Redazione de ILPARLAMENTARE.IT/
Dal danno alla beffa il processo ai due Marò che una volta sottratto al Tribunale e agli inquirenti indiani sta mostrando il suo vero volto di processo corrotto e manipolato. A dirlo sono le prove acquisite dallo stesso Governo indiano oggi in mano dell Corte Internazionale che ha acquisito i fascicoli, a partire dall’esame effettuato sul cadavere dei marinai indiani rimasti uccisi. Le pallottole, infatti, non possono essere quelle sparate dal fucile mitragliatore Beretta dei Marò poiché di calibro inferiore e la pallottola non corrisponde.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone potrebbero essere stati ostaggio del Governo indiano e non si sa bene per quale motivo. Anzi, forse ciò è noto, come nota è la strumentalizzazione di questo vero e proprio sequestro di persona a carattere internazionale. Ma dalle carte che i legali indiani hanno consegnato al Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, emergono alcuni dettagli sconcertanti anche in merito alle testimonianza dei marinai considerati testimoni oculari che avrebbero rilasciato testimonianza “fotocopia” e cioè frutto di un vero e proprio copia e incolla.
L’autopsia svolta sul copro dei due pescatori uccisi sembrava essersi persa nei cassetti dei tribunali indiani, e invece è rispuntata ad Amburgo. Nel documento, dunque, la prova che i proiettili che hanno colpito a morte i due indiani non sono quelli in dotazione ai Marò.
Si spera per davvero che i gravissimi danni subiti dai Marò possano essere immediatamente risarciti con la proclamazione della loro innocenza e la conseguente condanna a pagare ogni tipo di danno morale e materiale da infliggere al Governo Indiano e alle Istituzioni che sino ad oggi hanno gestito il processo. Domanda: è possibile che l’inganno sia stato gestito nei piani bassi in India? Difficile crederlo. Lo sapremo alle prime teste che pur dovranno saltare in India per quando accaduto che avrà, di certo, ripercussioni sull’immagine dell’India in un contesto internazionale.