrimoniale. “E’ evidente l’unidirezionalità delle scelte che punta a far diminuire la pressione del sistema delle imprese che, pensando in modo avaro di essere al riparo da questi provvedimenti, si scordano cosa detto fino a ieri e danno un giudizio positivo. Il sindacato, nessuno si illuda e mi auguro unitariamente, reagirà con la forza necessaria per non far varare queste norme ingiuste”.
CAMUSSO, LETTERA E’ UNA SOMMA DI LUOGHI COMUNI – La lettera di Berlusconi all’Ue “é piena di luoghi comuni” che servono a far passare “tre attacchi mirati”. Lo dice la leader della Cgil, Susanna Camusso, in un’intervista a Repubblica in cui sottolinea che alla Bce si “può anche dire di no” e allo stesso tempo “fornire un’alternativa: fare quello che si fa negli altri Paesi e decidere di investire sulla crescita”. Il triplice “attacco” per Camusso è rivolto alle norme sul lavoro, “intollerabile il via libera al licenziamento tirando in ballo la lotta al precariato”, sui dipendenti pubblici e sulle pensioni. In quest’ultimo ambito, spiega, “si fa una forzatura ad un sistema che è in equilibrio e senza indirizzare nemmeno una piccola parte delle risorse che s’intende recuperare a favore della previdenza dei giovani”.
UIL: PRONTI A SCIOPERO CONTRO LICENZIAMENTI – Se il Governo confermerà i contenuti della lettera all’Ue per la parte relativa alle norme sul lavoro la Uil si vedrà costretta allo sciopero generale di tutte le categorie. E’ la posizione della Uil, secondo quanto apprende al termine della riunione della segreteria del sindacato.
CENTRELLA: NON C’E’ALTERNATIVA A SCIOPERO GENERALE – Il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, avverte in una nota che, “di fronte all’ennesimo provvedimento contro lavoratori e pensionati, senza un briciolo di condivisione con le parti sociali e di equa distribuzione dei sacrifici, non c’è alternativa allo sciopero generale”.
BOSSI, VOTO NON ORA, TREMONTI SI E’ DEFILATO – ”Dalla Ue è venuto un giudizio positivo, ci siamo impegnati, mica potevamo spaccare l’Europa”, così Umberto Bossi, in partenza dall’aeroporto di Ciampino, giudica il modo in cui è stata accolta la lettera che Berlusconi ha portato a Bruxelles. Bossi sottolinea che “Tremonti si è defilato”. “Si vota quando sarà il momento, non è adesso, ora si va avanti”, dice Bossi. “Se non avessimo rispostonel modo giusto all’Europa sulle pensioni saremo andati subito al voto”, aggiunge il leader della Lega nord. Sulle pensioni di anzianita’ “non è una mia vittoria ma è una vittoria della giustizia. Peraltro su quelle di vecchiaia scrivete il falso perché non è cambiato nulla”, ha aggiunto.
BERSANI, MERCE USATA, GOVERNO IN AULA – ”A parte le minacce inaccettabili di entrare a pie’ pari sul mercato del lavoro, tutto il resto e’ merce usata”: lo afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani parlando della lettera inviata all’Ue chiedendo che il governo riferisca in Parlamento. ”Spieghi – aggiunge – il rispetto del calendario”.
A parte le misure sul mercato del lavoro, afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, la lettera inviata dal governo all’Ue “é merce usata venduta come nuova in modo francamente sconcertante. Io per carità di patria non faccio l’elenco punto per punto ma – aggiunge – ci sono vere e proprie prese in giro”. Ragione per cui, “il governo venga in Parlamento – conclude Bersani – e spieghi il rispetto di quel calendario e ci faccia vedere cosa c’é di nuovo e come possa essere rispettata la tabella di marcia”.
PD: LICENZIAMO LEGA, NO ATTACCHI A LAVORO – “E’ surreale sentire il capogruppo della Lega, Reguzzoni, cantare, anzi urlare, vittoria nell’aula di Montecitorio dopo che Berlusconi è andato a Bruxelles ad annunciare licenziamenti facili e misure sullo sviluppo tutte ancora da mettere in cantiere. Il leghista Reguzzoni è diventato un vero pasdaran berlusconiano, ma non lo sentiamo parlare quando la maggioranza viene battuta in quest’aula”.Così Michele Ventura vicepresidente vicario dei deputati del PD. “Quanto alla lettera e agli impegni il presidente del consiglio europeo Van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Barroso – spiega – sembrano quasi non crederci quando ripetono di volerne vedere la realizzazione. Forse a Bruxelles non farà piacere sentire che l’azionista Bossi, fa sapere che sulle pensioni ‘non cambia niente’. A Berlusconi e alla sua maggioranza diciamo che siamo fieramente contrari agli attacchi al lavoro. In un momento in cui l’Italia non cresce, l’unico intervento annunciato è quello sui licenziamenti”.
