“Non credo che lo spread dipenda dalla manovra perché c’è un deficit più del previsto, perché è un deficit moderato. Ma che derivi da un’incertezza politica perché non ci sono fondamentali dell’economia o una rottura dei conti pubblici che lo giustifica”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, parlando alla Festa Fogliante a Firenze.
“Draghi non ha detto nulla di strano, ha parlato da banchiere centrale come avrei fatto anche io, non è stato inopportuno perché ha detto quella che è la realtà”, ha poi aggiunto, commentando le parole del governatore della Bce sui rischi per le banche a causa dell’aumento dello spread.
“Da ministro avrei voluto deficit/Pil più basso, da economista più alto” – “La previsione di una crescita dell’1,5% è stata fatta con un modello econometrico del Tesoro: si può migliorare, io lo migliorerei, ma è lo stesso usato in precedenza”, ha spiegato Tria, aggiungendo: “Io da economista avrei scelto il 2,5% di deficit perché bisogna contrastare il rallentamento dell’economia”. “Per il reddito di cittadinanza è stata stanziata una cifra che è inferiore ai famosi 80 euro”.
“Bisogna sbloccare le opere pubbliche” – “Io dico, in generale, che bisogna sbloccare le opere pubbliche”, ha aggiunto il ministro Tria. Al direttore del Foglio Claudio Cerasa che citava, nello specifico, opere come la Torino Lione e il Terzo Valico, il titolare del dicastero dell’Economica ha risposto: “Io dico in generale tutte queste opere”.
Di Maio: “Se resistiamo, il 2019 sarà l’anno del cambiamento” – “Credo che ci siano tanti che in questo momento stiano tifando per lo spread, ma non mi preoccupa, perché l’Italia ha un’economia solida. Non credo che le agenzie di rating misurino la felicità degli italiani. Io credo che nei prossimi mesi, se resistiamo, poi partirà e nascerà il 2019, che sarà il vero anno del cambiamento, grazie a misure che abbiamo messo in questa legge di bilancio”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, a Scordia, nel Catanese.