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venerdì, Novembre 22, 2024

Berlusconi: chi abbandona la maggioranza è un traditore

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Silvia Berlusconi

Abbandonare la maggioranza e’ un atto di tradimento, ma i numeri li abbiamo ancora, sono convinto di riprendere i dubbiosi. Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, in una conferenza al termine della conferenza del G20.
Tradimento si, in modo particolare dopo tutto quello che Berlusconi ha fatto per quanti deputati non meritavano neanche di entrare in Piazza Colonna, figuriamoci in Piazza Montecitorio. La drammaticità del momento può essere esorcizzata solo con un pizzico di buon umore pensando alle “Iene” che davanti Montecitorio interrogavano i deputati su elementi base di storia, geografia e letteratura italiana per impiantare sulle risposte una delle più impensabili e comiche pagine della televisione comica italiana. Questi “ballerini” di twist che mandano le ginocchia a destra e a sinistra stanno, però, testimoniando che la scelta dei deputati rimane una questione importante da risolvere , evidentemente, è fondamentale che essi vengano eletti dal basso e non calati dall’alto.

MAGGIORANZA SOLIDA, ANDREMO AVANTI – “Noi siamo al Governo ed abbiamo una maggioranza solida e quindi continueremo a governare”. Così Silvio Berlusconi da Cannes

‘SCONTENTI’ TORNERANNO SU LORO POSIZIONI – “Gli scontenti torneranno sulle loro posizioni”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa al termine del G20. “Sono persone che ritengono di essere state scavalcate, sono reazioni molto umane e molto comprensibili ma sono sicuro che quando incontrerò queste persone ritorneranno sulle loro posizioni”, ha aggiunto Berlusconi

FMI FA MONITORAGGIO MA NO LIMITI PER ITALIA – Il monitoraggio sull’Italia da parte dell’Fmi “non comporta nessuna limitazione” per l’Italia perché si tratta di una semplice “certificazione esterna”. Lo ha detto Silvio Berlusconi da Cannes. Sarà un monitoraggio delle politiche dell’Italia su base trimestrale, ha tra l’altro detto il premier

ITALIA RIFIUTATO FONDO FMI – “Il Fondo monetario ci aveva offerto dei fondi che noi abbiamo rifiutato”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi da Cannes

ATTACCO A TITOLI MODA PASSEGGERA – “Noi pensiamo che sia una moda passeggera il fatto che i mercati si avventano sui titoli del debito” italiano. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa al termine del G20

‘FIDUCIA QUASI OBBLIGATORIA, LA METTEREMO’ – “Con l’attuale architettura istituzionale italiana, che è fatta per rendere difficili le decisioni, io credo che il ricorso alla fiducia sia una fatto quasi obbligatorio e quindi continueremo a porre la fiducia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da Cannes

IN ITALIA NON SI SENTE FORTE CRISI – “Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa al termine del G20

CAMBIO EURO IMPOVERITO PARTE ITALIANI – “Con l’adozione dell’euro si sono verificati degli impoverimenti di una fascia consistente della popolazione italiana”. Così Silvio Berlusconi, da Cannes, che tuttavia precisa: “non è colpa dell’euro ma è colpa del cambio euro-lira fatto da quel governo che è stato penalizzante per l’Italia”

CAMBIO EURO IMPOVERITO PARTE ITALIANI – “Con l’adozione dell’euro si sono verificati degli impoverimenti di una fascia consistente della popolazione italiana”. Così Silvio Berlusconi, da Cannes, che tuttavia precisa: “non è colpa dell’euro ma è colpa del cambio euro-lira fatto da quel governo che è stato penalizzante per l’Italia”

RADICALI, IMPROBABILE LA NOSTRA FIDUCIA – I Radicali ritengono improbabile una loro fiducia al governo. “Una cosa – spiega il presidente Silvio Viale – è valutare le proposte e i provvedimenti nel merito ed eventualmente votarli, altra cosa è dare la fiducia al governo.”

MARONI SE GOVERNO CADE CI SONO ELEZIONI -“Lo abbiamo detto: se cade il governo ci sono solo le elezioni, è molto semplice. Il nostro scenario è questo”. Così il ministro dell’INterno Roberto Maroni ha risposto ai giornalisti al termine di un incontro con i giovani padanindi Varese.