ALFANO: SFIDA PER TUTTI,SI COLLABORI FINO A 2013 – “Non è tempo di strane alchimie né di arabeschi, ed è bene che anche le opposizioni lo comprendano. La lettera del Governo italiano all’Ue è un documento impegnativo e serio, che fa discendere la necessità di comportamenti politici conseguenti e lineari non solo per la maggioranza, ma per tutti quelli che davvero vogliono bene al Paese”. E’ quanto dichiara, in una nota, il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano che precisa: “Il mio auspicio è che, su quei punti, il Governo Berlusconi trovi collaborazione in Parlamento da qui al 2013”.
CASINI: PATTO SCELLERATO CONTRO LAVORO – La lettera del governo italiano alle istituzioni europee è “un patto scellerato sottoscritto tra Berlusconi e Bossi che in cambio della libertà di licenziamento non mette mano alle pensioni”. Lo dice il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. “Se si vuole un mercato del lavoro più flessibile – ha aggiunto Casini – bisogna dare qualcosa in cambio” per questo “serve un patto con le parti sociali che in cambio di una maggiore flessibilità preveda una riduzione della pressione fiscale su imprese, lavoro e famiglie in cambio di una maggiore tassazione delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni”.
“L’opposizione – secondo il leader dell’Udc – è al momento della verità: l’Europa deve sapere che c’è un’alternativa seria che non rifiuta la lettera della Bce e che anzi, sa declinarla in modo equo. L’Udc e il Terzo Polo lavoreranno per questo. Gli amici di Vasto devono comprenderlo”.
SEL: VOGLIONO IMPOVERIRE LAVORATORI E PENSIONATI – “E’ imbarazzante assistere ad un Parlamento ridotto a curva di uno stadio, che si accapiglia sul nulla, mentre il Premier sceglie modalità extraparlamentari di dialogo con le istituzioni europee”. E’ duro il commento di Sinistra Ecologia Libertà sul piano anticrisi del governo affidato a Massimiliano Smeriglio, responsabile nazionale economia e lavoro di Sel. “Nel merito – prosegue l’esponente di Sel – riteniamo un accanimento ideologico il non voler procedere sulla strada della patrimoniale e del taglio delle spese militari, mentre si continua invece imperterriti a impoverire lavoratori e pensionati. La crisi non si supera con licenziamenti più facili, né indebolendo il lavoro pubblico con l’inganno della mobilità obbligatoria o della cassa integrazione. La svendita del patrimonio pubblico e la privatizzazione dei servizi pubblici locali, poi, sono miopi stratagemmi. Senza il rilancio dei consumi interni, basato su salari e pensioni più certi, senza politiche a sostegno del ceto medio e del welfare, gli italiani non si salveranno”. “C’é bisogno di un nuovo governo – conclude Smeriglio – capace di costruire un’alternativa concreta al furore antipopolare di Berlusconi e dei banchieri della Bce”.
DONADI (IDV): E’ SOLO FUMO NEGLI OCCHI – “La lettera con le misure economiche italiane è solo fumo negli occhi dell’Unione Europea, nella speranza di tirare a campare ancora un po’. Un testo da un lato illusorio, ma dall’altro molto preoccupante, perché, come sempre, attacca i diritti dei cittadini più deboli e chiede solo a loro di pagare il conto della crisi. Questo governo non ha la forza, i numeri e la capacità di governare l’Italia”. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
BERLUSCONI: BINI SMAGHI LASCI PER NON CREARE FRIZIONI – ”Con Sarkozy non ho avuto modo di parlare. Non ci siamo incontrati. Purtroppo con la Francia c’e’ il caso di Bini Smaghi che non aiuta. Se posso approfitto di Porta a Porta per fare un appello a Bini Smaghi perche’ lasci evitando frizioni con la Francia”. Lo ha detto intervenendo con una telefonata a Porta a Porta, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il premier ha chiesto proprio alla trasmissione di Vespa di rivolgere un appello in questo senso ricordando che ”Bini Smaghi e’ stato nominato dal governo e che oggi il governo gli chiede di dimettersi per non creare un casus belli”.
“E’ sempre meglio rispettare gli impegni presi”. Lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy riferendosi alla ‘permanenza’ di Lorenzo Bini Smaghi nel board della Bce. Quanto all’appello rivolto a Bini Smaghi da Berlusconi a Porta a porta, Sarkozy ha osservato: “Non so se la tv sia il modo migliore per far passare il messaggio”. “Non voglio intromettermi nella politica italia”, ha poi aggiunto Sarkozy. Ma è certo che “nel board della Bce ci sono due italiani e nessun francese. C’é un impegno preso ed è sempre meglio rispettare gli impegni”.