Stiamo attraversando un momento per davvero difficile da decifrare. Ogni tentativo potrebbe risultare rischioso e porci in errore. Riflettere ci fa bene, perché questo mondo appartiene anche ad ognuno di noi e paghiamo quotidianamente le drammatiche conseguenze del nostro disinteresse verso i grandi temi. La politica, ad esempio, da cui discendono i mali del nostro vivere quotidiano.
Si parla molto di “onestà”, termine inflazionato, ma il problema è profondo. Oggi non basta essere onesti. Per governare sono richieste competenze dimostrabili, una storia alle spalle che lo attesti e, soprattutto, una storia che dimostri l’incorruttibilità di chi crede di potere essere utile nel mondo della politica. Si, perché entrare nel mondo della politica significa pretendere di amministrare la vita di tutti. E questa pretesa deve trovare giustificazione nella qualità della persona e nelle sue reali capacità. Le dobbiamo pretendere.
Leggendo i principali quotidiani nazionali ci rendiamo conto che politica e pubblica amministrazione a qualsiasi livello, sono piagate da un male oscuro che giunge fino all’amministrazione della Giustizia: la corruzione.
A Cosenza la Polizia di Stato ha arrestato il Prefetto mentre intascava una bustarella e a Catanzaro è stato arrestato il Presidente di una sezione della Corte d’Appello che da dieci anni intascava buste piene di danaro per appianare processi. Una situazione talmente grave che ha indotto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri a dichiarare che “bisogna essere feroci con i Magistrati corrotti”
L’incorruttibilità dovrebbe essere la maggiore risorsa di ogni cittadino che ha studiato, che ha elevato la propria conoscenza, che ha investito la propria vita negli studi. Ma anche di tutti quei cittadini che anche senza studi, hanno edificato la propria esistenza sul “buon senso” che giunge attraverso la voce della coscienza che imperativa ci dice: “questa cosa non si fà”.
Sarebbe opportuno chiederci quale resistenza può opporre la cittadinanza alla corruzione dilagante che occupa sempre più spazio sui giornali. Sarebbero in grado i cittadini di creare muro, di opporsi, di ribellarsi al dilagare della corruzione che porta via giorno dopo giorno la vita di tutti?
Me lo sono chiesto. Una risposta chiara e che non perdona la troviamo in un recente articolo pubblicato anche da questa Testata, a cura del Prof. Mario Caligiuri che ha fondato il corso di studi in “Intelligence” presso l’UNICAL. A proposito della capacità di analisi dei cittadini italiani scrive: “il 75 per cento non sa interpretare una semplice frase in italiano, il 27 per cento sono analfabeti funzionali e nelle classifiche internazionali combattiamo per conquistare gli ultimi posti nelle abilità di base”.
Non siamo messi bene e lo vediamo nel mondo dei social che confermano queste percentuali. La situazione è davvero critica. E’ necessario un salto generazionale e una vera scuola di formazione politica che eviti il peggio. La parola d’ordine deve essere “NO Corruzione!”