Nessuna data sull’allargamento, i leader europei hanno concluso, oggi, la conferenza sui Balcani con promesse d’aiuto su vaccini e investimenti per 30 miliardi di euro nei prossimi sette anni. In Slovenia, dove si è svolto il summit, i politici hanno rinnovato molte promesse ma, come largamento atteso, non son riusciti a stabilire nessuna data per portare avanti il processo di adesione all’Unione europea di sei stati: Serbia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord.
“Non nascondo la mia delusione – ha detto Albin Kurti, primo Ministro del Kosovo – il vertice avrebbe potuto essere più proficuo, ma resto comunque fiducioso, credo che l’Unione europea manterrà le sue promesse sul processo di adesione. Il suo consolidamento interno e l’allargamento esterno – ha osservato – non sono due fenomeni che si escludono a vicenda, anzi”.
Le condizioni poste da Bruxelles per entrare nell’Unione europea riguardano molti aspetti socioeconomici, i diritti fondamentali, la tutela delle minoranze etniche, nonché la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha elogiato gli sforzi dei paesi che hanno fatto domanda d’adesione e ha anche ammesso i ritardi comunitari. “L’Unione europea deve dare delle risposte – ha detto -. Il fatto che non si è ancora presa una decisione sull’apertura dei negoziati con la Macedonia del Nord e l’Albania sta mettendo a repentaglio la nostra posizione e la nostra influenza nella regione”. Ma ad ogni modo, ha promesso von der Leyen, “vogliamo i Balcani occidentali all’interno dei nostri confini. Il nostro obiettivo resta l’allargamento”.
Le divisioni tra gli Stati membri sono però ancora presenti. Alcuni paesi temono un massiccio afflusso di migranti economici, mentre altri ritengono che l’allargamento ai Balcani possa abbassare gli standard democratici.
Fonte Euronews.com Di Efi Koutsokosta