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giovedì, Novembre 21, 2024

Alfano: Cambia la Legge Elettorale. Marcegaglia: “Salviamo l’Italia”

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Fabiohttp://www.fabiogallo.info
Classe 60, esperto di gestione della conoscenza e media digitali. Ha fondato la Città della Pace. Cura i Rapporti Istituzionali della Fondazione Culturale "Paolo di Tarso". Esperto dell'ITS IOTA Istituto di Alta Formazione per il Turismo e l'Ospitalità allargata della Puglia. Fondatore del Digital Cultural Heritage Museum dedicato al Patrimonio culturale italiano in chiave visuale. Fondatore e Direttore Editoriale delle Testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA. Portavoce del Movimento Sturziano NOI. Dispone di elevate competenze tecniche multidisciplinari, pensiero organizzativo ed innovativo, coniugato a forte pragmatismo logico, a spiccate doti comunicative, alla gestione di progetti e compiti complessi, con elevata capacità d’analisi e di ascolto. Forte propensione al lavoro in gruppo, in cui nel ruolo di teamleader presta attenzione allo stato motivazionale ed alla sua compattezza. Visita il Blog: www.fabiogallo.info

Angelino Alfano e Silvio Berlusconi su IL PARLAMENTARE.IT

ROMA – “La legge elettorale si cambia. Come Pdl, avendone io parlato con tanti e con il presidente del Consiglio Berlusconi, siamo già al lavoro. La prossima settimana convocherò un tavolo di soggetti istituzionalmente competenti per cambiare questa legge elettorale”. Così il segretario del Pdl Angelino Alfano, al dibattito organizzato dalla fondazione Nuova Italia. L’obiettivo, ha affermato Alfano, è “ottenere il risultato di candidati non calati dall’alto ma spinti dal basso, per essere rappresentativi dell’intero paese e dei singoli territori”.

Allo stesso tempo Angelino Alfano afferma che “si deve restituire al cittadino il diritto di scegliersi deputato e senatore, ma anche conservare quello di scegliere il proprio premier senza incorrere nel rischio di tornare indietro di 20 anni. Pretenderemo – continua Alfano – la salvaguardia del bipolarismo e della democrazia trasparente. Ciascuno deve dichiarare a quale coalizione appartiene, altrimenti riproponiamo i vizi del bipolarismo”.

CONFALONIERI: IL PREMIER DEVE RESISTERE

Tra i primi a dire che il Premier Silvio Berlusconi non deve mollare è  il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. ”Sono perche’ lui resista, non vedo perche’ debba lasciare”. Questa la sua affermazione in riferimento alla permanenza alla guida del governo rilasciata nel corso di una intervista a cura di Lucia Annunziata nel corso di un faccia a faccia al festival del diritto di Piacenza. Guardando all’ipotesi di un governo tecnico, magari guidato dall’ex commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, Confalonieri ha sottolineato che ”non capisco cosa possa fare, nell’eventualita’, Monti, che e’ una persona che stimo, per risolvere questa crisi. Ci vorrebbe una maggiore concordia ma e’ chiaro – ha osservato – che se due si sono dati botte per anni trovare un accordo e’ difficile”. Il presidente di Mediaset, incalzato sull’opportunita’ di dare un consiglio a Silvio Berlusconi, si e’ limitato a osservare che ”con il premier siamo amici da quando avevamo 14 anni. Lui ha un anno piu’ di me anche se – ha scherzato – camuffato un po’ sembra piu’ giovane. Siamo amici da oltre 60 anni – ha aggiunto ancora – e non posso che volergli bene, oggi anche piu’ di prima nel momento in cui viene attaccato da tutte le parti”. In passato, ha ricordato Confalonieri, i rapporti con l’amico erano piu’ dilatati nel tempo, ora, invece, ”lo chiamo tutti i giorni perche’ e’ preso di mira”. A tale riguardo, ha concluso Confalonieri, ”nessuno e’ mai stato spiato e seguito passo passo come fanno con lui e anche la battuta che ha fatto sul premier a tempo perso doveva essere presa come tale”

