di ASCA /
E’ finita l’era del Popolo della liberta‘, ”le attivita’ sono sospese”, le cariche azzerate, inclusa quella del segretario Angelino Alfano, e ritorna Forza Italia. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza del Pdl con un ”voto unanime”, come ha spiegato Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a palazzo Grazioli. Dei 24 aventi diritto erano pero’ presenti solo in 18. Angelino Alfano, Renato Schifani, Roberto Formigoni, Maurizio Sacconi e Carlo Giovanardi hanno disertato la riunione, ”con il mio consenso” ha precisato Berlusconi.
Non era presente anche Sandro Bondi perche’ impegnato all’estero ma ha dato piena delega all’ex premier. ”Il mio contributo all’unita’ del nostro movimento politico, che mai ostacolero’ per ragioni attinenti i miei ruoli personali – ha spiegato Alfano in una nota – e’ di non partecipare, cosi’ come faranno altri colleghi, all’ufficio di presidenza, che ha il compito di proporre decisioni che il Consiglio Nazionale sara’ chiamato ad assumere. Sono convinto che il tempo che ci separa dal Consiglio nazionale consentira’ al presidente Berlusconi di lavorare per ottenere l’unita”’. Nel pomeriggio, in un incontro durato oltre due ore, i ministri pidiellini hanno ribadito a Berlusconi il loro ‘no’ a un’accelerazione verso Forza Italia e soprattutto di non condividere l’idea di azzerare le cariche del partito. Ma cio’ non e’ servito a nulla perche’ Berlusconi, poco tempo dopo, ha annunciato che ”con la deliberazione dell’ufficio di presidenza siamo tornati allo statuto di Forza Italia che assegna al presidente il diritto-dovere, il compito di delegare le varie funzioni” e che sara’ lui ad indicare ”le funzioni che devono svolgere e le persone vecchie e nuove”. Comunque, spiega ancora Berlusconi, con il vicepremier Alfano ”e’ tutto risolto” anzi ”gode del mio affetto, della mia stima e della mia amicizia. Sono stato io a proporlo come segretario e credo che potra’ continuare nel suo ruolo” ma intanto anche la sua carica nel partito, come le altre, e’ azzerata.
Tutto e’ rimandato all’8 dicembre, giorno del Consiglio nazionale, durante il quale tutte decisioni saranno ”sottoposte al voto”. Quanto al governo, per ora la fiducia e’ confermata, ma se il Pd votera’ la decadenza sara’ ”molto difficile continuare a collaborare con un alleato con cui si siede in Consiglio dei ministri ma che si basa su una sentenza frutto di un disegno preciso di certa magistratura”. Per quanto riguarda i ministri del Pdl presenti nell’esecutivo Berlusconi precisa: ”Ai ministri ho confermato la mia fiducia se si mantengono nelle decisioni prese a maggioranza nel partito”