Redazione de ILPARLAMENTARE.IT/
Donald Trump giurerà e sarà Presidente degli Stati Uniti d’America. Si tratta di una vittoria storica che rappresenta una rottura con l’establishment politica di Washington. Tra i suoi temi la Sicurezza, la tutela della Vita, del mondo del lavoro e di quella parte di società che sta pagando le conseguenze della spaccatura tra troppo ricchi e troppo poveri, clima e cura dei rapporti diplomatici in modo particolare con la Federazione Russa. Vladimir Putin, infatti, ha fatto giungere il suo auspicio in questa direzione. Una visione che farà bene anche all’Italia che deve presto recuperare con la Russia i rapporti economici che pesano in modo serio sull’economia interna. Una linea politica – quella di Trump – condivisa da molti e che farà scuola, in un’epoca davvero difficile e nella quale crolla il multiculturalismo.
Il magnate miliardario immobiliare ha vinto in Ohio, North Carolina e Florida. Il repubblicano ha spazzato via Hillary Clinton assicurandosi un trionfo finale con una campagna elettorale che ha ripetutamente infranto le convenzioni della politica, sconvolgendole del tutto. Gli organi di stampa internazionali sono scioccati ma da ciò si evince anche il male della stampa subalterna alla politica e non più libera. Neanche gli attacchi contro Trump sessista hanno retto innanzi alla realtà che vivono gli Americani, i quali hanno dimostrato con il loro voto, che la pubblicità diffamatoria non paga più, innanzi alle esigenze reali e primarie.
Parlando di Hilary Clinton, Trump ha affermato che “Dobbiamo riconoscere un importante debito di gratitudine verso di lei per il suo servizio al nostro paese”. “Io dico – ha continuato il nuovo Presidente degli Stati Uniti – che è tempo per noi di manifestarci come un unico popolo unito.” Ha poi aggiunto: “Mi impegno nei confronti di ogni cittadino della nostra terra ad essere presidente per tutti gli americani”. Trump ha vinto con 289 voti elettorali rispetto ai 218 per la Clinton (proiezioni CNN).
Anche in Italia esultano coloro i quali affondano i propri auspici in un nuovo modello di economia sostenibile e rispettoso dei diritti di tutti, che abbia ragione sulle piaghe create da una politica che ha generato profonde sofferenze, spaccature e piegata la stragrande maggioranza dei cittadini inabili e invisibili. Al punto tale da indurre anche Papa Francesco ad invitare i giovani a ribellarsi ad una società il cui modello economico anestetizza e rende passivi. Non dimentichiamo l’invito rivolto ai Giovani cattolici da parte del Pontefice a diventare “attori della scena politica”. Un invito raccolto da giovani cattolici che presto si affacceranno sulla scena politica italiana.
Tra i cattolici, ad esprimere felicitazioni, in dicotomia con una parte della stampa internazionale, la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” di Roma, in linea da anni con gli auspici di quanto oggi è manifesto, e ancor di più con l’aggravarsi della situazione del Mediterraneo che ha portato ad una migrazioni disumana e pericolosa per tutti. Testimonianza ne è la scelta di insignire della “Carta della Pace” promossa dalla stessa Fondazione, l’ex Sindaco di New York, il Procuratore Rudolph Giuliani, che il neo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha voluto ringraziare immediatamente dopo la sua famiglia, per essere stato con la sua esperienza, grande protagonista di questa autentica rivoluzione elettorale che lo ha portato alla vittoria.
