di Fabio Gallo – Direttore Editoriale Gruppo ComunicareITALIA/
Il caso Marò ha consentito al mondo l’apertura di una finestra di comunicazione su questo straordinario Paese che è l’India. Con nostra sorpresa, però, abbiamo dovuto prendere atto, a causa del fatto che su di esso si sono accesi i riflettori internazionali, che l’India è un Paese che deve risolvere ancora molti, molti problemi al suo interno e per questo l’attende un lungo cammino. Gli eclatanti casi di violenza sulle donne hanno mostrato una parte dell’India molto indietro culturalmente e anche molto pericolosa. Così come il caso dei Marò sta dimostrando che l’India ha difficoltà a gestire una situazione diplomatica attraverso i suoi Organi Interni che sembrano essere tesi, più che altro, a dare di questa meravigliosa nazione un’immagine in dicotomia con la letteratura che di essa si conosce nel mondo e con quella letteratura visuale che attraverso la cinematografia e il Musicall propone di se. Come stiamo vedendo, invece, la realtà dell’India è molto triste e angosciante, ancorpiù quando un alta carica politica del Paese deve chiedere ai cittadini muniti di porto d’armi di intervenire in caso di violenze su donne consumati in loro presenza. Segni di un Paese che da una parte cresce in una ricchezza senza fini e l’altra in uno stato di povertà senza eguali. In tal senso questo atteggiamento nei confronti dei Marò lascia credere a tutti che l’India abbia intrapreso un percorso ricattatorio nei confronti dell’Italia, in ambito di diplomazia, per chiedere in cambio della vita dei due militari che hanno solo compiuto il loro dovere, chissà cosa. Sono certo che se al posto di due italiani sulla nave ci fossero stati due indiani le cose sarebbero andate esattamente allo stesso modo. Il Presidente della Repubblica Italiana, giustamente, auspica che l’India, quel Paese che tutti noi abbiamo sino ad oggi conosciuto come un grande Paese, possa tornare immediatamente a ripristinare sul caso dei Marò le prospettive assicurate.