Introduzione di Fabio Gallo – direttore editoriale Gruppo ComunicareITALIA/
Lo stato confusionale che genera l’eccesso d’informazione sempre più orizzontale e veloce non ci consente approfondimenti indispensabili, invece, per comprendere davvero come stanno le cose e dove la nostra società sta andando. Quante cose vere ci vengono propinate ogni giorno? e quante false per confondere le nostre idee mentre qualcuno o qualcosa acquista i diritti della nostra Memoria, della nostra Storia, delle nostre Tradizioni? mentre qualcuno acquista le nostre terre, i nostri uliveti, i vigneti, e ora gli aranceti? Il passaggio super veloce della comunicazione analogica a quella digitale, diciamo la verità, non ci ha consentito di comprendere ancora perché ognuno di noi, da circa dieci anni, dipende dal suo telefono divenuto strumento potenzialmente interagente con l’universo della rete. Proprio lei, la Rete (internet) è la grande meretrice che mostra i suoi aspetti accademici e le sue “app” come mammelle di latte per la crescita dei nostri figli e nipoti, per nascondere, invece, un piano unico, semplice, avvilente: il controllo dell’Umanità. Allora, in questo clima abbiamo bisogno di essere guidati come bambini da chi ha una coscienza internazionale e per questo non mi stancherò mai di ringraziare uno dei più grandi analisti esperti in geopolitica, oggi viventi e di cui mi onoro sentirmi discepolo. Una speranza…, mi sia concessa.
di Alessandro Corneli / visita anche www.grrg.eu
Oggi, 8 luglio, potrebbe diventare una data da ricordare. Senza molta enfasi, con toni moderati, il Corriere della Sera ha dedicato la pagina 11 a un tema di portata globale: il ruolo del dollaro. Lo ha fatto sotto il segno della cronaca e non dell’analisi, riferendo le parole del ministro francese delle Finanze, Michel Sapin, che ha evocato la necessità di limitare l’uso del dollaro come valuta principe del commercio internazionale. Il riferimento a de Gaulle, che nel 1965, allora presidente della Repubblica, pronunziò un violento attacco contro l’egemonia della valuta americana e il suo inaudito privilegio di poter acquistare beni e servizi semplicemente stampando carta-moneta, era d’obbligo, come pure il titolo provocatorio e auto-protettivo: “Parigi alla crociata anti-dollaro”.
A de Gaulle andò male. Tre anni dopo il suo attacco, lo scoppio del “maggio ‘68”, paralizzando la Francia per un mese, spazzò via le riserve auree che Parigi aveva accumulato. Altri tre anni, e nel 1971 gli Stati Uniti misero fine alla convertibilità del dollaro in oro, ponendo fine al regime dei cambi fissi. Quel regime che aveva sostenuto i “magnifici trenta” anni di straordinari progressi economici e sociali dell’Occidente, dall’inizio degli anni ’40 all’inizio degli anni ’70. Poi cominciarono le crisi petrolifere, le svalutazioni competitive e i tentativi in sede europea per mettervi riparo (serpente monetario, Sme. infine l’euro) e finalmente la globalizzazione dove ciascuno ha giocato con la massima spregiudicatezza le proprie carte sotto la regia della finanza che, per conseguire i suoi obiettivi, cioè i massimi profitti dovunque si presentassero le migliori occasioni, ha destabilizzato l’economia reale, quella che produce beni e crea occupazione.
CHI USA DOLLARI CADE SOTTO LA GIURISDIZIONE DEGLI STATI UNITI
Il Corriere ha preso il coraggio forse sulla spinta del Financial Times, che il giorno prima, 7 luglio, aveva scritto che le relazioni transatlantiche sono in uno stato di apatia perché la confusione e l’incomprensione stanno prendendo il sopravvento nei rapporti tra Usa ed Europa. La scintilla è scoccata con la condanna di Bnp-Paribas a pagare una multa di nove miliardi di dollari perché aveva trattato con il governo del Sudan colpevole di massacri nel Darfur e sotto embargo americano. La condanna è stata resa possibile perché la banca francese aveva fatto transazioni in dollari; non le sarebbe successo nulla se le avesse fatte in un’altra moneta. Chi usa dollari, cade quindi sotto la giurisdizione degli Stati Uniti. Ad alcuni ciò sembra eccessivo.
