“Il Movimento Cattolico NOI apprende dagli Organi della Stampa che con i Fondi ex GESCAL (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) di competenza Regionale, sarebbe stato finanziato, invece, “il Ponte Calatrava” di Cosenza.
Tale fondo ex GESCAL era costituito dalle trattenute sulle buste paga dei lavoratori dipendenti con i quali si sarebbero dovute costruire case popolari, operare manutenzione sulle stesse o, al bisogno, sarebbero dovuti servire per l’acquisto dei terreni su cui costruire nuove abitazioni popolari. Eppure, lamentano i Cittadini di Cosenza sui social, ci avevano detto che sarebbe stato finanziato con fondi europei.
Lo ha dichiarato l’Ufficio Comunicazione Istituzionale della Comunità politica del Movimento Cattolico NOI, che continua:
“La percezione che si ha di questa notizia, se non confortata da spiegazioni legittimanti, è davvero sconfortante. E’ ovvio che, in fase di campagna elettorale, i giochi di potere prevedono l’estrazione dal cilindro di ogni sorta di magia e informazione. Al netto di ciò che non può e non interesserà mai al Movimento NOI che nulla ha a che fare con le logiche demolitive dei partiti, lecito chiedere alla Regione Calabria e all’Amministrazione Comunale di Cosenza se ne erano a conoscenza e se, eventualmente, hanno posto in essere protocolli in tale direzione. Il Comune di Cosenza, in particolare, sapeva?
La nostra domanda si legittima innanzi alla grande crisi umana dovuta proprio all’emergenza abitativa i cui sintomi che attestano una patologia politica grave, provengono dall’utilizzo di parte della Città Storica di Cosenza che sta cadendo a pezzi, da chi è senza tetto o proveniente da sgomberi. Non ultimo, dai “Prendo Casa”, costretti a compiere atti non conformi alle leggi, al fine di dare un tetto a chi è stato ridotto, anche dalle cattive amministrazioni, a vivere nell’incertezza, privo di dignità e di qualsiasi prospettiva. Attendiamo una risposta in nome della trasparenza e della legalità.
Cosenza, affermano le statistiche, è la Città più povera della Calabria e tra le più povere d’Italia. Ciò suggerisce che l’esigenza di guardare con intelligenza politica alla sua umanità, è cosa fondamentale e non più rinviabile. Se non fosse per gli istituti religiosi, la Caritas e i Movimenti civici, Cosenza sarebbe nel caos.
Chi ha utilizzato questi fondi sapeva? E se sapeva, ritiene che la costruzione del “Ponte di Calatrava”, opera di indubbio valore architettonico, sia sufficiente a giustificare l’abbandono dei deboli o a magnificare le proprie doti al mondo in una Città che la politica, dal profilo umano, non si rende conto che sta riducendo sempre più ad un quartiere senza Cristo?”