a cura di Cristian Tarsia/
E allora ben vengano gesti plateali,come quello del Sindaco di Messina, avv. Cateno De Luca, che nella tarda serata di ieri ha esercitato, appieno, le legittime prerogative di primo cittadino del capoluogo siculo. Per quanto possano dirne le autorità coinvolte nello scandalo delle “deroghe ombra” (per essere gentili), in barba ai decreti ministeriali e alle ordinanze regionali, gli ultimi giorni sono stati quelli dei furbetti.
Controlli SI, o controlli NO?
Spostamenti ingiustificati, alla faccia di chi sta a casa in apprensione per sé e per gli altri. Cateno De Luca ha rotto il silenzio, ponendosi a scudo della sua città, superando l’immobilismo di chi HA OBBLIGHI ben più importanti dei suoi. Ha presenziato al controllo dei transiti sullo stretto, portando all’attenzione dell’opinione pubblica alcune delle falle organizzative nell’applicazione delle norme emergenziali, su tutte la più elementare: il monitoraggio degli spostamenti intercomunali e la verifica dei casi di eccezionalità.
Una lente d’ingrandimento che il Viminale avrebbe dovuto usare attraverso le prefetture e che, stando ai fatti, in troppi hanno ritenuto superflua. Qualcuno storcerà il naso, altri faranno di tutto per non accogliere la richiesta di De Luca, che in fin dei conti non pretende altro che un database. Un registro elettronico si impianta in meno di tre ore.
In tempi di smart working, cosa sono TRE ORE rispetto alla sicurezza di tutti? Riflettiamo bene su cosa ci accade intorno, il Sindaco di Messina è forse il primo, speriamo non l’unico, ad aver sentito il peso della fascia tricolore sul petto. La dignità istituzionale è, prima di tutto, consapevolezza.