Mirandola (Mo), 21 mag. – La scuola elementare Francesco Montanari di Mirandola, in provincia di Modena, e’ stata costruita pochi anni fa. E’ una delle strutture pubbliche che non ha avuto bisogno di interventi dopo le scosse. Qui e’ stato allestito uno dei centri di accoglienza di questo comune, uno dei piu’ colpiti dal terremoto. E la paura fra gli sfollati e’ ancora forte. “Restiamo qui fin quando durano le scosse”, affermano.
In queste aule dove la campanella continua a suonare ogni ora in automatico, alle pareti ci sono ancora i disegni fatti dai bambini. Nell’aula magna e nell’atrio centrale sono state collocate le brandine che hanno accolto circa 200 persone, fra anziani e famiglie. I bambini giocano fra i corridoi, mentre i volontari continuano ora dopo ora a raccogliere i nomi delle persone che hanno la casa o l’azienda danneggiata e chiedono cosi’ i controlli dei vigili del fuoco.
Tantissimi sono stranieri. Tanto che nella scuola il Comune ha chiamato i mediatori culturali per capire al meglio le richieste degli stranieri. Frida Barbi, 32 anni, e’ una donna albanese di 33 anni. Ha tre figli di 13, 11 e 8 anni ed e’ sposata con un italiano da anni. “Ho voluto dormire qui con i bambini – racconta – l’ho fatto per loro perche’ a casa tremava tutto ed erano spaventatissimi. Mio marito ha dormito in macchina, non voleva togliere posto a chi ne ha bisogno”.
Linda ha 19 anni, e’ di Mirandola ma ieri notte era a casa del fidanzato a Cavezzo, che e’ stata completamente distrutta dal sisma. “Ci siamo salvati ma quando son tornata a casa a Mirandola ho trovato le crepe sui muri, adesso io e mia mamma cerchiamo un posto dove andare. Stanotte siamo stati in macchina”. Novella Silvestri ha 69 anni e vive in un palazzo di tre piani costruito 55 anni fa. “E’ stato ristrutturato spesso – spiega – e non lo so ancora se ci sono danno gravi o no, ma e’ esploso tutto in casa, i bicchieri, un fracasso incredibile.
Qui abbiamo dormito bene, si’, qualche scossetta ma stavamo tranquilli, e’ resistente questa scuola e quindi non ci abbiamo fatto caso. Ma di certo a casa non torniamo. Fin quando durano le scosse, restiamo in tenda”.