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giovedì, Novembre 21, 2024

La carica dei 101 di Saccomanno travolge (e bonifica) la Lega in Calabria.

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La redazione/

Quando Matteo Salvini approdò nel cinema teatro Morelli di Cosenza in occasione delle scorse regionali, aveva dalla sua parte il non avere mai governato in Calabria e tutto ciò che gli era contro, era dettato da facinorosi e avversari politici. Oggi non è più così e ci sono grandi responsabilità e scelte sbagliate.

Oggi non è più così perché la Lega sta governando la Calabria e, al momento, lo sta facendo male. Un grosso vuoto strategico di competenze nei vari settori che consentirebbero un rapido sviluppo di nuove economie pesa sulla Lega Calabria, e forse è proprio per rimediare a ciò, che Matteo Salvini ha nominato Commissario della Lega Calabria un “caterpillar“, il noto avvocato rosarnese Giacomo Saccomanno, al quale ha affidato il compito di ricostruire il cuore del suo Movimento che non eccelle con la guida del leghista Antonino Spirlì che con la scomparsa di Jole Santelli si ritrova nei panni di presidente facente funzioni della Regione Calabria e concausa del crollo dei numeri e dell’immagine di una Lega che non appare in grado di risolvere i problemi dei calabresi.

Da sx: Giacomo Saccomanno e Matteo Salvini
Da sx: Giacomo Saccomanno e Matteo Salvini

Nel Cinema Teatro Morelli tutti sapevano che Matteo Salvini aveva affidato ruoli di alta dirigenza della Lega a chi, in realtà, era parte integrante di altre organizzazioni politiche al governo della Città di Cosenza. Che qualcosa non andasse e che le parole di Salvini sarebbero franate, lo avevano compreso tutti in quella data. Oggi, proprio questi intrusi, hanno risentito della carica dei 101 (Comuni, ndr.) organizzata dal Commissario Giacomo Saccomanno al quale tocca di recidere i rami secchi. Sarebbero oltre cento i Comuni nei quali Saccomanno avrebbe aperto sedi credibili della Lega Calabria. Un record assoluto al quale si sommano una miriade di sedi territoriali.

Un lavoro per davvero difficile quello del noto avvocato di Rosarno che qualche nemico lo ha già a giudicare dai titoli suggestivi al vetriolo che essi fanno veicolare sui social nel marchiano tentativo, di fare giungere messaggi denigratori a Salvini. A chi non piace la riforma della Lega in Calabria? Matteo Salvini se lo è chiesto? O preferisce glissare per incassare solo voti e continuando a prendere in giro i calabresi come nelle europee che hanno visto eleggere il talebano Sofo, letteralmente scomparso immediatamente dopo dall’orizzonte Calabria?

Una cosa è certa: per chiedere ad un avvocato del calibro di Saccomanno di riorganizzare la Lega in Calabria, qualche timore di future rappresaglie della magistratura Matteo Salvini deve averlo e anche fondato. E come dice il Vangelo che a Salvini piace, “è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo (Vangelo secondo Matteo 5,29-30)

A poche settimane dalle elezioni regionali la Lega Calabria ha un problema enorme: da una parte ha elevato a guru della politica il presidente facente funzioni Antonino Spirlì che non può vantare nessun risultato concreto, dall’altra un caterpillar come il suo Commissario regionale che, appare chiaro dal suo procedere, non preveda sconti per nessuno volendo avviare l’opera della Lega in Calabria verso un contesto di sviluppo e legalità. Non a caso ha inaugurato un Dipartimento Antimafia per lanciare un messaggio chiaro che, evidentemente, non piace a tutti nella regione delle pacche sulle spalle.

Ora, il problema è tutto di Salvini bravo sui social, meno nella realtà che pesa sulle spalle dei calabresi ai quali non può certo dire di non essere nel Governo una forza con un certo peso. E in tal senso nulla di significativo si muove in Calabria in nessuno dei settori nei quali la Lega di Salvini ha pesanti posti di responsabilità governativa e oggettivo potere.

La mascherina lanciata dall’elicottero sulle spiagge del tirreno

Oggi, non mancano le scene dell’horror, Salvini dovrà chiedere scusa ai calabresi se non lo farà il suo candidato Leo Battaglia che fa sorvolare la testa dei bagnanti da un elicottero a bassa quota per lanciare sugli stessi migliaia di mascherine imbustate con il logo della Lega. Sparse ovunque anche in mare, cosa che ha suscitato polemiche sia da parte dei cittadini che da parte delle associazioni ambientaliste. Lo stesso Leo Battaglia il cui nome ha imbrattato nelle precedenti regionali l’intera provincia di Cosenza. Un’azione criticatissima che, a giudicare dai fiumi di dissenso sollevati dai cittadini calabresi in rete, costerà caro alla Lega di Salvini più dei titoli al vetriolo dei suoi ex aderenti.

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