LA CIA AVEVA RECLUTATO UN AGENTE DEL SERVIZIO SEGRETO TEDESCO
Questo episodio avrebbe spinto il ministro francese a fare dichiarazioni di stampo gollista. Solo che, oggi, la Francia conta in Europa molto meno di mezzo secolo fa. La Germania è d’accordo? Sapin ha forse approfittato anche della nuova polemica tra Berlino e Washington: si è saputo che la Cia aveva reclutato un agente del servizio segreto tedesco per avere informazioni, dopo che la Nsa aveva intercettato il telefonico di Angela Merkel e le assicurazioni di Obama alla Cancelliera.
CINA E RUSSIA: TOGLIERE DAL TRONO IL DOLLARO E TROVARE UNA NUOVA MONETA
L’affare è grosso, ma non è la Francia a guidarlo, bensì la Cina (con una certa intesa con la Russia). Pechino e Mosca hanno smesso di acquistare titoli di Stato americani; Pechino, inoltre, accumula oro e Shanghai ne è diventato il principale mercato. Il presidente della Banca centrale cinese da qualche anno afferma che è necessario togliere il dollaro dal trono e trovare una nuova moneta, ricavata da un cesto delle più importanti, per regolare gli scambi commerciali.
GERMANIA, SOGGETTO DECISIVO
Il soggetto decisivo sarà la Germania, la quale, a modo suo, ha creato per sé una situazione di privilegio con l’adozione dell’euro. In un modo molto semplice. Nel caos del regime dei cambi fluttuanti, ha imposto, con la moneta unica, il cambio fisso ai suoi partner, che sono stati obbligati a rinunziare alle svalutazioni competitive cui ricorrevano periodicamente per tenere testa alla formidabile economia germanica. Per questo motivo la Germania continua ad essere competitiva a livello mondiale, anche se con crescente fatica, nonostante il cambio euro-dollaro sia a 1,36. A soffrirne sono altri Paesi dell’eurozona, come Francia e Italia. Quindi bisognerà attendere che anche in Germania si avverta il peso di questo cambio perché Berlino prenda posizione e scenda in campo sulla questione sollevata dal ministro francese.
ITALIA: SEGNALI POSITIVI…PER I SALDI
Quanto all’Italia, l’attenzione è concentrata sullo scontro verbale tra Renzi e Grillo mentre il ministro dell’Economia, Padoan, che ora presiede l’Ecofin, ripete “serenamente” che il debito italiano è tra i più sostenibili e il Sole 24 Ore, giulivo, vede “segnali positivi” in questi primi giorni di saldi.
A COSA SERVE IL SERVIZIO CIVILE? A RIDURRE LA DISOCCUPAZIONE
Per ridurre la disoccupazione giovanile, si pensa a reintrodurre, per 100 mila ragazzi, il “servizio civile”, a poco più di 400 euro al mese, per un anno, a turno. E Napolitano si scaglia contro il bicameralismo perfetto. In vista delle elezioni per l’Anm, la Procura di Milano torna a spaccarsi, segnale inequivocabile che una “riforma della giustizia” è dietro l’angolo, ma gli slide diffusi dal ministro sono, com’era prevedibile, solo slogan conditi di buon senso e di buone speranze. Bolle di sapone.
A LONDRA SI TEME UNA BOLLA FINANZIARIA
A Londra, invece, si teme una nuova bolla finanziaria. Lo stesso FT, qualche settimana fa, aveva sollevato la questione del ruolo del dollaro. Speriamo che la grande partita non abbia bisogno, per trovare una soluzione, di un nuovo conflitto militare generalizzato.
PAPA FRANCESCO MINACCIATO DI MORTE?
Papa Francesco, che non si stanca di condannare questa economia finanziarizzata, adesso ha avuto, secondo alcuni, una chiara minaccia dalla criminalità organizzata. Ma lui va avanti imperterrito perché, contro i guru della finanza e i padrini, crede nel “non prevalebunt”, una super-assicurazione.