Lo scontro, per ora, è a distanza ed è inevitabilmente ovattato dall’imminenza del voto regionale e dunque dal comune interesse di alleati. Ma il nodo del futuro del centrodestra (e soprattutto della sua leadership) è un nervo scoperto e dunque, appena lo si tocca, le scintille sono inevitabili. Oggi il botta e risposta è tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, ma in futuro rischia di essere un uno contro tutti.
Perchè ormai tra gli attori in campo, il solo Cavaliere è rimasto a osteggiare l’ipotesi di primarie (sono “manipolabilissime”, dice) mentre i veri leader a suo giudizio sono quelli che sceglie il popolo attraverso le urne. “Soltanto nelle monarchie – spiega – il leader, cioè il re, sceglie il suo successore. In democrazia il leader viene scelto dal popolo”. Tutti gli altri leader del centrodestra, invece, considerano le primarie l’unica strada: e questo vale per Raffaele Fitto così come per Angelino Alfano e, appunto, Matteo Salvini.
E così, se Silvio Berlusconi racconta di essere pronto a seguire la politica da “bordo campo” come padre nobile ma di avere già in mentre 3-4 possibili successori, il leader della Lega replica: “Non ci sono eredi e dinastie ma cittadini – attacca – che dovranno scegliere il programma e i candidati per sfidare Renzi. Non penso ci sia un diritto di sangue”.
Anche Berlusconi, dal canto suo, riserva una stoccata all’ambizioso leader del Carroccio. “Non è con una destra che si pone in prospettiva provocatoria rispetto ai governi – sostiene – che si riesce a catturare un consenso tale da riuscire a governare”.