di Alessandro Corneli – www.grrg.it –
Capire qualcosa in tutto quanto sta succedendo nella politica italiana in questo momento non è facile. proponiamo ai nostri lettori di seguire attentamente gli appunti del Prof. Alessandro Corneli perché essi ci aiutano ad avere una visione dei fatti per quelli che sono. Il Parlamentare.it
“Gli sguardi si stanno orientando verso la Consulta, cioè la Corte Costituzionale, alla quale il Senato potrebbe/dovrebbe rivolgersi per avere indicazioni chiare sulla costituzionalità della legge Severino e la sua applicabilità a Silvio Berlusconi.
Lasciamo da parte il tatticismo della richiesta/proposta, che dimostra l’incertezza che domina nei due campi contrapposti, la paura che aleggia in ciascuno di essi di fare la mossa sbagliata, la insicurezza di avere la vittoria in pugno. Stupisce tuttavia che il Pdl ora punti sul giudizio della Consulta dopo averla definita più volte una roccaforte dell’antiberlusconismo, l’affossatrice delle leggi sulla giustizia che avrebbero potuto mettere un freno ai magistrati. È politica pura che si cambi idea quando conviene, ma se la Suprema Corte è risultata sistematicamente ostile, non si vede perché dovrebbe cambiare.
Anche il costituzionalista di fiducia del Quirinale, Valerio Onida, si è espresso a favore, o almeno non contrario, ad un esame della legge Severino da parte della Consulta, ma ha ribadito che è solo una manovra per guadagnare tempo. E poi l’entrata in campo della Corte costituzionale alleggerirebbe la posizione di Giorgio Napolitano.
Anche il guadagnare tempo fa parte, comunque, della lotta politica che se registra qualche tentennamento nel campo della sinistra – Pd, Psi, M5S – sta cominciando a fare emergere delle asprezze anche tra esponenti del Pdl, al di là della divisione tra falchi e colombe.
Se il centrodestra ha interesse a guadagnare tempo per fare crescere i dubbi a sinistra sulle conseguenze dell’applicazione stretta del calendario (e delle leggi), anche il centrosinistra ha interesse a prendere tempo per vedere che il granito Pdl è veramente così granitico, specie dopo l’eventuale ritorno a Forza Italia.
In ogni caso, la Consulta, pur nella posizione di vertice che le è riconosciuta, non può risolvere tutto: anche i suoi poteri sono limitati. Sono cresciuti anche a causa della perdita di centralità del Parlamento, abbandonato/disertato dai leader politici per diversi moti: come Veltroni, D’Alema, Violante, lo stesso Grillo e, forse tra qualche tempo, anche Berlusconi, mentre Renzi è sindaco di Firenze.
Il segnale non è solo italiano. In Francia, il Parlamento conta poco da decenni. In Germania, la Corte suprema può bloccarne le decisioni. Negli Stati Uniti c’è il solito tira e molla con la Casa Bianca”.