Il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra anti-crisi. In una conferenza stampa i ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, della Semplificazione, Roberto Calderoli, del Welfare, Maurizio Sacconi hanno dettagliato i contenuti del decreto legge.
TREMONTI, SOLUZIONE MAESTRA SAREBBE EUROBOND – “Se ci fossero gli eurobond non saremmo arrivati ad oggi: è fondamentale un maggior grado di consolidamento delle finanze pubbliche in Europa”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. “La soluzione maestra sarebbe stata quella degli Eurobond, sono convinto del modello proposto dal primo ministro del Lussemburgo e da me a livello internazionale. Siamo in attesa di sviluppi. Diversamente le complessità continuerebbero”. Per Tremonti “l’andamento della crisi “accelera drammaticamente negli ultimi giorni. Era prevedibile? Questo potrà essere oggetto di prossime riflessioni. Ma la crisi non riguarda solo il nostro paese ma una quota enorme del Pil dell’Europa”.”
STOP PROMOZIONE PRIMA DI PENSIONE – La manovra economica approvata dal governo ha “rimosso l’istituto delle promozioni alla vigilia della pensione” ha aggiuntoi Tremonti
DA ‘ROBIN HOOD TAX’ SU ENERGIA 2 MLD – La manovra prevede “tagli ai ministri di 6 miliardi, riducibili a 5 attraverso la reintroduzione della ‘vecchia Robin’ sul mondo della produzione dell’energia, ma ferma la bolletta delle famiglie – ha proseguito il ministro – . Per gli enti locali sono previsti tagli per 6 miliardi riducibili verso 5 con il beneficio aggiuntivo della Robin Hood tax che pensiamo porti in tutto 2 miliardi”.
VIA ENTI CON MENO DI 70 ADDETTI – Tremonti ha fatto sapere che saranno “soppressi tutti gli enti fino a 70 addetti”.
INCENTIVI PER CEDERE SERVIZI PUBBLICI – “La parte di sviluppo della manovra é fatta dalla parte sul lavoro, le professioni e la riforma dei servizi pubblici locali – ha sottolineato Tremonti – . Nel patto di stabilità c’é un disincentivo-incentivo a mettere sul mercato le aziende locali. Pensiamo che il meccanismo possa funzionare”.
MANOVRA DA DOMANI IN GAZZETTA UFFICIALE – “Il testo è in corso di bollinatura per recepire le modifiche fatte ancora ieri in Consiglio dei ministri poi andrà al Quirinale e domani, da mezzanotte, sarà in Gazzetta Ufficiale”, ha concluso Tremonti.
DECRETO IN SENATO DA 22 AGOSTO IN COMMISSIONE – Il presidente del Senato Renato Schifani, dopo il varo della manovra aggiuntiva in consiglio dei ministri, ha subito consultato i capigruppo di Palazzo Madama per stabilire un calendario di massima dell’esame del decreto. Il decreto, secondo le prime intese, dovrebbe arrivare in commissione il 22 agosto, per poi approdare all’esame dell’aula tra il 5 e il 6 settembre. Il calendario sarà ufficializzato non appena la presentazione del decreto sarà formalmente annunciata nell’aula di palazzo Madama. Lo si apprende da fonti del Senato.
CALDEROLI: TAGLI DOPPI A INDENNITA’ PARLAMENTARI – “A livello dei parlamentari già c’é stato un intervento degli uffici di presidenza di Camera e Senato con la riduzione delle componenti accessorie. Noi siamo intervenuti rispetto all’indennità fissata dalla legge e abbiamo applicato ai parlamentari quanto previsto per i dipendenti del pubblico impiego raddoppiando l’entità dei tagli: 10% tra 90 e 150.000 euro e 20% sopra i 150.000”. Lo ha detto il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi.
