di Alessandro Corneli /grrg.eu
Due archetipi della saggezza affermano, il primo, che “lo stile è l’uomo” e, il secondo, che “lo stile è anche la cosa”. Se si vuole essere maliziosi, si può dire che il Renzi-uomo ha surclassato il Renzi-cosa, non per caso, ma con la precisa volontà di attirare l’attenzione sulla forma della comunicazione così da leopardizzare il contenuto.
ECONOMISTI DICONO CHE NON CI SONO I SOLDI PER MANOVRE RENZI
Calcoli frettolosi fatti a caldo da associazioni ed economisti hanno certificato che i soldi non ci sono per fare in pochi mesi ciò che Renzi ha promesso; ma questo era scontato. E poi di cose precise non ne ha indicate molte. Ha parlato di un taglio del cuneo fiscale a due cifre, il che significa, teoricamente, dal 10% al 99%. Ci si accontenterebbe anche del livello più basso, ma il punto è: basta il taglio del cuneo a indurre le imprese ad assumere? E a quali condizioni (contrattuali)? E se non ci sono ordinativi? No: il taglio del cuneo è una marcia alta che si può innescare quando si è raggiunta una buona velocità perché allora si mantiene questa e si riduce il consumo: non serve per la marcia di avvio.
NESSUNO HA TIRATO FUORI SOLDI CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Saldo TOTALE dei debiti della PA verso le imprese. Sarebbe straordinario se la Cassa Depositi e Prestiti potesse fornire un assegno di almeno 60 miliardi. Qualcuno ha detto: se Letta avesse avuto quei soldi, non li forse avrebbe dati? Probabilmente sì, ma non è detto. Neanche Berlusconi, amico delle imprese, li ha tirati fuori.
LA SCUOLA: UNA BELLA IDEA
Bella l’idea di mettere a posto l’edilizia scolastica, anche perché gli interventi sono sparsi su tutto il territorio e a portata di piccole e medie imprese locali, a meno che non sorgano, all’uopo, aziende acchiappatutto. Ma questo è un aspetto del problema: la scuola E’ il corpo docente, non solo malpagato e sfiduciato (situazioni rimediabili), ma mediamente meno preparato rispetto a qualche decennio fa. E questo non si ripara facilmente. Lasciamo stare.
LE RIFORME: ELETTORALE, DEL SENATO E DEL TITOLO V
Le riforme: elettorale, del Senato e del Titolo V devono marciare insieme (per tranquillizzare il Ncd di Angelino Alfano). Ma la legge elettorale è una legge ordinaria ed è quasi pronta: si potrebbe approvare in poche settimane. Per le altre due riforme occorrono leggi costituzionali: se ne andrà almeno un anno. Che il Senato dia volentieri una mano per auto-distruggersi, è difficile. Che i potentati costruiti sugli Enti territoriali siano pronti a farsi tagliare, è altrettanto e forse più difficile. O Renzi non se ne rende conto o si prepara a qualche svolta un po’ brusca, sperando di governarla.
SULL’EUROPA NON SI E’ CAPITO MOLTO
Sull’Europa è stato così chiaro da lasciare qualche dubbio. Quali siano le sue vere intenzioni non si è capito. Logica vorrebbe che si attivasse per costituire un fronte comune con Francia, Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda per chiedere e imporre un ripensamento di quei criteri a cui è ancorata la politica di austerity. Ma segnali in questo senso non li ha dati. A mio avviso, questo è il punto oscuro di questo governo.
FORSE, UN GOVERNO, UNO STATO, E’ COSA PIU’ COMPLESSA DI QUANTO SI CREDA
Infine, ma non per le mani in tasca, a me sembra che Renzi non abbia idee chiare su che cosa siano un Governo, uno Stato, un sistema istituzionale. Ha sparato contro la burocrazia e i dirigenti inamovibili: se sa che questo potere alla burocrazia è stato dato dalla politica, avrebbe dovuto indicare con quali mezzi politici intende riorganizzare la burocrazia stessa. Di fatto, ogni ministro si ritroverà solo a fronteggiare la struttura del proprio ministero, quasi mai avendo competenze per dominarla.
Il coro di commenti negativi, sul Renzi-uomo e sul Renzi-cosa, non devono trarre in inganno. Per alcuni che contano, egli rappresenta solo un esperimento, un’altra fase di passaggio. Verso che cosa? Verso chi? È quello che vedremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.