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venerdì, Novembre 22, 2024

Elezioni: ha vinto il non Governo. Nella Camera e Senato invasione Biblica di Grilli

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Beppe Grillo - Leader del Movimento 5 Stelle
Beppe Grillo - Leader del Movimento 5 Stelle

A cura di Viviana Normando

– Vince il non Governo. Non c’e’ tempo per un governo di larghe intese. L’Italia e’ in emergenza e rischia di portare ancora piu’ giu’ non solo gli italiani che gia’ sarebbe sufficiente ma anche Europa, America, mercati finanziari. Con le famiglie al collasso dopo il Monti super eroe che non ha fatto altro che dividere l’area moderati del Paese e traghettare l’Italia non ad un voto di consenso innovativo, a Grillo e ad un evidente voto di protesta, l’Italia e’ in piena emergenza ingovernabilita’.
C’e’ chi ha detto in prima battuta che l’area moderati sarebbe stata divisa per consegnare l’Italia a Bersani ed invece l’ha messa nelle mani di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Abbiamo sentito punti di riferimento importanti di territori rappresentanti politici datati, in primo piano per l’area centro da cui e’ scomparso l’udc, affermare che avrebbero votato Grillo per affondare la nave, per mandare a casa coloro che hanno stancato tutti e basta.
Gli italiani non sono neanche riusciti ad avere la civile soddisfazione di votare volti nuovi, di avere il tempo di conoscere i loro giovani paladini. ma ci sono anche Renzi, figura emergente del Pd e buon Sindaco di Firenze e Angelino Alfano che e’ stato un ottimo ministro della Giustizia, lavoratore di buona lena con tutti i limiti che la giustizia ha e che vanno risolti non certo con la bacchetta magica, come Alfano e tutti sappiamo. Due facce con comprovata esperienza che avremmo avuto piacere di vedere come leader, dove chi ha governato lascia naturalmente il passo a chi ne e’ fisiologicamente il successore. Invece no siamo all’ingovernabilita’. L’Italia non puo’ permetterselo. Siamo i primi ad avere fiducia nei giovani che devono rischiare se tagliare il filo blu o rosso di un esplosivo sugli argomenti di vitale sopravvivenza delle famiglie.

Rivolgiamo un appello al Capo dello Stato per modificare la legge elettorale, tornare subito al voto, dimostrare democrazia non un progetto politico alla lunga come si e’ fatto con la proposta di Monti. Votare subito e’ il minore dei mali, il minore delle spese rispetto ad un’ingovernabilita’ che fara’ pagare ben altro e quanti altri condizionamenti di vite e di professionalita’. Si auspica ci sia un senso di responsabilizzazione di chi non e’ andato a votare, di chi ha emesso schede nulle e bianche, di chi ha puntato almeno solo sulle persone non sui partiti e di chi ci ha portato ad una maggioranza inesistente. Caro Presidente della Repubblica Italiana, questo non e’ un discorso politico, non e’ un’analisi politica, non e’ una posizione di scontento o di gioia per come sono andate le cose, e’ una presa di posizione oggettiva. Bisogna fare presto perche’ gli organi dello Stato non stallino. Di seguito, i dati della ingovernabilita’, differenti tra la Camera e il Senato offerti dall’ANSA

 

IL REPORT DELL’ANSA
L’unica certezza è la netta affermazione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Ed il forte rischio di ingovernabilità. Questo l’esito delle elezioni parlamentari per la XVII legislatura. Al centrosinistra va il premio di maggioranza a Montecitorio, ma lo scarto è dello 0,36% sul centrodestra. Dei 617 seggi finora attribuiti, ne prende 340 mentre il centrodestra ne ha 124, il Movimento 5 stelle 108, la coalizione di Monti 45. A Palazzo Madama, invece, nessuna coalizione ha i 158 seggi per governare da sola. In particolare, quando il dato non comprende Trentino, V.d’Aosta, Estero, 116 seggi vanno al centrodestra, 113 al centrosinistra, 54 a Grillo, 18 a Monti.

PIER LUIGI BERSANI – “E’ chiaro che chi non riesce a garantire governabilità non può dire di aver vinto. Non abbiamo vinto anche se siamo arrivati primi e questa è la nostra delusione”. Così Pier Luigi Bersani.

“Questa cosa non avverrebbe in altri Paesi dove un voto del genere avrebbe garantito comunque la governabilità. Per noi non è così e credo che da questo si capirà chi ha voluto impedire la riforma della legge elettorale, non certo noi”.
“C’é stato un rifiuto della politica così come si è presentata in questi anni, di istituzioni inefficienti e di una politica apparsa moralmente non credibile”.
“Ammonisco su un punto, il bicchiere va letto dai due lati noi siamo stati un punto di tenuta”.

“Non ci sfuggono i rischi del paese sia chiaro, ma responsabilità è sinonimo di cambiamento. Non siamo qui a gestire per gestire”.

“La nostra ispirazione non èuna diplomazia con uno o con l’altro né discorsi a tavolino ma alcuni punti fondamentali di cambiamento, un programma essenziale da presentare al Parlamento per una riforma delle istituzioni, della politica, a partire dai costi e dalla moralità”.

“Ho sempre detto che la ruota deve girare nel congresso del 2013, non abbandono la nave, dopodiché io posso starci da capitano o da mozzo”. Così Pier Luigi Bersani rispondendo ad una sua ipotesi di dimissioni da segretario Pd.
“So che fin qui hanno detto ‘tutti a casa’, ora ci sono anche loro, o vanno a casa anche loro o dicono che cosa vogliono fare per questo paese loro e dei loro figli”, ha spiegato Bersani rispondendo alla domanda a chi si rivolge la sua proposta per un governo di scopo.

