Cibo razionato da pensioni inesistenti e stipendi e già pignorati dall’incapacità del ghetto dei politici che hanno le tasche e i conti in banca tanto pieni da fare inorridire i direttori delle stessa banche. Famiglie depresse e impotenti innanzi all’infanzia negata ai propri bambini per i quali si prospetta una vitta rassegnata per studi e livelli occupazionali che escludono ogni professione che richiede alta formazione. Il costo del cibo sano impedisce allo stesso di accedere sulla tavola delle famiglie, favorendo il consumo di cibi di second’ordine ai quali l’organismo reagisce con malattie cardiovascolari e obesità infantile che a loro volta vanno a gravare sulle spese della sanità.
La Guerra è molto più sofisticata di quanto si possa immaginare e il problema serio è che gli italiani si ritrovano ad essere governati da un sistema che si basa sulla presunzione, la piramidalità delle lobby di potere e non su competenze vere. Oggi, tra l’altro, l’innovazione tecnologica è alla base di ogni nuova economia e la gestione della conoscenza attraverso processi telematici è il cuore del potere. Nessun politico italiano è capace di comprendere un simile ragionamento che è alla portata di tutti i giovani che vivono di comunicazioni sociali avanzate. Il Governo dell’Italia ha un male incurabile poiché per curarlo ci vorrebbe intelligenza adeguata ai moderni sistemi di gestione del sapere, cosa che pochi, in Italia posseggono. Intanto la vita degli Italiani, popolo laborioso e disposto al sacrificio, viene sfruttata e sprecata per pagare un debito inestinguibile e non per produrre le nuove economie. il problema è questo: tutti sono capaci di creare nuove tesse, tutti sono capaci di amministrare (male) il danaro pubblico, nessuno, però, è capace di dare vita ad iniziative capaci di generare nuove economie. Il Farneticare di una politica oltremodo ignorante (da “ignorare”) ha ridotto al regime di guerra la Bella Italia. A cura di Fabio Gallo – ComunicareITALIA.IT
Anche “se non siamo in guerra” i “danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia”, rileva il centro studi di Confindustria. Colpite le parti “da cui dipende il futuro del Paese”.
I conti pubblici migliorano “vistosamente”, ma “si allontana il pareggio di bilancio”, secondo il Centro studi di Confindustria. Il deficit pubblico nel 2013 sarà a -1,6% del Pil e non di -0,1% come prospettato a dicembre. Nel 2012 si assesterà invece a -2,6%, in peggioramento di 1,1 punti a causa della crisi.
“Siamo nell’abisso”, sottolinea il capoeconomista di Confindustria, Luca Paolazzi, illustrando le stime di via dell’Astronomia sul Pil tagliate rispetto alle precedenti previsioni: per il 2012 al -2,4% (dal -1,6%); per il 2013 al -0,3% (dal +0,6%). La recessione è “più intensa”, la ripresa è ora attesa “dalla seconda metà del 2013”.
Il 2013 si chiuderà con un milione e 482mila posti di lavoro in meno dal 2008, inizio crisi (in termini di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno):era -1 milione e 276mila a inizio 2012. La disoccupazione salirà al 10,9% a fine 2012 e toccherà il record del 12,4% nel quarto trimestre 2013 (13,5% con la Cig). Lo stima Confindustria.
-10% BENESSERE ITALIANI IN SEI ANNI DI CRISI – “A sei anni dall’inizio della crisi, nel 2013 l’Italia si troverà con un livello di benessere, misurato in Pil pro-capite, del 10% inferiore alla media 2007”. Lo stima il centro studi di Confindustria, calcolando che è un calo “pari quasi a 2.500 euro in meno (prezzi costanti dal 2005)”. Per gli economisti di via dell’astronomia è “una perdita difficilmente recuperabile in assenza di riforme incisive che riportino il Paese su un sentiero di crescita superiore al 2% annuo come è alla sua portata”.
PRESSIONE REALE FISCO SCHIZZA A 54,6% 2013 – La pressione fiscale effettiva , depurata dal sommerso, “schizzerà al 54,6%” nel 2013 dal 54,2% del 2012, secondo il Centro studi Confindustria. E’ al 51,1% nel 2011. Continua la corsa anche della pressione apparente, dal 42,5% del 2011 al 45,1% del 2012 fino al 45,4% del 2013. Le entrate fiscali sono “in forte accelerazione”, +5,2% quest’anno, per poi rallentare al +2,6% nel 2013.
SQUINZI, ITALIA IN ABISSO CRISI, MANTENERE LA CALMA – “In questo momento il Paese deve essere unito, solidale e determinato. E deve mantenere la calma nell’affrontare una crisi che ha portato l’Italia nell’abisso”. il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, lo ha detto commentando le previsioni del centro studi di via dell’Astronomia. ANSA