Di Viviana Normando/direttore Gruppo ComunicareITALIA/
Fabio Gallo è l’autore del primo Ecosistema Digitale della Cultura italiano. Lo dimostra MetaversoCOSENZA, la più concreta e tangibile opera di mediazione culturale realizzata nel nostro Paese interamente in rete e alla portata di tutti. Per visitarlo non bisogna diventare un avatar ma rimanere se stessi. Si accede all’Ecosistema Digitale della Cultura di Cosenza con un semplice click da qualsiasi strumento connesso alla rete e si può visitare anche con visori VR di ultima generazione per la gioia degli appassionati di Arte e Cultura, turisti, pellegrini, scuole ed enti di ricerca che avessero l’esigenza di immergersi nel patrimonio culturale. Un lavoro digitalmente certosino che ha realizzato in collaborazione con i giovani esperti del Centro di Alta Competenza CONNESSIONI che Fabio Gallo ha voluto nascesse non negli atolli tecnologici di Bolzano, ma a Cosenza. E’ strano credere che da Cosenza, dalla Calabria, giunga nel mondo dei Beni Culturali un simile messaggio di concretezza realizzativa, ma è così.
La cosa non è sfuggita al Sindaco di Cosenza Franz Caruso che attribuendogli la delega all’Ecosistema Digitale della Cultura insieme a quella di consulente per il Teatro, ha portato dalla sua parte una delle più belle menti del Paese la cui reale grandezza è pari solo alla sua umiltà e operosità. Fabio Gallo ha realizzato questo capolavoro digitale per la sua Città, inaugurandolo del marzo 2022, completando la mappatura digitale della Città di Cosenza partita nell’estate del 2017 con la digitalizzazione dei Beni Culturali afferenti la bellezza del sacro della Città Storica inaugurata, non a caso, dal ministro Dario Franceschini e ben visibile cercando CosenzaCristiana. Ma Fabio Gallo ha un merito più grande delle sue competenze: crede nei giovani in una terra che nega loro la speranza.
DIGITALIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI
Quando si parla di Arte, Cultura e mondo digitale, bisogna tener presente che ci troviamo innanzi all’uomo che ha spaziato nel mondo delle Belle Arti inventando “letteralmente” la digitalizzazione dei Beni Culturali, giungendo a fondare il DIGITAL CULTURA HERITAGE MUSEUM che ha contribuito a rappresentare l’Italia nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Ha ideato e realizzato sotto la propria direzione la digitalizzazione dell’Archivio di musica sacra del Romano Pontefice custodito dal Capitolo Lateranense già nell’anno 2003, inventando, di fatto, le digital library realmente sfogliabili in rete. Il suo lavoro è stato vanto del Senato della Repubblica negli USA. Il suo standard di digitalizzazione è così evoluto in termini di qualità, da essere ancora oggi imitato, ma insuperato.
LA CITTA’ DELLA PACE NEL CUORE DELLA CAPITALE
Nell’ottobre 2002 quando fondò la Città della Pace, luogo di confronto internazionale delle Arti nel cuore della Capitale, il Dipartimento di Storia dell’Arte l’Università “La Sapienza” di Roma, gli dedicò interi cicli di studi che condusse insieme alla scrivente. A istituirli fu il Prof. Mario D’onofrio a capo del Dipartimento. E oggi nell’Aprile 2022 torna la Città della Pace in occasione della guerra tra Russia e Ucraina con appuntamenti culturali significativi nella Capitale, per l’esattezza nel Palazzo Venezia, nella Basilica San Marco Evangelista al Capidoglio.
I MUSEI DIGITALI IN ITALIA
Con l’istituzione dei “Musei Digitali Italiani” ed il suo brand “Arte della Rinascita”, Fabio Gallo ha portato nel mondo digitale la Bellezza dei Beni Culturali italiani dando vita ad un metodo di concepimento del Cultural Heritage, che oggi ha voluto consegnare a giovani esperti in materia, istituendo quella Scuola di alta formazione nota con il nome di Centro di Alta Competenza CONNESSIONI che, in virtù della levatura tecnico-scientifica, nasce nella Biblioteca Nazionale di Cosenza. La sua passione per il Sud nasce dai suoi studi umanistici che lo hanno portato a diventare Antropologo della connettività ed esperto di gestione della conoscenza insignito ad Assisi dalle “Palma della Pace” per avere contribuito in maniera determinante nel campo della “gestione della conoscenza” al controllo dei motori di ricerca da parte delle Nazioni Unite.
FABIO GALLO CON ALUMNI BOCCONI E SCUOLA DI ATENE
Nell’aprile 2009, quando ancora neanche il competente ministero aveva una visione chiara del futuro dei Beni Culturali in rete, è stato chiamato dal Vaticano a relazionare sul tema “nuove tecnologie, nuove relazioni” nella Giornata Mondiale delle Relazioni Sociali. Nel Luglio 2013, già considerato un esperto di gestione della conoscenza, a chiamarlo a relazionare sul tema “Brand Italia e Made in Italy: il potere della rete e le nuove economie in Italia”, sono state nella Capitale le Associazioni “Scuola di Atene” e “Alumni Bocconi”, in una conferenza che lasciò il segno alla presenza di membri del Quirinale, di Almaviva, di Unioncamere e Fiera di Roma.
ECOSISTEMA DIGITALE DELLA CULTURA
Oggi, Fabio Gallo ha spostato l’ago del suo interesse verso il Mezzogiorno nel quale sta concentrando le sue esperienze per definire il Museo Digitale Italiano e lo sta facendo valorizzando giovani capaci in questo mondo tanto virtuale quanto reale che abbraccia futuro e nuove economie. A Cosenza, il Sindaco Franz Caruso, lo ha nominato all’Ecosistema Digitale della Cultura e anche suo consulente in materia di Teatro. Qualcosa in Calabria deve essere cambiato per davvero.
Sono felice per l’amico Fabio Gallo e, da giornalista e storico dell’arte, in maniera particolare per la Città di Cosenza e per l’intera Calabria perché nessun tesoro è più grande in questo particolare momento di crisi, delle competenze. Suggerisco alle Istituzioni della sua Città di invitarlo a manifestare a fondo le sue competenze nel campo della cultura, dei diritti umani, e della valorizzazione dei Beni Culturali per il tramite delle innovazioni tecnologiche, al fine di sfruttarne nel migliore dei modi le sue infinite capacità per il bene di tanti giovani colti e preparati che necessitano di forti stimoli per restare nel Sud, oggettivamente indietro in molti settori strategici che possono creare lavoro e colmare un gap che, nonostante una impressionante quantità di fondi europei ricevuti negli ultimi 20 anni, appare sempre più allargato.