“Siamo particolarmente felici – ha dichiarato Fabio Gallo Responsabile dei Rapporti Istituzionali della Fondazione e ideatore della Carta della Pace per la Tutela della Memoria, dei Diritti Umani e dell’Ambiente – perché il mondo ha bisogno di dialogo e i Cittadini necessitano di essere tutelati in ogni loro diritto. Il Presidente Trump, nonostante non abbia alcuna attività politica alle spalle, saprà radicare il suo programma politio in questa direzione e allo stesso tempo saprà ricordare a tutti che esistono i diritti ma anche i doveri. Si apre un’era nella quale a governare sono chiamati donne e uomini di buon senso e non solo professionisti della politica. E ciò, avrà ricadute ovunque con un forte richiamo al civismo più che alla politica dei partiti. Anni addietro abbiamo sostenuto in modo convinto la candidatura di Rudolph Giuliani. Oggi festeggiamo e siamo felici del riconoscimento di Donald Trump al suo impegno determinante, segno di una nostra giusta e lungimirante visione. Oggi il mondo prende atto che i Cittadini americani hanno riconosciuto l’esigenza di un cambiamento. Vedrete – ha dichiarato Fabio Gallo – non ci saranno nè vincitori nè vinti, ma solo gli Stati Uniti d’America che insieme alle superpotenze mondiali come la Federazione Russa sapranno operare per stabilizzare il mondo che ha bisogno di pace, lavoro, dignità, speranza.”
La Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” che si appresta a presentare una piattaforma che valorizzerà il Patrimonio Culturale Italiano e ne tutelerà la Memoria da distrazione politica e disastri naturali, ha anche accolto l’invito rivolto da Papa Francesco ai cattolici a ribellarsi alle politiche anestetizzanti. Il suo impegno nella direzione della tutela dei Diritti Umani all’accesso al Cibo Sano e all’Acqua potabile, ha meritato l’invito della Federazione Russa al Forum internazionale dell’Economia, al quale la “Paolo di Tarso” ha presenziato con il suo delegato Mr. Corrado Di Mauro.
“E’ certamente stata una campagna elettorale piena di colpi di scena e non poteva che finire con una vittoria scioccante: la conquista della Casa Bianca da parte di Donald Trump in una notte che ha tenuto il mondo incollato alla rete e definita dal suo vice Mike Pence “storica”. Il candidato repubblicano ha sconfitto la rivale democratica Hillary Clinton, che per un po ha esitato a concedere la vittoria ma che poi è stata costretta a farlo, telefonando all’uomo che le ha strappato un traguardo su cui puntava da decenni.
Se ci fosse riuscita, avrebbe fatto la storia diventando la prima donna al civico 1600 di Pennsylvania Avenue; e invece Clinton – indubbiamente la più qualificata politicamente tra i due essendo stata segretario di Stato, senatore e first lady – per la seconda volta non è riuscita a realizzare il suo sogno (già nel 2008 alle primarie democratiche era stata sconfitta dall’allora poco conosciuto Barack Obama). La storia la fa invece Melania Trump, terza moglie del miliardario, ex modella e prima immigrata dai tempi della moglie di John Quincy Adams (Commander in chief dal 1825 al 1829) a diventare first lady.
E la fa anche lui, il primo a mettere piede alla Casa Bianca senza non solo una esperienza politica ma anche senza avere svolto il servizio militare. Conquistando il Wisconsin, il miliardario ha raggiunto il numero magico dei 270 grandi elettori che gli servivano per cantare vittoria. Nel corso di una notte estenuante, Trump si è fatto strada, Stato dopo Stato, portando a casa territori cruciali che il Gop non vinceva dal 2004 come la Florida e l’Ohio. Nessun repubblicano è mai diventato presidente degli Stati Uniti senza essersi aggiudicato l’Ohio e nessun democratico, dal 1964, si è seduto alla Casa Bianca senza una vittoria in quello Stato. Per questo, è diffuso il detto: “As Ohio goes, so goes the nation” (dove va l’Ohio, va la nazione). Ora il compito di Trump sta nell’unire una nazione divisa e in cui l’ondata del populismo anti-establishment ha fatto breccia, un po come in Europa. Non importa che abbia sconvolto tutti con i suoi commenti sessisti, con i suoi attacchi ai musulmani e – tra gli altri – ai messicani. Quando è salito sul palco della sala da ballo dell’albergo Hilton a Manhattan – dove aveva organizzato quello che già giorni fa aveva chiamato il “victory party” – ha detto che dopo una campagna “dura e meschina” è “tempo per noi di unirci come popolo unito”. Il mattatore ed ex celebrità televisiva intende “rinnovare il sogno americano”, perché “nessun sogno è troppo grande”. Citando Clinton, con cui “siamo in debito per il servizio da lei svolto”, Trump ha promesso di essere il “presidente di tutti”. ASCA