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L’ex Zar dell’antiterrorismo Richard Clarke ha detto ad uno dei maggiori esperti sulla libertà di parola in Internet, il professore di legge di Stanford Lawrence Lessig, che ci sarebbe stato un “i-11/9”, in altre parole, un atto terroristico informatico, e un “i- Patriot Act “per reprimere le libertà su Internet con il pretesto della protezione da certe minacce:
Ci sarà un evento i-11/9. Il che non significa necessariamente un attacco di Al Qaeda, significa un evento per cui l’instabilità o l’insicurezza di internet diventi manifesta durante un fatto doloso che poi induce una reazione del governo. Avete avuto modo di ricordare che dopo l’11/9 il governo, entro 20 giorni, elaborò il Patriot Act e fu approvato.
Il Patriot Act è lunghissimo e mi ricordo che qualcuno chiese ad un funzionario del Dipartimento di Giustizia come avessero fatto a scrivere uno statuto di quelle dimensioni così rapidamente, e, naturalmente, la risposta fu che era rimasto fermo nei cassetti del Dipartimento di Giustizia per gli ultimi 20 anni, in attesa dell’evento che lo avrebbe messo fuori.
Naturalmente il Patriot Act è pieno di ogni sorta di follie su come cambiare il modo in cui sono tutelati i diritti civili, o non tutelati, in questo caso. Così ero a cena con Richard Clarke e gli ho chiesto se c’è un equivalente, se esiste un i-Patriot Act proprio in attesa di qualche evento importante come scusa per cambiare radicalmente il modo in cui funziona internet. Ha detto che “naturalmente esiste”.
In particolare, il governo sta sostenendo che gli hackers hanno violato siti dell’esercito e della Nato, scrivendo cose come:
“Basta attacchi, israele e stati uniti! Maledette nazioni! Un giorno i musulmani libereranno il mondo da voi!”
Somigliano un po’ ai messaggi inviati con l’antrace killer.
Se abbiamo appena avuto il nostro i-11/9, osservate come i portavoce militari, politici e teste parlanti stanno spingendo per un i-Patriot Act. . . come un modo per schiacciare la libertà di parola sul web.
LulzSec è il gruppo hacker che ha abbattuto il sito della CIA, il sito web del Senato, così come quello della Sony e altri siti web.
LulzSec non ha chiesto democrazia, libertà, giustizia o altri lodevoli obiettivi. Sta solo attaccando siti web.
“Questa è l’era della lucertola lulz, in cui facciamo delle cose solo perché lo troviamo divertente. Guardare qualcuno trasformare un’immagine di Facebook in un pene e vedere la risposta scioccata di sua sorella non ha prezzo. Ricevere email arrabbiate dall’uomo al quale avete appena inviato 10 dildo per cui non riesce a procurarsi una password su Amazon non ha prezzo. E’ divertente guardare il caos che si crea, e troviamo divertente farlo. Pubblichiamo dati personali in modo che anche la gente cattiva ci possa far divertire con quello che ne fanno.”
Niente di neanche lontanamente politico in quella dichiarazione, che corrisponde a precedenti dichiarazioni del gruppo circa la sua miriade di imprese. E’ possibile che ci troviamo semplicemente di fronte a un gruppo di allegri burloni che prova un piacere particolare nel rendere miserabile la vita informatica per il resto di noi?
Nessuno sa veramente chi è LulzSec. E’, tuttavia, piuttosto sospetto che il gruppo abbia intensificato la sua attività di hacking in un momento in cui un certo numero di leggi sulla sicurezza informatica si avviano verso il Congresso.
L’i-Patriot Act è in attesa di essere approvato. Vedi questo e questo . La truffa di LulzSec potrebbe essere utilizzata come giustificazione per approvarlo.
Nota: Non riesco ancora a capire quali siano le motivazioni dell’altro grande gruppo hacker – Anonimo -. Parlano di libertà, di giustizia, e di responsabilizzazione. Ma questo video pone una serie di difficoltà (per esempio, perché le persone vengono invitate a registrarsi su un sito web specifico?), e non riesco ancora a capire se sta cercando di aiutare le persone o di sabotarle.
Roma - IL PARLAMENTARE.IT/Con il primo "click" istituzionale dalla Sala Stampa della Camera dei Deputati a cura dell'on. Simona Loizzo, membro della...
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