“Ragionare tema per tema è apprezzabile ma è anche piuttosto comodo, i governi funzionano tema per tema ma anche con la fiducia, in base ai temi uno deve dare la fiducia o no. Questa è la nostra costituzione, chi viene in parlamento fa i conti con la costituzione e si prende le sue responsabilità”. Così Pier Luigi Bersani rispetto all’atteggiamento dei grillini di valutare riforma per riforma se voltarla.

A chi gli chiede un commento a quanti dicono che con Renzi si sarebbero potute avere più chance di vittoria, Bersani ha risposto: “L’ho sentito anche io, ma più di far le primarie e far scegliere a tre milioni persone non so cosa potessi fare.. Non vorrei che con questo dibattito si oscurasse un dato più profondo e cioé che siamo in presenza di un problema profondo, per la prima volta in 60 anni c’é un meccanismo di impoverimento che la politica non riesce più a gestire e che dà luogo a risposte semplificatorie”.

“Noi dovremmo consegnare al Presidente della Repubblica le nostre impressioni che si farà un’opinione e sarà lui a dire quale sarà l’iniziativa capace di consegnare un governo a questo passaggio difficile”.

BEPPE GRILLO – Sarà beppe Grillo ad andare da Napolitano per le consultazioni. Lo ha detto lui stesso ai cronisti a Genova. “La Costituzione? Non è perfettissima”. Cosa dirà a Napolitano? “Bé, devo vedere. Sono personaggi che fanno parte della storia.” – Aspetta che crolli tutto? “No, è già crollato tutto”.

“Nei prossimi giorni assisteremo a una riedizione del governo Monti con un altro Monti. L’ammucchiata Alfano, Bersani, Casini, come prima delle elezioni. Il M5S non si allea con nessuno come ha sempre dichiarato, lo dirò a Napolitano quando farà il solito giro di consultazioni”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog.
“Noi non siamo contro il mondo. Vedremo riforma per riforma, legge su legge. Se ci sono proposte che rientrano nel nostro programma, le valuteremo”, ha aggiunto Grillo.
“Adesso faranno quello che c’era prima, ovvero il Pdl insieme al Pd meno elle. Andranno avanti al massimo un anno. Tenteranno il governissimo. Noi lo impediremo”: Lo ha detto Beppe Grillo a Genova.
“Se non ci sono soldi non si fanno le grandi opere, né la Tav né la Gronda. Per chi perderà il lavoro noi proponiamo il reddito di cittadinanza”.
“Non è il momento di parlare di alleanze”, ha detto Grillo a Genova. “Ora bisogna ritrovare la solidarietà con il Paese, perché non siamo più una comunità”.
“Come Predente della Repubblica mi piacerebbe Dario Fo. E’ un premio Nobel con grande lucidità. E’ un ragazzo, ha capito subito cosa stava succedendo. E’ una mente aperta e noi abbiamo bisogno di menti aperte”.

E intanto giornata convulsa per le borse europee che continuano a soffrire a causa dell’esito delle elezioni italiane. Si accodano a Milano, che conserva la maglia nera tra i listini europei, Madrid (-2,4%), Parigi (-1,9%), Francoforte (-1,55%) e Londra (-1,3%). A Piazza Affari continuano a soffrire i finanziari, come Mediolanum (-9%) e Intesa (-8,6%), e i gruppi con un alto debito come A2A (-9%) e Telecom (-6,6%). Poco mosso lo spread tra il Btp e il Bund tedesco dopo l’audizione del Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke al senato Usa. Il differenziale tra i due titoli è a 337 punti base col tasso sul decennale al 4,84%.

O.ROMANO, PAESE INGOVERNABILE MA NO NUOVO VOTO – “Il risultato peggiore che molti paventavano dalle elezioni politiche italiane alla fine si è materializzato”. Così l’Osservatore Romano che se la prende con “la legge elettorale, perfetta per rendere il Paese ingovernabile”. Per il giornale vaticano, comunque, “appare impensabile un imminente ritorno alle urne”.

BERLUSCONI: ACCORDO CON PD? ORA TEMPO PER RIFLETTERE – “Accordo con il Pd? Ora dobbiamo prendere del tempo per riflettere. Niente accordo con Monti”. Lo scrive Silvio Berlusconi su Twitter.  “Non credo sia utile in questa situazione”: così Silvio Berlusconi a ‘La telefonata’ su Canale 5, risponde se ritenga alle viste un ritorno alle urne. Il leader del Pdl rileva: “non ci sono programmi su cui si è discusso in campagna elettorale a parte quello del Pdl. Degli altri non ricordo alcuna idea se non la contrapposizione verso partiti e persone”.

“Smettiamola con lo spread. Lasciamolo stare”. Per il leader del Pdl le elezioni non influenzano i mercati. “No assolutamente. I mercati vanno per la loro strada. Sono indipendenti e anche un po’ matti”, rileva.  “Ora tutti riflettano su cosa si può fare di utile per l’Italia; e la riflessione prenderà qualche tempo”. “Qualche risultato positivo si è avuto: non entrano in Parlamento personaggi come Fini, Ingroia e Di Pietro, giustizialisti di cui nessuno sentirà la mancanza”.

CARD.BAGNASCO, SERIO MESSAGGIO PER POLITICI  – La situazione determinatasi con il risultato elettorale “certamente è un grande, serio messaggio per il mondo della politica, su cui bisognerà che i responsabili, quindi gli interessati più diretti, riflettano seriamente”. Così l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, sul voto.

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