Sono senza precedenti i tagli operati per l’a.s. 2019-2020, nella scuola cosentina dall’Ambito territoriale per i corsi di istruzione nella scuola carceraria. Il dato è allarmante se si considera che verrebbero a mancare 111 docenti nelle sedi penitenziarie che aggiunti ai 103 dei corsi serali, danno un primato negativo di ben 214 sovrannumerari complessivi. Docenti chiamati a presentare domanda di trasferimento, docenti dunque senza titolarità che sono obbligati a interrompere il servizio didattico magari prestato da anni, in nome di una scelta che è incomprensibile per 2 ragioni: perché così tanti sovrannumerari? Perché concentrarli su sedi carcerarie e scuole serali?
Sorge il sospetto che tali scelte di organico, non trovino un’univoca risposta nei tagli che pur sono annualmente presenti in particolare nella scuola meridionale, quanto in un’adeguata gestione dell’organico da parte dell’At di Cosenza.
Tale assunto trova fondato riscontro anche in un articolo curato dalla redazione orizzonte scuola dove si afferma che La decisione sarebbe legata a problemi di budget, ma anche a una carenza di organico dell’ufficio scolastico territoriale di Cosenza rimasto con un solo funzionario e pochi dipendenti. Tanto sconcerta non poco se si pensa i tagli derivano da un’inadeguata carenza di organico dell’At di Cosenza. Invero i tagli sono scelte che l’ufficio fa indipendentemente dalla propria carenza di organico per cui appare infelice il tentativo di giustificare il sacrificio imposto alle scuole carcerarie quale diretta conseguenza di un organico carente presso l’At.
Del resto, che l’organico dell’At fosse carente è notizia nota da anni, ma non per questo solo l’anno scorso sono stati sacrificati di diritti allo studio delle scuole carcerarie. E’ forse stata una gestione inadeguata dell’organico da parte dell’At di Cosenza ?
Conseguenza di tale situazione è un gravissimo danno alla continuità di servizio didattico in una istituzione dove l’istruzione ha piu’ che mai ha un significato rafforzato per i fruitori del servizio scolastico, e giammai un sacrificio di tagli all’organico avrebbe dovuto sacrificare tale unica possibilità di riscatto sociale per i citati utenti, né al contempo comportare, il sacrificio del trasferimento d’ufficio imposto ai docenti di tali speciali scuola.
Ogni individuo adulto, anche in condizione di detenzione, deve avere la possibilità di acquisire conoscenze, abilità, competenze, informazioni aggiornate tali da renderlo cittadino attivo, pronto a reinserirsi, alla fine del periodo detentivo, sia nella vita personale che nel contesto lavorativo.
Tale grave situazione a più riprese denunciata dalle organizzazioni sindacali Flc-Cgil, Gilda e Snals, non ha precedenti nella storia dell’Ambito territoriale provinciale calabrese, e denota una grave parzialità di condotta dell’Uat di Cosenza, intollerabile e inaccettabile alla luce dei sensibili interessi in gioco.