ANSA – “E’ impossibile salvare Mariupol senza altri tank e aerei”.
Mentre arriva l’annuncio della ripresa dopo tre settimane dei negoziati in presenza tra le delegazioni di Kiev e Mosca, fissati fino a mercoledì a Istanbul dopo una telefonata tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, Volodymyr Zelensky torna a sferzare l’Occidente con la richiesta di un maggiore sostegno militare, accusando gli alleati di non avere abbastanza “coraggio” quando si tratta di difendere l’Ucraina. Parlando sui suoi canali social, Zelensky ha affermato che l’Occidente “gioca a ping-pong nel decidere chi dovrebbe mandare i jet”.
“Ho parlato con i difensori di Mariupol. Sono in costante contatto con loro. La loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono straordinarie. Se solo coloro che da 31 giorni stanno pensando come mandarci aerei e tank avessero l’1% del loro coraggio”.
Lugansk minaccia referendum per unirsi alla Russia – Non è solo l’invasione militare a minacciare l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche le iniziative politiche che mirano a sancire la definitiva amputazione di parte del Paese. Uno scenario “coreano”, denuncia l’intelligence di Kiev, “un tentativo di creare la Corea del Nord e del Sud in Ucraina”. L’ultima è quella dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk che, non contenta di avere ricevuto il riconoscimento di Mosca insieme alla consorella Repubblica di Donetsk, ha detto di voler tenere un referendum per unirsi alla Russia. L’iniziativa, annunciata dal leader separatista Leonid Pasechnik – che poi ha parzialmente corretto il tiro assicurando che per ora non sono in corso preparativi concreti -, ha subito incontrato non solo lo scontato, netto rifiuto delle autorità di Kiev, ma anche qualche dubbio nell’apparato di potere russo. Una consultazione di questo genere è “sconsigliabile”, ha avvertito Leonid Kalashnikov, presidente della commissione della Duma per gli affari delle ex repubbliche sovietiche. Un referendum sarebbe quanto meno prematuro, afferma il deputato, perché “le due repubbliche erano parte dell’Ucraina fino a tempi recenti”. “Qualsiasi” falso referendum “nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali”, sentenzia il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, dicendosi sicuro che nessun Paese al mondo riconoscerebbe la validità di una tale consultazione.
LE NOTIZIE DAL CAMPO – Nell’Ucraina sotto assedio i russi attaccano anche con le bombe a grappolo. Il ministero dell’Interno ha denunciato l’impiego delle devastanti ‘cluster bomb’ in una zona residenziale nella regione di Donetsk, la cui piena conquista, insieme al resto del territorio di Lugansk, nel Donbass, è stata identificata come la “priorità” dell’offensiva di Mosca. “Il nemico ha sparato dai lanciarazzi multipli Tornado-C nel settore residenziale di Krasnohorivka, le munizioni sono cadute nelle strade del settore privato”, hanno riferito le autorità ucraine. Tutto il Paese resta sotto attacco costante. Oltre 30 bombardamenti di complessi residenziali e infrastrutture nella regione di Kiev sono stati registrati in 24 ore. “Durante l’intero periodo della guerra, distruzioni sono state registrate in 34 delle 69 comunità della regione di Kiev, ovvero il 49,2%. In totale, più di 500 obiettivi”, ha affermato l’amministrazione regionale.
Drammatica è anche la testimonianza della deputata Lesia Vasylenko, secondo cui nell’area della capitale alcuni abitanti di zone assediate sarebbero rimasti senza scorte di cibo e costretti a bere acqua di scarico. A sud-est della capitale, un raid ha colpito la cittadina di Boyarka, ferendo almeno quattro persone, tra cui un bambino, mentre il bilancio dei minori uccisi nel Paese sale a 139. Allo stesso tempo, però, il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha lanciato un piccolo segnale di speranza verso un barlume di normalità, annunciando da lunedì la ripresa delle lezioni scolastiche online. All’indomani dei raid che hanno colpito il centro abitato di Leopoli, nell’ovest vicino al confine con la Polonia dove era in visita il presidente Usa Joe Biden, in città si fa la conta dei danni. Completamente distrutto risulta il deposito petrolifero colpito da un missile russo, ha affermato l’amministrazione militare regionale, precisando che il relativo “incendio è stato spento dopo più di 12 ore”.
Continua anche l’assedio di Mariupol, dove a guidare le truppe cecene ci sarebbe Ruslan Geremeyev, sospettato di essere tra i responsabili dell’omicidio di Boris Nemtsov, l’ex vicepremier di Boris Eltsin e oppositore di Vladimir Putin, assassinato nel 2015 a Mosca. Le forze ucraine continuano però a rivendicare piccoli ma costanti progressi della loro controffensiva. Secondo il Kiev Independent, avrebbero ripreso le due cittadine di Poltavka e Malynivka, nella regione sudorientale di Zaporizhzhia, e Trostyanets, nella regione settentrionale di Sumy. La Cnn ha verificato diversi video che mostrano le truppe di difesa nuovamente in controllo di diversi villaggi nella regione di Sumy, oltre a Vilkhivka, un centro a 32 km dalla frontiera con la Russia nel nord-est. “Operazioni tattiche” di difesa si segnalano anche nell’oblast di Kharkiv, la seconda città del Paese, tra le più martoriate dai bombardamenti.
USA-MOSCA, BLINKEN PUNTUALIZZA – Gli Stati Uniti non hanno alcuna strategia per un cambio di regime in Russia, ha detto il segretario di Stato Antony Blinken in Israele dopo che sabato Joe Biden ha affermato che il leader russo Vladimir Putin “non può rimanere al potere”. “Penso che il presidente e la Casa Bianca ieri sera abbiano sottolineato semplicemente che Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in un’aggressione contro l’Ucraina o contro chiunque altro”, ha detto dopo che la Casa Bianca aveva precisato le parole di Biden. “Come ci avete sentito dire ripetutamente, non abbiamo una strategia per un cambio di regime a Mosca”.