In occasione dell’apertura di Expo 2015 Roger Cohen, un editorialista del New York Times, è venuto a Milano e ha raccontato il suo viaggio sulle colonne del prestigioso quotidiano americano. Il giornalista ha vissuto più di 30 anni fa in Italia e secondo lui non è cambiato molto da allora. Il quadro che ne esce del nostro Paese è piuttosto impietoso.
L’Italia secondo lui è un Paese che non ha saputo cambiare ed evolvere soprattutto su certi aspetti come quello dell’efficienza che secondo Cohen “è una delle cose che l’Italia non ha imparato dalla modernità”. E così inizia una “triste” lista di inefficienze che Cohen ha trovato venendo in Italia: le navette che portano dall’aereo allo scalo di Linate sono le stesse di trent’anni fa, il bancomat dell’aeroporto è rotto, il banco informazioni è deserto. Poi il giornalista arriva in città e incontra i manifestanti che rompono vetrine e incendiano auto. La scena così gli permette di scrivere che “lo Stato è debole in Italia”.
Dopo le critiche arriva anche qualche elogio per il nostro Paese, ma non mancano i soliti cliché che ci rappresentano da anni all’estero. Cohen parla di noi come un Paese con famiglie forti, grandi sentimenti di amicizia, un Paese dove ci si lamenta di dover lavorare il primo maggio per accogliere i turisti, un Paese dove è quasi impossibile lavorare e produrre, ma ideale per godersi la vita e passare il tempo, un Paese che lui definisce “pieno di curve”, pericolose e affascinanti allo stesso tempo. Insomma il quadretto non dei più edificanti per l’Italia e seppur infastiditi dobbiamo ammettere che in alcune critiche un fondo di verità c’è e che se chi viene dall’estero nel nostro Paese poi si lamenta non ha per forza e sempre tutti i torti. Diretta News TV