A cura di Fabio Gallo – fondatore della “Carta della Pace”/
Un tema davvero difficile da affrontare quello della Pace. Soprattutto quando l’odio tra i Popoli proviene da molto lontano. Si nasce già disposti a odiare e si cresce sin dai primi passi con un’idea chiara: lui è mio nemico. Secoli di sopraffazioni sono il debito da pagare ancora perché l’animo dei popoli possa trovare pace. La speranza di un dibattito di pace nei paesi del Mediterraneo in fermento è alimentato quotidianamente, mentre interessi di ogni sorta materializzano la fitta nebbia che rallenta il cammino dei giusti. Francesco, il Sommo Pontefice, colui il quale meglio di tutti costruisce ponti, ha piantato un albero di Ulivo in Vaticano che prima o poi darà i suoi frutti. Esso è innaffiato dalle nostre preghiere e dal nostro agire perché la Pace non sia più solo una parola da pronunciare, bensì un luogo in cui vivere. Intanto muoiono bambini, tanti, e genitori, nonni e nonne perché tutti i popoli hanno diritto a difendersi. La morte, la “sorella morte” di Francesco di Assisi sembra osservare la nostra umanità e interrogarsi sul perché spendiamo tanto per acquistarla, quando invece essa è gratuita, per tutti noi. Lei, nostra sorella morte, il vero grande atto di giustizia sociale che ristora l’umanità intera.