‘Credo che sia necessaria una commissione d’inchiesta che sappia indagare sulla stagione delle stragi del 92” – ha detto Antonio Ingroia alla presentazione del libro ”Io so” scritto con i giornalisti Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco. ”Da subito ebbi la sensazione – ha aggiunto – che dietro la morte di Borsellino c’erano moventi convergenti con quelli mafiosi. Capii presto che lo Stato non solo aveva lasciato solo Borsellino, ma era stato artefice della sua morte”.
SI E’ ROTTO UNO SCHEMA
Se Beppe Grillo può attraversare a nuoto lo Stretto di Messina, Antonio Ingroia potrà riaprire il caso Borsellino e da li fare giustizia per tutti. Lo scandalo delle intercettazioni ha rotto uno schema. Questo è certo. La cancellazione dei dati significa che c’è qualcosa che deve essere cancellato. Qualcosa che non deve essere ascoltato, diffuso, posto al giudizio dei Cittadini. Questo è il punto. Solo da una grande rivoluzione culturale potremo avere una politica degna degli italiani onesti e di un Paese degno dei suoi morti.
INSIEME PER IL BENE COMUNE
La guerra è totale e inizieremo a vedere anche noi le dicotomie di una democrazia che si fonda sulla diversità e sulla diseguaglianza. Tanto vale morire per il bene comune. La morte farebbe veramente paura se, dopo una vita spesa solo ad osservare dalla finestra, ci si ritroverà tra i tiepidi: con tutti coloro i quali sono responsabili della morte dei fedeli servitori dello Stato. Allo stesso modo la morte, sarebbe oscura e malvagia con noi, se essa stessa si dovesse rendere conto che siamo stati tra coloro i quali non si sono battuti battuti per la verità, anche e soprattutto contro chi si è nascosto dietro il “Codice Penale” e il “Potere dello Stato” per utilizzarli come silenziatore della lupara che uccide ogni giorno i Valori della democrazia e della Società Civile.
Il Direttore Editoriale di ComunicareITALIA – Fabio Gallo