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venerdì, Novembre 22, 2024

POTERE DELLA RETE: Beppe Grillo ha convinto Zuckerberg? Nasce il partito di Facebook?

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Zuckerberg il fondatore di Facebook sulla linea di Beppe Grillo
Zuckerberg il fondatore di Facebook sulla linea di Beppe Grillo

La stampa americana: il papà del più diffuso social network studia un movimento in grado di mettere pressioni alle istituzioni americane su questioni sociali. Un’ispirazione “grillina”?

LO ABBIAMO CHIESTO A FABIO GALLO PROMOTORE DEL POTERE DELLA RETE
“non c’è ombra di dubbio – ha esclamato Fabio Gallo – Media Guru tra i più lungimiranti e riservati. Il Sistema promosso da Beppe Grillo e dal suo gruppo di stretti collaboratori esperti in connettività, è più conosciuto nel resto del mondo che in Italia. La politica italiana è quasi totalmente ignorante nel settore dell’Intelligenza Connettiva e della Gestione della Conoscenza e non sarebbero neanche capaci di comprendere cos’è, sul piano dell’efficacia, il Potere della Rete. Lo dimostra il fatto che la politica italiana, sino ad oggi, non è stata capace di finanziare una sola star tup finalizzata alla produzione di business made in italy”.

All’estero, immaginiamo poi nella Silicon Valley, tutti sanno cosa è stato capace di fare Beppe Grillo con un gruppo di ingegneri grillini. Twitter aveva ancora il ciuccio in bocca quando nella Giornata Mondiale della Comunicazioni Sociali di ben 5 anni addietro, dissi che stava per accadere qualcosa di meraviglioso in Rete e che il Governo italiano doveva imparare ad utilizzare il Potere della Rete per sviluppare nuove economie, per aggregare costo zero la gente che non aveva voce in capitolo e comprendere il valore sociale delle loro istanze, per riconoscere i diritti di tutti.

Beppe Grillo Leader della forza politica italiana Movimento 5 Stelle
Beppe Grillo Leader della forza politica italiana Movimento 5 Stelle

Beppe Grillo insieme al M5S ha spezzato un modello Oligarchico di potere non inteso come un’antidemocrazia, bensì come mero esercizio del potere di pochi, sempre dei soliti, incapaci ormai di riconoscere i valori comuni, il bene comune in quanto valore primo della democrazia. Beppe Grillo, ha innescato una rivoluzione senza sangue, intelligentissima, che ha visto tra i combattenti una vera aristocrazia di giovani desiderosi di guardare al bene comune. Tutta gente che nella propria vita non avrebbe potuto neanche sognare di sedere tra gli scanni del parlamento della Repubblica Italiana. A mio parere Beppe Grillo ha fatto molto, molto più di Zuckerberg. Ha fondato le radici di una nuova Democrazia. Spero che la politica italiana impari dal M5S come lo stanno facendo Zuckerberg e altri.

Intanto, in Italia, i gruppi di pressione che si potranno permettere una buona rete di connettività, avranno un ruolo sempre maggiore e sempre più definito quali incentivazione alla giusta politica da parte dei partiti”

Cosa suggerisce Fabio Gallo ai Grillini, ad esempio? “una frase che mi diceva sempre un mio grande maestro: il migliore esercizio per fare l’esercizio è fare l’esercizio. Per cui: se hanno lavorato per cambiare l’Italia con il M5S, il modo per cambiarla per davvero è farlo dal M5S. Fuori non sarebbero nessuno …perchè la forza è la Rete”.

COSA STA FACENDO IL FONDATORE DI FACEBOOK?
Il primo obiettivo è quello di spingere per la riforma sulle leggi sull’immigrazione, un tema molto caldo della nuova gestione di Barack Obama. Il propulsore è nientemeno che Mark Zuckerberg, il “padre” di Facebook, uno degli uomini potenzialmente più potenti del mondo, che detiene nel suo portafoglio, ancora prima che ingenti ricchezze, circa un miliardo di persone in tutto il pianeta che hanno “sposato” l’idea e la filosofia del suo geniale social network.

Forte di un simile potenziale, Zuckerberg, secondo la stampa americana, sta sempre più spingendosi verso un’attività politica o comunque di movimento, una sorta di lobby da condurre insieme ad altri leader dell’hi-tech che possa essere in grado di mettere pressione alle istituzioni statunitensi su questioni sociali, tecnologiche o civili. La Cbs, in particolare, riferisce che Zuckerberg ha già incontrato diversi di questi “pezzi grossi” e ha già siglato importanti contratti di consulenza con professionisti di altissimo profilo tra cui Joe Lockhart, ex capo dell’informazione della Casa Bianca ai tempi di Clinton, e Rob Jesmer, già responsabile del gruppo parlamentare dei Repubblicani.

Insomma, quello che sta prendendo le mosse ha tutta l’aria di potersi trasformare in un vero partito trasversale da condurre e indirizzare tramite la Rete, un “format” che in Italia conosciamo bene vista l’esperienza di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Non è da escludere che proprio le notizie provenienti dallo Stivale possano avere spinto Zuckerberg a premere il piede sull’acceleratore. E il tema dell’immigrazione può rappresentare un importante, fondamentale tavolo di prova di quanto e come i nuovi tycoon tecnologici possano gestire e spingere a una campagna politica il loro sterminato target. La scelta non è stata casuale, perché tutte le grandi factories tecnologiche fanno largo uso di ingegneri provenienti da paesi stranieri (specialmente asiatici): ma Zuckerberg, a quanto pare, avrebbe alzato il tiro aspirando a una sanatoria per tutti gli “illegali” d’America, i cui prossimi o connazionali hanno una finestra sul mondo tramite Facebook. I potentati americani stanno a vedere, non certo senza un filo di preoccupazione: il partito di Facebook, se lanciato per davvero, potrebbe avere effetti devastanti sulla politica e sulla società.

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