La Redazione/
Alcuni pensavano fosse morto (politicamente), il suo partito era un residuato bellico. Aveva combattuto una guerra fatta da cause sparse nei Tribunali italiani con in prima fila la Procura della Repubblica milanese. Signorine.., tante, tante signorine tutte belle, bellissime, più pericolose di una bomba atomica che lo rincorrevano assetate di danaro. Poi la condanna, i servizi sociali e Dudù. La stanchezza si faceva sentire e la coscienza, forse, riemergeva come per dire: gli italiani mi vedevano come la loro speranza e io ho mandato tutto a puttane.
L’immagine dell’Italia nel mondo ridotta al minimo storico, non certamente paragonabile a quella che Craxi riuscì a ricostruire dopo la seconda guerra mondiale. Ma il patto c’era, bisognava resistere perché quel giovane fiorentino che tanto gli piaceva e al quale il potere serviva, avrebbe rispettato la stretta di mano del Nazareno che in breve tempo avrebbe maturato la sua ragion d’essere.
E così Silvio si eclissa, sta buono buono e protegge se stesso, la sua famiglia e le aziende dallo tsnami che sarebbe arrivato sugli italiani e sulle loro economie, sul mondo del lavoro, sulle pensioni, sulla sanità, sui giovani. I suoi migliori uomini vanno in galera e le indagini raccontano la storia di quell’Italia che non avremmo mai voluto conoscere ma che c’è e non cambia. Di certo, usciranno più forti di prima. Uno tsunami che ha portato via all’Italia la dignità elevandola alla conquista del primo posto sul podio della corruzione e ponendo anche e addirittura il Papa nella condizione di pensare alla scomunica dei corrotti, dopo l’anatema della spianata di Sibari che scomunica gli operatori del male.
Quanto sia costato questo patto del Nazareno solo Dio lo sa. L’Italia è diventata la logistica del Mediterraneo in fermento e l’ultima spiaggia di centinaia di migliaia di immigrati sulla quale si è scatenata la peggiore italianità dando vita, non essendoci regole di accoglienza e futuro per nessuno, a politiche di sfruttamento sia di chi traversava il mare che di tutti coloro i quali abitavano l’Italia da sempre e oggi subiscono il vuoto strategico della politica italiana.
Politici, amministratori, alti dirigenti dello Stato macchiati dal marchio della corruzione hanno accompagnato la traversata dall’epoca del patto del Nazareno alla nuova “cosa” che si richiama centrodestra. Matteo, intanto, ha sistemato qualcosina, qualche banca e poco altro fino a prenderci gusto. Ora, però, è tempo della consegna delle chiavi del paese perché intanto la sinistra è stata dimezzata e azzerata e i nuovi profughi (quelli ricchi) ritornano a casa in FI.
Tutto fila liscio ma il Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti mostra l’altro lato della medaglia e afferma che ormai la corruzione ha penetrato tutte le Istituzioni dello Stato e individua una nuova classe che definisce i “facilitatori”. Sono professionisti, consulenti, esperti di ogni ordine e grado, uomini dello Stato (e dell’alto Clero), e fanno da ponte tra le mafie e la pubblica Amministrazione. In sintesi, si uccide di meno perché oggi la ‘ndrangheta attinge direttamente ai fondi europei e a quelli dello Stato. Ma Franco Roberti non è solo a dichiarare che le cose in Italia vanno malissimo. C’è anche Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, che lo dice in poche parole: la ‘ndrangheta è nelle istituzioni.
Lo scenario inquadrato dai Procuratori Antimafia non è quello di Marte ma del pianeta Terra. Per cui c’è poco da festeggiare la vittoria dell’uno o dell’altro schieramento perché il fatto che l’Italia abbia fatto il pieno di corrotti nel mondo della politica, coinvolge tutti gli schieramenti politici. Anche quelli che cantano vittoria e che farebbero bene a iniziare il proprio mandato riflettendo sul punto.
In questo clima e mentre gran parte dei giovani italiani qualificati stanno andando via e i superstiti faticano a vedere qualsiasi futuro, nonostante le grandi energie impegnate, accade il miracolo annunciato dalle sacre scritture del Nazareno. Matteo si pone innanzi al sepolcro imbiancato e grida: Silvio.., alzati e cammina! Silvio esce dal sepolcro del Nazareno ed esclama: siamo Salvini!