TAGLIO RIGUARDA TRA 29-35 PROVINCE – “Non condivido la strada della soppressione completa delle Province – ha aggiunto Calderoli – . L’unica strada sarebbe quella costituzionale. Noi abbiamo previsto la soppressione delle province che non raggiungono o i 300.000 abitanti o i 3.000 km quadri di superficie. Ma il punto riferimento è il censimento che si farà in autunno. Ora non abbiamo numeri certi ma per dare un’idea della dimensione taglio siamo tra le 29-35 province. Calderoli ha ricordato che per le province che rimarranno ci sarà un taglio del 50% per consiglieri ed assessori.
CONSIGLIERI REGIONI DA 775 A 610 – La manovra economica approvata dal governo prevede che le Regioni debbano ridurre i consiglieri del 20%, passando da un numero complessivo “di 775 consiglieri a 610” ha sottolineato Calderoli. E’ inoltre prevista la riduzione degli assessori e degli stipendi e l’istituzioni dei revisori dei conti anche per le Regioni. Alla fine del processo, ha aggiunto, si passerà da “un rapporto tra popolazione e rappresentanti di uno ogni 428 cittadini, poco sostenibile, a uno ogni 1100 cerca”.
TRA UN ANNO VIA NORME CONTRASTO NUOVO ART.41 – “Abbiamo introdotto una modifica per legge ordinaria che anticipa la modifica all’articolo 41 della Costituzione. Abbiamo anticipato, come per il taglia leggi. Entro un anno – ha affermato Calderoli – la legislazione statale e regionale e l’attività regolamentare dei comuni deve recepire questa indicazione. Viceversa tra un anno saranno abrogate le norme che contrastano con i principi del futuro articolo 41”.
SACCONI, ART.18 NON E’ STATO TOCCATO – “Ribadisco che il legislatore non modifica alcuna legge in materia di lavoro, nessun articolo dello Statuto dei Lavoratori. L’articolo 18 non è stato toccato. Le parti possono avere ambiti di autonomia regolatoria”. Le parti, ha tenuto a puntualizzare il ministro Sacconi, potranno disporre di autonomia regolatoria per “una serie di materie, tranne nei casi di licenziamento discriminatorio e in caso di maternità. Queste materie non possono essere trattate dalle parti”.
TREMONTI, FATTO TUTTO IN COSCIENZA PER BENE PAESE – “Ho fatto tutto in coscienza per il bene del Paese”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti concludendo la conferenza stampa a Palazzo Chigi a chi gli chiedeva se ritenesse davvero che i provvedimenti adottati siano equi.
OK CDM A SUPER-MANOVRA PAREGGIO, 90 MLD IN TRE ANNI
Una manovra sostanzialmente raddoppiata quella che ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri in – esattamente – 87 minuti di esame e con voto ‘unanime’. Una super-manovra che somma all’intervento di luglio di circa 47 miliardi altri 45 miliardi per un impatto complessivo da qui al 2013 che supera i 90 miliardi. Non è ancora nota la cifra al centesimo ma lo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha spiegato che i nuovi interventi sono in gran parte “aggiuntivi” rispetto a quelli varati a luglio. E si tratta – ha spiegato il premier, Silvio Berlusconi – di “una somma importante: 20 miliardi di euro per il 2012 e 25,5 per il 2013”. Insomma – dice Berlusconi – “siamo addolorati ma soddisfatti”. Il menù è più o meno quello emerso dalle indiscrezioni della vigilia, tranne l’intervento sulle pensioni d’anzianità che sarebbe saltato durante la riunione del Governo.
Arriva il temuto aumento delle accise sul tabacco, e, a sorpresa, la ‘Robin Hood tax sul settore energetico. Privatizzazioni e liberalizzazioni. Si ‘svelà anche il capitolo dei costi della politica. Una vera ‘mannaia’ che colpirà (ma dopo le prossime elezioni amministrative) oltre 50.000 ‘poltrone’ di comuni, province e regioni. E tagli ci sono anche per ‘la casta’, partendo dagli stipendi. Ma bisognerà vedere quanto su questa parte si interverrà durante il percorso parlamentare.
