“Io sono un ministro, ma mi considero un lavoratore della cultura. La cultura non è profitto, ma lavoro”. È il messaggio che il ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli ha lanciato durante la visita al sito archeologico di Pompei. “Sono molto felice di aver scelto questo luogo per la mia prima visita ufficiale perché è una delle eccellenze del patrimonio culturale italiano – scrive il ministro su Facebook – sia per i reperti archeologici che conserviamo, sia per il lavoro fatto in termini di fruibilità e valorizzazione. Quale miglior luogo per dare importanza visiva della priorità del mio mandato, vale a dire l’attenzione al patrimonio.
Pompei è una delle gemme dei beni culturali italiani. La nostra responsabilità è quella di conservarla, tutelarla e proteggerla”. “Il mondo dei beni e delle attività culturali ha bisogno di più soldi – ha detto – in passato avevano bisogno di trovare risorse, sono state fatte economie. Noi vogliamo invertire questa tendenza, noi spenderemo di più in tutto l’ambito culturale”.
“Franceschini è un signore, mi ha chiamato venti minuti dopo l’annuncio del mio nome, mi è piaciuta molto quella sua signorilità ed è un modo che mi piace di far politica“. Così il ministro dei Beni Culturali, a chi a Pompei gli chiede un giudizio sul suo predecessore Dario Franceschini. “Nel governo c’è un ministro del Sud“, premette e a chi gli chiede se abbia scelto Pompei anche in virtù delle polemiche che ci sono state per l’assenza del Sud nel contratto di Governo, il neo ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, risponde “in parte sì”.
“Sono qui perché Pompei non è al Nord ed ha una sua valorialità – ha spiegato a Pompei nel corso di un incontro con la stampa – Ci si potrebbe aspettare un altro tipo di futuro qui perché si lavora con la cultura”. Un messaggio di vicinanza a tutti coloro che lavorano nel settore della cultura. C’è anche questo dietro la scelta di Pompei per il suo debutto da ministro dei Beni Culturali di Alberto Bonisoli. “È un messaggio ai miei colleghi, a chi lavora nella cultura come me – ha detto nel corso della sua visita – qui ci sono 600 persone che lavorano e migliaia che lavorano in Italia, volevo dargli un segnale di vicinanza“. –
Fonte RAI News.it
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