Titanico nella scelta incrollabile di chiudere la kermesse milanese nonostante le probabili e inspiegabili defezioni della stampa straniera, Giorgio Armani si conferma acuto osservatore del presente, che reinterpreta a proprio modo. Il risultato, a volte, si pone esteticamente al di fuori e al di sopra dei tempi, ma questo è un segno di valore, e di forte autorialità. Sono in ogni caso le intenzioni e le attenzioni che contano: la testardaggine di non chiudersi nella bolla a elucubrare sul nulla; la scelta di mantener vivo lo sguardo anche a ottant’anni suonati e con più di quarant’anni di successi alle spalle.
Così, in una stagione di grande caos e di dilagante confusione – la compresenza assurda di segni e stili che l’icona dei social media Anna Dello Russo ha chiamato “tendenza Arca di Noè” in una delle sue esilaranti Instagram Stories – anche Armani abbraccia la varietà. Questa stagione non rilascia pubbliche dichiarazioni dopo lo show, ma affida il messaggio alle scarne righe del comunicato stampa. Ed è un messaggio inatteso, ma quanto mai presente: la molteplicità come coerenza contemporanea. Armani, il più convinto e duraturo paladino del rigore morbido, lo stilista delle linee liquide, dell’equilibrio di maschile e femminile, dell’esotismo impalpabile, accetta la moltiplicazione e l’imprevisto. Nessuna paura: non rinuncia alla coerenza. Peró la sfaccetta, la rifrange e la moltiplica – anche troppo. La collezione che manda in passerella, così, è un vorticare di frammenti, colori, materie e linee che si amalgamano in composizioni pittoriche mantenendo peró i propri caratteri distintivi.
C’è tutto quel che di Armani fa Armani: i blazer, dalle spalle insellate e perfette, rivisto in preziosi jacquard; c’è il dialogo gentile tra maschile e femminile; c’è la sera scintillante e preziosa e il richiamo ad altre culture vestimentarie; c’è il gusto poetico del decoro e il gusto delle linee verticali. È nuovo e sorprendente, invece, il senso del colore. Si tende ad associare Armani, a questo punto erroneamente, ad una palette neutra di grigi, di beige e di greige. A questo giro, invece, è tutto un rifrangersi di nuance opulente da gemme preziose: viola, verde, rosso, arancio, tagliati dal nero che non smette di rassicurare. L’Armani colorista convince: gli accostamenti sono idiosincratici ma controllati, e l’effetto carnevale è prontamente schivato. Certo, tradurre il colore dalla passerella alla vita vera è impresa ardua, ma Armani lo rende facile con il suo gusto per la sottrazione. Un elemento spicca: la profusione di borse, una diversa per stile e misura abbinata a ciascun look. Gli accessori sono certamente una voce importante per il business Armani. Sono anche la testa d’ariete ideale per portare il colore nei sobri guardaroba delle sue clienti.
Fonte Il Sole 24 ORE – a cura di Angelo Flaccavento