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sabato, Novembre 23, 2024

Olio di Oliva, Cnr: Italia insista su qualità non su produzione intensiva

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Olio Extravergine di Oliva

Nella classifica mondiale della produzione di olio di oliva l’Italia sta indietreggiando: a fronte di circa 1110 mila tonnellate di olio prodotte nel 2013 dalla Spagna, il nostro Paese è fermo a 442 e perde costantemente quote nell’export, con allo stesso tempo la necessità di dover acquistare olio da altri Paesi per rispondere alla domanda interna. Eppure all’Italia non conviene seguire il modello intensivo della Spagna, ma dovrebbe puntare sull’elevata qualità e sulla biodiversità della sua produzione: nel mondo esistono circa 1612 varietà di olivo, di queste 538 sono italiane e di queste 80 toscane.

E’ quanto emerso nel corso del convegno “Germoplasma, ambiente, alimentazione: la produzione oleicola italiana di qualità secondo il Cnr”, organizzato venerdì scorso dal Cnr-Ivalsa, l’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nell’azienda “Santa Paolina” di Follonica (GR), sua base sperimentale.

MAURO CENTRITTO: SPAGNOLI VERSO PRODUZIONE DI MASSA. ITALIA PUNTI SU QUALITA’
Per dare un’idea della discrepanza tra domanda interna e produzione italiana di olio, da gennaio a dicembre – secondo elaborazioni Cnr su dati Ismea – sono giunte dall’estero ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa, mai così tante negli ultimi 20 anni, con una spesa che ha superato il miliardo e mezzo di euro. Ma biodiversità, ricerca e innovazione – è stato sottolineato durante il convegno – possono costituire i punti di forza per la rinascita di una delle nostre produzioni di eccellenza. “Gli spagnoli – ha spiegato Mauro Centritto, direttore del Cnr-Ivalsa – hanno imposto il proprio modello sui mercati internazionali, creando vivai in tutto il mondo, puntando principalmente su una produzione super intensiva, con un numero limitato di varietà (in generale non più di tre) che producono un olio qualitativamente di massa, e sulla raccolta meccanica, nell’ottica di una riduzione dei costi. In Italia non possiamo seguire il modello spagnolo, ma dobbiamo puntare sull’elevata qualità, frutto della nostra storia e del nostro territorio, e sulla nostra biodiversità: nel mondo esistono circa 1612 varietà di olivo, di queste 538 sono italiane e di queste 80 toscane. Noi dobbiamo far leva sulle proprietà nutrizionali, ovvero sulla qualità superiore, dell’olio extra-vergine d’oliva Italiano. E dobbiamo ricostruire una cultura dell’olio extra-vergine d’oliva italiano anche attraverso percorsi del gusto che permettano di associare ai caratteri organolettici dell’olio le caratteristiche nutrizionali”.

“Come con il vino – ha proseguito il direttore dell’Ivalsa – anche per l’olio possiamo lavorare su cultura, ricerca e innovazione, promuovendo il nostro primato sulla qualità. Ed è appunto su questo fronte che è impegnato il nostro Istituto insieme alle imprese, le quali hanno ben capito dove sta il problema, ma hanno bisogno di sostegno, di sperimentazione e di scelte politiche precise. Serve insomma – ha esortato Centritto – un grosso piano olivolicolo nazionale con finanziamenti mirati e interventi di natura strutturale”.

SILVIA LANZAFAME DI DIETA MEDITERRANEA SRL
Anche la Manager della Dieta Mediterranea e Sicurezza Alimentare Silvia Lanzafame è dell’idea di Mauro Centritto. “L’Olio Extra Vergine di Oliva è l’alimento principe della Dieta Mediterranea. Se desideriamo per davvero affermarla sulla tavola nazionale e internazionale a tutela della salute dei cittadini, deve essere eccellente. Appare chiaro – ha fatto notare l’imprenditrice – che l’Italia non può assolutamente seguire i ritmi produttivi e stressanti della Spagna che punta su un olio comune, ma deve mirare a rendere sempre più pregiato qualitativamente il suo Olio”. Silvia Lanzafame ha creato il primo e-commerce che comercializza esclusivamente prodotti alimenti e prodotti della Dieta Mediterranea di alta qualità, selezionati nelle Aziende Agricole italiane consultabile all’indirizzo www.dietamediterraneaintavola.it.

GINO PAOLI PRODUTTORE DI OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
Tra i relatori al convegno anche Gino Paoli, che ha portato la sua testimonianza in qualità di produttore di olio extravergine di oliva: “Faccio l’olio – ha spiegato il cantante – perché lo faceva mio padre e prima mio nonno e prima ancora il mio bisnonno. Sono produttore di quinta generazione e per me l’olio è una passione di vita. Nel fare il produttore vedo due problemi e opportunità principali: i cambi climatici e la tutela e la valorizzazione delle piante e della produzione di olio italiano. L’olio di alta qualità fa bene alla salute, l’olio cattivo fa male. L’impegno del governo e della politica dovrebbe essere più alto nel salvaguardare e sostenere il nostro patrimonio nazionale unico al mondo”.

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