Ci sono anche interventi che fanno ‘soffrire’ il premier, che non li cita ma sono probabilmente i contributi di solidarietà: “il nostro cuore gronda sangue, – dice – era un vanto del governo non avere mai messo le mani nelle tasche degli italiani ma la situazione mondiale è cambiata”. Un’analisi che lo accomuna al ministro Tremonti che spiega: “abbiamo fatto in 7 giorni la manovra: se c’é un caso di necessità e urgenza per un decreto è questo, data l’emergenza manifestata da fuori sull’Italia. Dobbiamo fare il necessario per il bene comune”. Questo anche perché – aggiunge Tremonti – senza questa manovra “ci sono effetti che impattano sulla vita del paese. Poi vedremo di compensare ma non abbiamo alternative a questo modello”. Cioé sacrifici ora. Poi vedremo.
Sull’entità complessiva Tremonti spiega che vengono aggiunti “20 miliardi di euro sul 2012 e 25,5 miliardi sul 2013. Alcuni elementi rafforzano il bilancio anche per il 2011”. Così la manovra “ci porta all’1,4” nel rapporto deficit-pil “alla fine del 2012” per poi arrivare a zero nel 2013. E questo grazie a 45,5 miliardi quasi tutti addizionali: “é un esercizio un po’ complicato: – risponde Tremonti ad una domanda specifica – sono tutti in più, una gran parte è addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero” di deficit. Insomma ora il più è fatto: e una volta firmata del Capo dello Stato e pubblicata in Gazzetta Ufficiale la manovra arriverebbe già dalla prossima settimana in Senato. E probabilmente – anticipa Berlusconi – senza fiducia perché anche le opposizioni si rendono conto della gravità del momento. Ma molti sono i maldipancia, anche, ad esempio, all’interno del Pdl e degli amministratori locali, il percorso potrebbe dunque non essere necessariamente in discesa. Poi da martedì la prova più impegnativa: quella dei mercati.
LEGA ESULTA, NON TOCCATE PENSIONI – “Stop alle pensioni e duri tagli ai costi della politica. La Manovra è dura ma i due punti per i quali la Lega Nord si è battuta sono stati accolti”. Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, contattato telefonicamente dall’ANSA, commenta così l’esito del Consiglio dei Ministri. “Mi spiace per i colleghi parlamentari ma abbiamo dimezzato i nostri stipendi, inserito l’incompatibilità tra i doppi incarichi e imposto di scegliere tra politica e carriera – spiega Calderoli – ma non ci siamo fermati qui perché 54 mila posti in meno tagliati nel mondo della politica non sono pochi, ce ne accorgeremo tutti quando si voterà nuovamente: è un bel passo avanti per tutto il Paese”. L’esponente leghista sottolinea poi l’innovazione determinata dalla modifica “di fatto” dell’articolo 41 della Costituzione: “si tratta di rendere possibile tutto ciò che non è espressamente vietato – sottolinea Calderoli – ovvero velocizzare la macchina burocratica italiana per aziende e cittadini. Lo abbiamo fatto senza modificare la Carta ma predisponendo tutte le leggi in merito. In questo modo, l’iter legislativo sarà rapidissimo e per questo subito efficacie”. “Dobbiamo lavorare ancora – taglia corto il ministro – perché il testo deve essere pronto per la firma già domani. Stiamo lavorando molto ma è necessario e la Lega è in prima linea per salvaguardare gli interessi del Paese e dei suoi elettori”.
FORMIGONI, COSI’ INSOSTENIBILE MANOVRA VA CAMBIATA – “Ho trovato il Presidente del Consiglio attento alle nostre ragioni: spero che la manovra si possa modificare nella parte che riguarda i tagli alle Regioni”. Roberto Formigoni spiega a Tg La7 che “le Regioni sono state già pesantemente colpite nella manovra del 2010 e in quella di luglio quando il carico dei tagli si è scaricato per il 50% sul comparto che rappresenta solo il 16% della spesa pubblica”. Così com’é, aggiunge, la manovra sarebbe “insostenibile” e “recessiva”.
