Nessuna intenzione di fare passi indietro e nel caso il governo non avesse i numeri l’unica alternativa sono le elezioni. Silvio Berlusconi lo ripete in diversi passaggi del suo intervento alla Camera mandando un messaggio chiaro alle opposizioni, alla pattuglia dei malpancisti che da giorni agita le file della maggioranza, ma anche al Capo dello Stato. Ma nonostante i ‘frondisti’ abbiano inviato segnali di pace, garantendo domani la fiducia all’esecutivo, salgono la tensione nel Pdl e la preoccupazione del premier sui numeri, sul rischio di un ‘trappola’ o, quanto meno, di una fiducia risicata che certo, si ricorda in ambienti parlamentari, non rientrebbe nei parametri richiesti da Giorgio Napolitano. Per questo motivo, il pomeriggio per la maggioranza e’ stato scandito da un susseguirsi di trattative e riunioni.
Ed il primo a cercare di serrare le fila e’ stato proprio il Cavaliere che da palazzo Grazioli avrebbe chiamato uno ad uno i cosiddetti ‘malpancisti’ chiedendo di riflettere bene sulle conseguenze di un’eventuale crisi di governo. A tutti avrebbe ribadito l’intenzione di non fare passi indietro: piuttosto – sarebbe stato il ragionamento – votatemi la sfiducia, perche’ altrimenti io non me ne vado. il Cavaliere smentisce pero’ nettamente l’esistenza di ”trattative” con Claudio Scajola che definsice ”un amico”e un ”protagonista importante” del Pdl. Ad altri parlamentari considerati in bilico avrebbe chiesto quale sarebbe la convenienza ad aprire trattative con i centristi: pensate che Casini possa darvi delle garanzie? Avrebbe chiesto il capo del governo. Se con i suoi il Cavaliere si dice convinto che il governo non subira’ contraccolpi, lo stato maggiore del Pdl e’ in fibrillazione. Il rischio infatti non sarebbe in assoluto la sfiducia ma, le assenze mirate di alcuni deputati che abbasserebbero l’asticella molto sotto quota 319.