BERSANI: ITALIA ISOLATA PERCHE’ INAFFIDABILE – ”L’Italia ha pagato soprattutto un grande isolamento nelle relazioni internazionali, a causa della sua inaffidabilita”’. Lo dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, in un’intervista rilasciata nell’ambito di ‘Fuori classe’, il rapporto di ActionAid su ‘L’Italia e la lotta alla poverta’ nel mondo’. ”La cosiddetta primavera araba, alle porte di casa nostra, richiederebbe oggi interventi di sviluppo capaci di avere un impatto significativo in paesi che stanno affrontando una difficile e complessa transizione verso la democrazia – sottolinea Bersani – E il governo italiano si e’ trovato di fronte a questi avvenimenti del tutto impreparato: dopo aver smantellato nell’ultimo triennio quello che restava della cooperazione allo sviluppo e aver propagandato un’idea di astratta e ideologica chiusura delle frontiere, si e’ trovato a negoziare con un’Europa a grande maggioranza di destra in una posizione di forte debolezza. Il risultato fallimentare e’ sotto gli occhi di tutti. L’Italia ha pagato soprattutto un grande isolamento nelle relazioni internazionali, a causa della sua inaffidabilita”’. il parlamentare.it – ansa

MARCEGAGLIA: “IL CAMBIAMENTO SIA VERO”
Camusso: ‘Fronte su crescita’. G20 chiede azioni forti

FIRENZE – La Confindustria è pronta “a scindere” le sue responsabilità da quelle del governo, perché “vogliamo un cambiamento vero”. Lo ha detto la presidente Emma Marcegaglia, intervenendo all’assemblea degli industriali toscani a Firenze.

“Noi vogliamo una vera discontinuità e la vogliamo velocemente: basta con le piccole cose, non siamo più disponibili a stare in una situazione di stallo”. Per questo, al tavolo del governo Confindustria presenterà un documento, “un manifesto delle imprese, insieme alle altre associazioni, per salvare l’Italia. Un documento – ha proseguito Marcegaglia – che non riguarda le imprese, ma è per l’Italia. Se il governo é disponibile a parlare con noi e con le altre associazioni, bene. Se invece vuole andare avanti con piccole cose, non siamo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità, perché vogliamo un cambiamento vero”.Nel manifesto di Confindustria saranno contenute quelle poche riforme che secondo la presidente Emma Marcegaglia serviranno a rilanciare l’Italia.

Gli industriali chiedono una riduzione della spesa pubblica “non più solo con tagli lineari”, una “riforma delle pensioni che ci metta in linea con gli altri Paesi europei”, usando i soldi che così sarebbero risparmiati per “abbassare il cuneo fiscale, a partire dai giovani”, ha aggiunto la presidente. Confindustria chiede poi una vendita dei beni pubblici, “vendere il patrimonio anche per abbassare il deficit, per diminuire l’ingerenza del pubblico che è ancora troppo forte e si porta dietro clientele, oltre a fare concorrenza sleale”.

Un altro tema che sarà trattato nel documento è quello delle liberalizzazioni, perché “nell’ultima manovra non c’é quasi niente”, e anche quello delle infrastrutture, “un tema che riguarda tutto il Paese. Dobbiamo guardarci in faccia – ha proseguito – e domandarci se vogliamo tornare a crescere”. Infine Marcegaglia ha ribadito che non è più possibile aspettare “la riforma fiscale”, “perché occorre abbassare le tasse a chi tiene in piedi il Paese, lavoratori e imprese. Siamo pronti anche a una piccola patrimoniale, lo abbiamo detto, pur di avere meno tasse”

CAMUSSO, FRONTE COMUNE CON IMPRESE SU CRESCITA – Sul versante della crescita non é peregrina l’idea di un “fronte comune” tra sindacati e Confindustria anche se poi, in questa materia, ognuno ha le proprie “ricette”. E’ quanto ha affermato, a margine di un incontro al festival del diritto di Piacenza, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a chi le ha chiesto se fosse possibile un fronte comune con gli industriali all’indomani della scelta del cosiddetto ‘parlamentino’ di Confindustria di non concedere sponde al Governo. “Fronte comune sul tema della crescita e delle prospettive – ha sottolineato – poi tante ricette diverse su come raggiungerle. Se Confindustria insiste sull’idea che lo strumento è quello delle pensioni – ha aggiunto – continuiamo a non condividere e a pensare che sia la strada sbagliata”. Ad ogni modo, secondo il segretario generale della Cgil “le parti sociali hanno detto già a luglio che ci voleva discontinuità e che le politiche del governo non erano utili al paese. Mi pare – ha concluso – che si continui a dover sostenere questa posizione perché le manovre che si susseguono non guardano quale prospettiva e a quale futuro per il paese”. (ansa)

 

 

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