A chi gli faceva notare alcuni recenti sodaggi che danno la Lega Nord in flessione di consensi, Maroni ha replicato: “Ne vedo tanti di sondaggi ma non me ne occupo, non mi interessano”. La forza della Lega sta “nella coerenza, la coerenza è nei programmi e nei progetti” sostenuti fin dal 1991. Il ministro questa sera a discusso del “futuro” per oltre quattro ore, fino a tarda notte, con i giovani del movimento.

PDL PERDE PEZZI,GOVERNO SOTTO MAGGIORANZA ASSOLUTA

di Serenella Mattera

Indietro di un anno. E’ lì che l’addio al Pdl di Ida D’Ippolito e Alessio Bonciani riporta il governo. Al di sotto della maggioranza assoluta alla Camera. Dai 316 voti ottenuti con l’ultima fiducia, si scende di nuovo alla ‘quota 314’ raggiunta a fatica il 14 dicembre 2010, dopo l’uscita dei finiani. Ma il rischio è quello di calare ancora. Perché se si considera il voto in bilico di una variegata galassia di ‘scontenti’, le distanze con l’opposizione (da oggi virtualmente a ‘quota 306’), potrebbero farsi ancor più sottili: alla prossima ‘conta’ basterebbe una manciata di ‘no’ o una decina di astensioni, per sfiduciare Berlusconi. Dopo il passaggio all’Udc formalizzato oggi da D’Ippolito e Bonciani, la maggioranza a Montecitorio scende a 314 deputati (senza contare i pidiellini Alfonso Papa, ai domiciliari, e Pietro Franzoso, malato). Ma la fotografia dei numeri non tiene conto degli ‘indecisi’, le cui fila si ingrossano sempre più. Non è più incondizionata, infatti, la fiducia al governo dei sei firmatari della lettera al premier per chiedere un allargamento della maggioranza. E se due di loro, Fabio Gava e Giustina Destro, già l’ultima volta si erano astenuti, gli altri (Roberto Antonione, Isabella Bertolini, Giancarlo Pittelli e Giorgio Stracquadanio) sono ancora annoverati nei 314 e potrebbero dunque poter far mancare quattro voti. In fibrillazione sono anche gli ex Fli, oggi al Misto, Andrea Ronchi, Adolfo Urso, Pippo Scalia e Antonio Buonfiglio. Mentre una nota dei repubblicani (Pri) avverte che il ‘si” di Francesco Nucara al governo non è scontato. Intanto, continuano a perdere pezzi gli ex Responsabili: dopo l’addio del loro ex capogruppo Luciano Sardelli (che già il 14 ottobre si è astenuto sulla fiducia), lasciano il gruppo Popolo e territorio per formare una componente del Misto Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Americo Porfidia. I tre assicurano fiducia al governo, ma aggiungono: “al momento”. Mentre Pippo Gianni, ancora membro di Pt, in un’intervista dice che al 75-80% voterà la sfiducia, salvo poi frenare. E Domenico Scilipoti, sibillino: “Potrei votare sì come potrei votare no”. Restano intanto in una posizione critica verso il governo coloro che all’ultimo voto si sono astenuti: Destro e Gava (firmatari della lettera), Sardelli, l’ex finiano Buonfiglio, Santo Versace e Calogero Mannino. E anche Antonio Milo, che allora aveva optato in extremis per il ‘si”, potrebbe cambiare idea. Ma anche dal Pdl potrebbero venire altre ‘emorragie’ di voti, si sussurra a Montecitorio. Non fa presagire nulla di buono, del resto, il continuo emergere di ‘malpancisti’. Come Giuliano Cazzola, che dichiara: “Io non tradisco, ma Berlusconi deve trattare una resa onorevole invece di essere schiantato”. Quanto all’opposizione, l’ultima volta (considerati gli assenti) si è fermata a ‘quota 301’. Mentre adesso a ranghi completi il potenziale dei ‘no’ è a 306. Ma si guarda con un po’ di apprensione ai sei radicali. Il 14 ottobre hanno votato contro il governo, ma dopo il progressivo allontanamento dal Pd degli ultimi tempi, nulla viene dato per scontato.

