di Cristian Tarsia/
A circa 7 mesi dalle elezioni regionali, lo scenario riservato ai calabresi è tra i più tetri mai visti. Tra autoproclamazioni e trincee, quella proposta al resto del mondo è una Calabria priva di credibilità, una distesa di 15.000 chilometri quadrati, dove ai diritti e allo sviluppo sostenibile, in dicotomia anche solo con il buon senso, viene preferita l’implosione sociale e l’involuzione economica.
Tra i primati della regione che ha dato il nome all’Italia, ce n’è uno recentissimo: la contrarietà del Sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, all’apertura di una Facoltà di Medicina presso l’Università della Calabria che, serve ricordarlo, si trova a Rende (CS).
Se non fosse per il «dettaglio» di una sanità in ginocchio, che non può guardare alla competizione tra capoluoghi ma alla tutela dei cittadini, il Sindaco di Catanzaro potrebbe trovare nella deformazione professionale, di chi è imprenditore, una attenuante. L’impressione è che qualcuno lo abbia consigliato male o, ancora peggio, gli abbia chiesto di scongiurare la realizzazione di un’opera che avrebbe spazzato via per sempre i pretendenti Oliverio e Occhiuto.
Diciamolo, convocare i consiglieri regionali catanzaresi, per discutere del nuovo ospedale di Rende, tra l’altro ben visto dal nuovo Rettore, prof. Nicola Leone, non è come protestare per l’apertura di un centro commerciale concorrente. Un errore di valutazione nel quale Sergio Abramo non può lasciarsi trascinare, rischierebbe di mettersi allo stesso livello di chi non auspica riscatto per questa nostra terra.
CHI E’ CONTRARIO ALLO SVILUPPO E’ FAVOREVOLE AI VIAGGI DELLA SPERANZA NELLA SANITA’
I viaggi della speranza, le centinaia di famiglie costrette a partire verso il nord Italia, anche per le cure più elementari, ci obbligano a guardare la realtà in maniera più severa, a recitare solenni “mea culpa” per tutte le volte che non siamo scesi in piazza a urlare «ANDATE TUTTI A CASA».
MOVIMENTO NOI: I (VERI) CATTOLICI MIRANO A RISOLVERE I PROBLEMI, NON A CREARLI
Il programma del Movimento NOI non tiene conto di tattiche elettorali, mira alla centralità dei diritti dei cittadini, sarebbe quindi auspicabile una correzione di tiro, un atto di profonda responsabilità istituzionale. I calabresi meritano un modello sanitario d’avanguardia, che integri l’eccellenza degli atenei alle esigenze territoriali, una proposta forse troppo ambiziosa per il periodo storico, tuttavia spendibile se affiancata da un progetto serio.
Un appello a tutte le forze politiche: è tempo di avere una sanità degna, non sprechiamo questa opportunità.»