SACCONI, ORA AZIENDE CUORE CONTRATTAZIONE- “Le norme approvate in materia di lavoro” oggi dal Consiglio dei Ministri, spiega il ministro del LAvoro Maurizio Sacconi, “contengono il cuore dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all’organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali”. Per il ministro, “Come si e già fatto nei Paesi che hanno più intense relazioni industriali il cuore della contrattazione diventa l’azienda o il territorio”.
ROMANI,BUONA MEDIAZIONE LEGA SODDISFATTA – “C’é stata una discussione approfondita ma mai problematica o con risse o altro come ho letto sulle agenzie. C’é stata una discussione ed è stata trovata una buona mediazione. La Lega è soddisfatta”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani lasciando Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri. “C’é stato un incontro tra Bossi e Berlusconi che hanno trovato una quadra. Il provvedimento è doloroso ma va incontro a quanto chiesto dal Quirinale e risponde a quello di cui il Paese ha bisogno”, ha aggiujnto Romani. “Non c’é stato alcun tiro a Tremonti” da parte degli altri ministri, nel corso del Cdm che ha varato la manovra, ha sottolineato Romani. “Tremonti ha difeso una posizione sulla quale potevano esserci delle discussioni ma alla fine abbiamo tutti condiviso la sua posizione che, per certi versi, si è modificata nel corso della giornata”.
BERSANI,PREOCCUPATI,MANOVRA NON RISOLVE PROBLEMI – “C’é una forte preoccupazione: questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi”. Lo dice il leader del Pd Pierluigi Bersani commentando la manovra aggiuntiva al tg de La7. “Tremonti aggiunge Bersani – parlava di ristrutturare la manovra, ma qui non c’é nessuna ristrutturazione. E’ solo l’anticipo di misure che da tutti i mercati erano state giudicate come inadeguate. Se è così questa manovra non è in grado di risolvere i problemi”. ”Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perche’ colpirebbero i ‘vostri’ quelli cioe’ che non pagano le tasse – ha proseguito Bersani al Tg de La7 – annunciando una serie di proposte per rivedere una manovra che ”colpisce chi paga le tasse”.”Senza fare le cose difficili che voi non volete fare questo Paese non si salvera”.
UDC, MANOVRA NON STRUTTURALE E PIENA DI TASSE – “Se le anticipazioni di queste ore corrispondono alla realtà, questa manovra, seppur necessaria, si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima”. Lo dice all’ANSA Gianluca Galletti, capogruppo vicario dell’Udc alla Camera dei deputati.
DI PIETRO, LUCI E OMBRE MA IDV FARA’ SUA PARTE – “Finalmente il Governo ha mostrato le carte. Carte piene sia di ombre sia di luci. Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito”: è quanto afferma Antonio Di Pietro, leader di Idv in una nota.
GELMINI, MANOVRA SEVERA MA IMPRONTATA ALL’EQUITA’ – “E’ una manovra certo severa, ma improntata all’equità, al rigore e allo sviluppo”. Cosi il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini che aggiunge “difende i risparmi, le pensioni e gli stipendi degli italiani. Non tocca la sanità, la scuola, l’università e la ricerca. Non aumenta l’Iva e non inserisce la patrimoniale. Aggredisce invece i costi della politica e degli apparati”. “E’ un momento difficile – conlcude – non solo per l’Italia ma per tutto il mondo, poiché è a rischio l’equilibrio economico internazionale. Solo un governo e una maggioranza coesa potevano affrontare con serietà e rapidità questa difficile congiuntura. Il Presidente Berlusconi si dimostra ancora una volta l’unica personalità politica in grado, attraverso la propria leadership, di traghettare il Paese fuori dalla crisi dando risposte credibili agli organismi economici e politici internazionali”.
VENDOLA, ATTO DI GUERRA CONTRO L’ITALIA – “Un atto di guerra contro l’Italia”. Così Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, bolla la manovra ‘del governo Berlusconi-Tremonti’. “Misure punitive per gli Enti Locali – prosegue il leader di Sel – devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre – conclude Vendola – una reazione durissima”.