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Nicotera: un elicottero vola dove gli pare ma il problema non è solo quello.

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Fabiohttp://www.fabiogallo.info
Classe 60, esperto di gestione della conoscenza e media digitali. Ha fondato la Città della Pace. Cura i Rapporti Istituzionali della Fondazione Culturale "Paolo di Tarso". Esperto dell'ITS IOTA Istituto di Alta Formazione per il Turismo e l'Ospitalità allargata della Puglia. Fondatore del Digital Cultural Heritage Museum dedicato al Patrimonio culturale italiano in chiave visuale. Fondatore e Direttore Editoriale delle Testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA. Portavoce del Movimento Sturziano NOI. Dispone di elevate competenze tecniche multidisciplinari, pensiero organizzativo ed innovativo, coniugato a forte pragmatismo logico, a spiccate doti comunicative, alla gestione di progetti e compiti complessi, con elevata capacità d’analisi e di ascolto. Forte propensione al lavoro in gruppo, in cui nel ruolo di teamleader presta attenzione allo stato motivazionale ed alla sua compattezza. Visita il Blog: www.fabiogallo.info

Nicotera: l'atterraggio dell'elicottero nella piazzetta
Nicotera: l’atterraggio dell’elicottero nella piazzetta

di Fabio Gallo/

Nella bella Nicotera, proprio sulla sua suggestiva piazzetta che affaccia sul mare (sporco, ndr), a pochi metri dal Duomo e dal meraviglioso Museo Diocesano, atterra un elicottero con due sposi. Con il rischio di fare una strage. Sarebbe bastato un niente, un piccolo errore o una ventata, perché le pale dell’elicottero falciassero un centinaio di teste di cittadini che divertiti, consapevoli o no di cosa stesse accadendo per davvero, facevano selfie e filmavano l’evento. Nessuno ha autorizzato questo atterraggio. Non sappiamo chi ha autorizzato il volo. Ma una cosa è certa: l’elicottero è atterrato nella piazzetta più significativa della cittadina e il Prefetto di Vibo Valentia ha chiesto al Ministero dell’Interno lo scioglimento del Comune per mafia essendo i due sposi imparentati con il potente boss di Limbadi. Altrettanto certo è che ancora una volta la Calabria finirà sulle reti nazionali e ciò non giova all’altra parte della Calabria, quella che cresce e lavora onestamente alla quale quasi mai viene dedicato spazio.

Scoppia la polemica solo perché qualcuno posta il filmato di questa prodezza. Come un formicaio impazzito tutti fanno dichiarazioni. Chi a destra, chi a sinistra. Nessuno, oltre al Prefetto, prende provvedimenti. Non si capisce il perché. Anzi, diciamolo, possiamo immaginare. Poi, la stampa approfondisce e riferisce che i due sposi sarebbero davvero legati alla potentissima famiglia Mancuso di Limbadi (VV) e tutto, se vera questa versione anticipata dalla Prefettura locale, diventa più comprensibile. In un solo istante comprendiamo perché tutti vedono ma nessuno provvede. Diciamolo chiaro: di questa famiglia che rappresenta antropologicamente il simbolo della famigerata ‘ndrangheta intorno alla quale in tanti farneticano, nessuno ne vuole parlare e se ne guardano bene tutti, fino a diventare ridicoli nelle loro giustificazioni, come capitato di ascoltare dalla bocca della massima carica istituzionale del territorio che, innanzi all’ipotesi di un legame tra elicottero e famiglia Mancuso ha dichiarato che essi (i Mancuso, ndr.) hanno cose più importanti cui pensare. Inutile approfondire quanto abbondantemente spiegato dalla letteratura.

Innanzi a questo nome anzi, forse è giusto dire a questo pezzo di storia della Calabria che conta nel mondo, in molti hanno dimostrato di avere paura tranne due donne: Adriana Musella, Presidente dell’Associazione attiva da oltre un ventennio nella promozione dell’Antimafia Sociale (Gerbera Gialla) e la Dott.ssa Marisa Manzini, il Magistrato che li ha arrestati. La prima, ha ricevuto dallo Stato l’attribuzione alla sua Associazione delle chiavi di un bene della famiglia Mancuso sequestrato dall’Antimafia, oggi gestito da un Comitato appositamente pensato. La seconda (seconda solo per esigenze di stesura del pezzo, ndr.) oggi fa parte di questo Comitato allargato alle Università e ad altre autorevoli Istituzioni italiane che si occuperà di strutturare programmi accademici e definitivo indirizzo del bene sequestrato a Limbadi alla famiglia Mancuso. Se ci riusciranno non lo sappiamo ma come il volo dell’elicottero una cosa è altrettanto certa: ci stanno provando.