NAPOLITANO: VALUTERO’ IN BASE ATTIVITA’ PARLAMENTO – ”I prossimi sviluppi dell’attivita’ parlamentare mi consentiranno di valutare concretamente la effettiva evoluzione del quadro politico-istituzionale” ha dichiarato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.che oggi ha ricevuto al Quirinale il leader del Pdl Angelino Alfano e quelli della Lega Umberto Bossi e Roberto Calderoli. ‘In Parlamento – ha proseguito Napolitano – sono tutti liberi di agire assumendosi le responsabilita’ di fronte all’Italia e all’Unione europea. ”Credo di poter dire ai nostri partner europei, agli osservatori internazionali, e al mondo degli investitori finanziari, che le forze politiche fondamentali, sia di maggioranza sia di opposizione, sono consapevoli della portata dei problemi che l’Italia deve affrontare con urgenza e attraverso sforzi coerenti e costanti nel tempo” dice il Capo dello Stato che aggiunge:” Gli obbiettivi sono seriamente riconosciuti come impegnativi dal più ampio arco delle parti politiche e sociali”, certo che tute le formazioni politiche siano consapevoli della situazione della crisi economiche e che gli obiettivi del risanamento siano prioritari per il Paese.

BOSSI A NAPOLITANO, MEGLIO VOTO CHE GOVERNO TECNICO ”Gli abbiamo detto che preferiamo andare al voto che il governo tecnico”. Cosi’ il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, riferisce ai cronisti l’esito dell’incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I cronisti chiedono al leader del Carroccio se il governo regge. ”Non si e’ parlato di questo”, replica il ministro. ”Si e’ parlato se preferiamo le elezioni o no. Ho detto: ‘presidente, lei fara’ quel che…”, prosegue Bossi non completando la frase. I giornalisti chiedono se Napolitano abbia parlato di governo tecnico: ”No”, e’ la risposta del leader ‘lumbard’ che afferma anche di non aver ancora sentito telefonicamente Silvio Berlusconi.

ALFANO: NO A RIBALTONI “In questa legislatura c’e’ solo questo governo, non possono esserci governi che nascono da giochini di Palazzo. O avanti fino al 2013 o chiederemo il voto”. E’ quanto il segretario del Pdl Angelino Alfano riferisce di aver detto a Giorgio Napolitano incontrato questa mattina al Quirinale. Il segretario del Pdl ha incontrato il capo dello stato insieme ai capigruppo Gasparri e Cicchitto. ”Vogliamo andare avanti fino al 2013 con questo governo presieduto da Silvio Berlusconi. Abbiamo i numeri per poter reggere questa nostra ambizione e un programma concordato nella lettera all’Ue”, ha poi detto Alfano.”Quali sarebbero le buone cose che farebbe un ipotetico governo del ribaltone? Esaminiamo e facciamole insieme. Invito l’opposizione a pensare prima al bene comune e poi al bene delle due coalizioni e del governo”. Lo dice il segretario del Pdl Angelino Alfano in conferenza stampa aggiungendo: ”Speriamo che vengano messe da parte pregiudiziali personali e venga portato avanti il bene comune per avere una maggioranza piu’ ampia e approvare i provvedimenti con i quali noi intendiamo adempiere agli impegni assunti con l’Ue”.

CALDEROLI DOPO QUIRINALE, VA BENE, ANCHE MEGLIO – ”Sempre bene, anche meglio”. Cosi’ il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, entrando a Montecitorio, risponde ai giornalisti che gli chiedono come sia andato l’incontro dei vertici del Carroccio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

FINI, BERLUSCONI E’ BURATTINO IN TEATRINO POLITICA – ”Berlusconi e’ diventato il burattino principale del teatrino politico italiano. Si assuma le sue sue responsabilita’ ”. Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ad Agora su Rai 3. ”Nessuno auspica che Berlusconi se ne vada per dar vita a un governicchio. Berlusconi lascia o non ha la maggioranza? Se non si riesce a dar vita ad un governo di larghe intese composto da tutte le forze che si sentono in grado di presentare grandi sacrifici va bene, altrimenti e’ meglio che si vada a votare”. Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ad Agora’ su Rai 3. ”La Confindustria, che non e’ proprio un’organizzazione bolscevica dice: mettiamo una tassa sui patrimoni gli italiani lo capiscono benissimo. Se, al contrario, dicono, interveniamo sul mercato del lavoro, rendendo piu’ facili i licenziamenti, gli italiani qualche motivo per arrabbiarsi credo lo abbiano. Berlusconi e’ contrario e tutti hanno capito il perche’. Perche’ difende i suoi interessi” afferma il presidente della Camera. ”Possiamo continuare ad andare avanti con un esecutivo che, se sta bene, va avanti con un voto? Non credo sia nell’interesse del Paese” continua.

 

 

 

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