Scopo di questa riflessione non è quella di accusare nessuno ma solo ed esclusivamente quello di riflettere sul ruolo che lo Stato desidera avere in questa bella regione che è la Calabria. Si, perché quello della ‘ndrangheta lo abbiamo compreso. Essa fa tutto ciò che deve fare. La ‘ndrangheta pare faccia bene la sua parte ma, in questa vicenda legata all’atterraggio dell’elicottero, lo Stato non ha ancora preso provvedimenti. Neanche una contravvenzione. E neanche intendiamo entrare nelle ragioni antropologiche, culturali, politiche per cui la ‘ndrangheta è potente e rispettata da tutti. Pino Aprile, in tal senso, potrebbe illuminarci sulle profonde radici del disaggio che oggi vive il Meridione dell’Italia.

Nicotera è solo il nome di una delle tante terre meravigliose che sono da considerare per colpa “delle mafie” come splendide rose profumate ma velate di nero. In modo particolare Nicotera è bella, bellissima! Ma è terra di grandi contraddizioni che rendono vano ogni sforzo. Solo poche settimane prima, nel mentre si parlava proprio sulla stessa piazzetta di legalità e fondi europei con l’Europarlamentare Laura Ferrara, un giovane sparava in pubblico a sua sorella e quasi la uccideva. Ma è anche la terra della Dieta Mediterranea, proprio il luogo dal quale Ancel Keys e i Fidanza hanno fatto partire le proprie ricerche. Incredibile a credersi ma proprio nella stessa conferenza, lo storico promotore ed evocatore di tali ricerche, ammetteva candidamente la supremazia del mare sporco e dei depuratori in crisi, promuovendo indirettamente una Nicotera inquinata. Questo Comune è già stato sciolto per ben due volte per mafie e, come ha dichiarato recentemente il Presidente regionale Calabria di Libera Don Ennio Stamile, la politica può sbagliare ma la chiusura per mafia di un Comune è una sconfitta che la Politica e le Istituzioni non possono e non devono permettersi.

Il lavoro di Adriana Musella e del Magistrato Marisa Manzini, ci aiuta a comprendere in questo clima avvelenato il valore della cultura. Radicare una Scuola, una Università, in ogni caso un centro di formazione proprio nel bene sequestrato alla famiglia Mancuso a Limbadi, infatti, rappresenta nel linguaggio dei segni qualcosa di molto più visibile e persistente nel tempo, dell’atterraggio di un elicottero. Insomma, dobbiamo capire se dobbiamo seguire il frastuono dell’albero che cade o credere nel silenzio della foresta che cresce. Si tratta di comprendere se i processi culturali possono avere senso nel lento e progressivo cambiamento della mentalità dei calabresi che (giustamente) temono le mafie e ne sono vittima, e da quale parte, soprattutto, con le nostre azioni vogliamo stare.

Non va dimenticato che se la politica ha vanificato ogni suo sforzo in positivo e se essa stessa con i suoi comportamenti e con le licenze a fare qualsiasi cosa, purché “politicamente corretta”, è anche perché la cultura della mafiosità a cui si riferisce il Procuratore Gratteri, è per davvero penetrante.

La Calabria è telecomandata da Roma e lo è stata dal Nord per decenni. Non ha e forse non può avere proprio per questi motivi una sua individualità politica e istituzionale perché, come a chiare lettere ha riferito il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, il problema della Calabria non è questa, ma il fatto che essa nei suoi uffici strategici è governata da dirigenti che ricoprono questi ruoli da 20 anni e governano con metodi mafiosi.

In questo caso, noi siamo spettatori. Vedremo ciò che accade e diremo sempre la verità nel rispetto della dignità di tutti. Nessuno escluso. Saremo però sempre chiari anche con i politici che pretendono di indicarci le stelle ma non vedono il loro dito che le indica.

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